Capitolo 30: Il Passato Di Josh...

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Pov Josh's

un Anno fa...

Mi sveglio la mattina pronto per andare a scuola come tutti i giorni, mi alzo dal letto, scendo le scale e trovo mio padre intento a fare colazione con il caffè, il suo preferito, senza di quello non ci può stare

<Buongiorno papà>saluto mio padre con un bacio sulla guancia, ho sempre voluto bene a mio padre, diciamo che abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, come con mia madre

<buongiorno Josh, dormito bene?>mi domanda mentre sorseggia il suo caffè macchiato, annuisco soltanto prendendo una tazza di latte fumante, ho sempre amato il latte scremato, con i biscotti alle gocciole di cioccolate è il paradiso <oggi hai verifiche?> domanda sempre mio padre e nego. Dopo aver bevuto e messo tutto nel lavandino mi dirigo vesto camera mia dove mi cambio, prendo lo zaino e avviso mio padre che sto uscendo... Arrivo a scuola e saluto il mio gruppetto di amici dove ci fermiamo a parlare fino al suono della campanella. Quando arrivo in classe noto subito che al mio banco c'è un ragazzo nuovo che mi sembra famigliare, mi avvicino un po' di più e lo riconosco subito, lui è Alex Jones era un mio amico quando andavamo ancora alle medie insieme a Damond, Jack, Justin. Mi avvicino e mi siedo di fianco a lui <erano anni che non ci vedevamo, Alex> dico e lui si gira di colpo, mi guarda attentamente, poi spalanca gli occhi

<J-Josh>dice sussurrando Alex, gli sorrido

<in carne ed ossa>dico ma all'improvviso mi sento 2 braccia stringermi forte <mi sei mancato anche te Alex> dico ricambiando l'abbraccio, si stacca e mi fissa negli occhi, quanto mi era mancato, un periodo delle medie avevo scoperto di essere Gay e lui mi aveva confessato che anche lui era Gay e mi è sempre stato vicino, mi ha sempre aiutato, abbiamo sempre avuto una specie di strano rapporto come se mi attirasse qualcosa di lui, qualcosa di molto speciale che non ho mai sperimentato prima d'ora. La lezione incomincia e ci concentriamo sulla lazione di Latino, dopo più di cinque ore di noia mortale ricevo uno strano messaggio da parte di mio padre

<Alex avvisami se il prof mi scopre>sussurro ad Alex e non aspetto la sua risposta che apro il messaggio di papà dove mi fa cadere il mondo addosso

"mi ha chiamato il medico e ha detto che la mamma non sta bene ed è peggiorata, ti vengo a prendere e andiamo in ospedale" leggo iniziando a sentire gli occhi farsi lucidi. Il più presto possibile metto tutto nella cartella e mi alzo, mi avvicino alla prof dove spiego la situazione, per fortuna tutti gli insegnanti conoscono la situazione di mia madre e senza dire altro il prof mi lascia andare. Raggiungo la macchina di mio padre posteggiato vicino al cancello e appena salgo partiamo velocemente verso l'ospedale dove è ricoverata mia madre... Dopo quattro di viaggio arriviamo e non aspetto mio padre e corro dentro, raggiungendo velocemente la stanza di mia madre dove la trovo sdraiata come sempre nel suo letto da ormai mesi interi, l'ultima volta che l'ho vista camminare ed essere veramente felice forse era uno o due anni fa, ma ora che la sto guardando mentre mi avvicino al suo letto mi sembra di essere tornato a quando ero piccolo. Fissa la finestra mentre il sole sta per tramontare

<mamma...>sussurro io triste sedendomi sulla sedia e prendendogli la mano nelle mie, il suo sguardo si stacca dalla finestra e finalmente i suoi bellissimi occhi oceano mi guardano con amore che solo una madre guarda suo figlio, con dietro la luce del sole noto una lacrime che scivola via dal suo controllo ma ha sempre il sorriso come per dirmi "andrà tutto bene, finalmente potrò essere libera"

<oh piccolo mio, quando sei diventato così grande?>sogghigna mettendosi una mano davanti alla bocca, no mamma fammi vedere il tuo sorriso... <ti ricordi quando ti avevo detto che ti avrei reso felice?> domanda lei ma viene interrotta da un colpo di tosse. Ricordo quel giorno, ero ancora un po' piccolo ma lo ricordo come se fossi ieri, eravamo io e mia madre, eravamo nel giardino della nostra vecchia casa e quel giorno mi ero sbucciato un ginocchio, e mia madre, con la sua delicatezza, mi aveva preso in braccio e mi aveva fatto sedere sulle sue gambe mentre mi asciugava le lacrime, e mi aveva detto "un giorno ti renderò felice" all'inizio non capivo il senso della frase forse perché ero troppo piccolo ma nel corso degli anni l'ho compresa. Mi rendeva felice soltanto restandomi accanto nei momenti difficili, e solo ora mi rendo conto che per lei la felicità aveva un altro significato...

- COMPLETATO- You Changed My LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora