Capitolo 6: L'inferno È Tornato

39 3 0
                                    

Pov Daisy's

Sento una porta chiudersi quindi deduco che Josh è riuscito a parlare con Alex, almeno è quello che spero. Sono sdraiata sul mio letto a fissare il soffitto e mentre ascolto dal mio cellulare le note di "but I'm only human" Sto ripensando a cosa è successo in questi 3 mesi: Prima la morte dei miei genitori, poi l'arrivo in comunità, Mike, l'incontro con Josh e Alex, Darke e per finire Martina, Damond e Jake, che spero che quest'ultimi siano un non so cosa di importante per me per ripartire... Questa città, soprattutto la sera, quando tutte le luci sono accese, diventa magica e prendermi dei momenti solo per me andando a farmi un giro mi fa sentire leggera come una piuma. Ma da tanto tempo mi sto facendo tante domande e in particolare c'è ne una che mi colpisce di più: troverò mai qualcuno che mi aiuterà a superare tutto questo? È vero che magari essere forti, la prima regola è esserlo da soli, ma per ora io sono debole, da sola non sono nessuno... E finché non troverò qualcuno, beh, questa mi sembra la sola soluzione, e pensando a questo mi addormento con la musica negli orecchie.

Inizio sogno/ricordo

Sono in casa mia mentre sto parlando con i miei genitori in salotto, mentre stiamo decidendo il nome da dare al mio fratellino

<Che ne dite di Luca?>gli chiesi non molto convinta neanche io della proposta. Non mi convince perché è un nome semplice e sentito fin troppe volte

<E se facciamo Alvin?>disse mio padre seduto sulla sedia della cucina mentre mia madre è in piedi davanti alle due porte delle due stanze mentre si accarezza la pancia e sorride nostalgica

<Mi piace>dissi alzandomi dal divano dove ero seduta <non vedo l'ora che nasca> mi avvicinai a mia madre e sorrisi

Fine ricordo/sogno

Mi risveglio come ogni notte oramai abituata, mi ricordo ancora quel giorno, ero molto felice di scegliere il nome di mio fratello insieme ai miei genitori cosa che ora non posso più fare, e mentre ricordo questi momenti mi fa salire un senso di nostalgia. Decido di alzarmi dal letto e guardando il cellulare noto che segna le 7:30 di mattina, mi vesto con una maglietta tutta rossa e dei leggings bianchi. Prendo il mio zaino, il mio casco e le chiavi della mia moto e mi dirigo in cucina dove ci trovo Josh e Alex che parlano

<Buongiorno>dico, loro si girano nella mia direzione e mi sorridono

<Buongiorno>dicono insieme mentre stanno facendo colazione. Mi siedo anche io con loro e inizio a fare colazione pure io o almeno ci provo

<Da quando hai una moto?>mi domanda Alex guardando il casco e le chiavi che ho appoggiato sul tavolo

<Da sempre>rispondo sorridendo. Sono molto felice quando si parla di moto soprattutto della MIA moto. Appena abbiamo finito di fare colazione ci alziamo, prendiamo tutte le nostre cose e usciamo dalla comunità. Avevo in mente di chiedere a Josh se aveva sistemato con Alex, ma deduco che da come si parlano che si sono riavvicinati. Mi dirigo in garage e vado dalla mai moto, infilo le chiavi, salgo e l'accendo, uscendo dal garage metto il mio casco rosa e la mascherina. Mi avvicino a Josh e Alex che sono sul marciapiede che stanno parlando

<Andiamo?>domando sovrastando il rombo dello scarico della moto

<Aspetta prendo la mia moto e arrivo>dice Josh. Anche lui ha una moto, di preciso ha una Ducati Monster 821 rossa... Va in garage, prende 2 caschi insieme alla sua moto ed esce dal garage per poi avvicinarsi a noi, consegna il casco ad Alex che se lo infila in testa, sale in sella e partiamo verso la scuola. Stanno molto bene insieme, lo sempre pensato fin dal primo giorno in cui li ho visti, ma quanto vorrei anche io un ragazzo che mi ascolta quando gli parlo o anche che mi capisca, ma non lo potrò mai avere, nessun ragazzo starebbe con una ragazza dislessica o con problemi... Sospiro, non ci voglio pensare a tutto questo. Arriviamo a scuola e tutti gli sguardi degli studenti sono puntati su di noi. Parcheggiamo vicino al cancello, scendiamo dalle nostre moto e poi ci togliamo il casco e entriamo dentro fregandocene di chi ci guarda. Entriamo dentro l'edificio e ci dirigiamo al nostro solito gruppetto, questa mattina all'appello manca Darke, non so il perché, forse per il fatto che non avevo risposto alla sua domanda?...

<Dov'è Darke?>chiede Josh stranito dalla sua assenza come giusto che sia

<Non lo sappiamo. Sta mattina appena sono arrivato non l'ho visto e di solito lui è sempre il primo ad arrivare> dice uno del gruppo. Suona la campana e tutti siamo costretti ad andare in classe, alla prima ora oggi ho inglese. Mi dirigo in classe e mi siedo al mio solito banco, entra la prof e iniziamo a fare lezione. Per tutta l'ora non ascolto, non ho voglia di ascoltare la prof mentre spiega argomenti noiosi, cosi prendo il blocco da disegno e inizio a disegnare due persone che si tengono per mano, una dovrei essere io e l'altro un ragazzo, non so il perché ho disegnato questo, ma è la prima cosa che ho pensato... Suona la campana e metto via tutto il mio materiale, mi alzo dalla sedia e tutti escono dalla classe inclusa anche la prof facendomi rimanere da sola. Faccio per uscire ma una mano mi blocca per il polso, mi giro e vedo un ragazzo che conosco fin troppo bene con il suo solito gruppo. È il gruppo che mi bullizzata l'anno scorso. No, no, no, non di nuovo loro, tra tutti proprio loro dovevo incontrare?!

<Chi si rivede...>dice Pietro Stevens il capo del gruppo col suo solito sorrisetto

<Co...cosa vuoi Pietro?>dico balbettando. Tra tutte le cose che mi ha fatto l'anno scorso non dovrebbero essere neanche qui

<Non mi saluti neanche Daisy?>lo dice facendo spuntare un sorrisetto spaventoso, e io che pensavo che fosse finito tutto e invece eccoli lì, che mi guardano con una strana luce negli occhi che riconosco benissimo. Si avvicina a me e mi prende per i cappelli <se inizi ad urlare ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi, è chiaro?!> dice lui stritolandomi. Annuisco solamente e spaventata faccio ciò che ha detto, mi assegna un calcio e un pugno nella stomaco e io mi accascio al pavimento, mi lascia i capelli, alza un braccio per darmi un pugno e per non vedere altro chiudo gli occhi ma il pugno non arriva mai. Apro gli occhi e vedo Josh che tiene fermo il pugno di Pietro. Mi si avvicina Alex spaventato

<Stai bene Daisy?>mi domanda preoccupato. Faccio per alzarmi ma una fitta allo stomaco mi colpisce. Mi accascio di nuovo al pavimento

<non ti muovere vado a chiamare la dottoressa>dice Alex e corre via lasciandomi senza protezione

<Lasciala stare>dice arrabbiato Josh contro Pietro

<Perché dovrei?! Mi piace guardarla mentre soffre>dice Pietro. spalanco gli occhi per aver sentito parole tanto forti e incomincio a tremare, ho tanta paura quando fa cosi, ma poi che problemi ha?!

<J-Josh l-lascialo stare...>dico balbettando, non riesco a parlare normalmente per il dolore allo stomaco

<Ma Daisy... >dice Josh. non so perché lo sto facendo ma non voglio che Josh venga messo in mezzo a questa cosa, per colpa mia, è l'ultima cosa che voglio è sentirmi in colpa ancora una volta

<ti prego...>gli dico in un sussurro, lo sento sospirare e poi lasciare il braccio a Pietro. L'infermiera arriva con accanto Alex

<Che cosa è successo?>parla la dottoressa abbastanza preoccupata guardandomi bene

<P-Pietro mi ha calciato allo stomaco>dico facendo fatica a parlare. La dottoressa si inginocchia di fianco a me e mi prende sotto braccio, facendo attenzione a non farmi male. Usciamo dall'aula di inglese e ci dirigemmo in infermeria... Arriviamo e la dottoressa mi stende su un lettino, mi alza la maglia e guarda i lividi che ho

<Me la pagherà cara Pietro>sento dire da Josh abbastanza arrabbiato, come dagli torto

<Josh sono abituata a tutto questo è stato anche lo stesso l'anno scorso>dico ma la testa incomincia a girare, sento le voci di Josh e Alex che mi chiamano ma io non riesco a capirci niente, sento tutto ovattato e poi il buio

- COMPLETATO- You Changed My LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora