Capitolo 56: Una Lettera Per Blake

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Hey Blake, Se ti chiederai il motivo di questa lettera, il motivo è molto semplice: perché sono io. Scrivo ogni volta che devo dire pensieri troppo lunghi da dire a voce, allora scrivo, scrivo e ancora scrivo. Delle volte scrivo anche senza un destinatario, nella mia vecchia casa ne avrò una centinaia di lettere scritte a persone che avrei voluto dirgliene quattro ma che non ho mai avuto il coraggio di dire o fare... Comunque non sono qui a dirti quanto ero pazza una volta, ma sono qui per raccontarti meglio di me e a dirti quanto io sia, felice di averti qui accanto a me, e soprattutto ti devo ringraziare immensamente per avermi aiutata a farmi rinascere, ma i ringraziamenti verranno dopo, ora è tempo di raccontarti davvero chi sono... Non pensare che io sia chi sa chi perché non sono nessuno, sono una semplice ragazza un po' strana, dislessica, autolesionista, timida da far schifo e con un passato davvero brutto. La me del passato se gli dovessi raccontare tutto ciò che sta succedendo non ci crederebbe neanche se gli dessi milioni di soldi. Una volta ero davvero sola, i miei genitori erano occupati molto col lavoro e non erano molto presenti in casa, ma le volte che lo erano la casa si riempiva di risate fino a tardi sera fino a che non ci addormentavamo tutti e tre sul divano, stanchi morti per la giornata appena trascorsa. Erano successe molte cose belle in quel periodo, che per una famiglia come la mia era come di essere a natale, mio padre in quell'anno aveva avuto un aumento dello stipendio ed eravamo molto felici, perché finalmente potevamo avere un qualcosa di più. Mia madre venne presa finalmente per lavorare in una azienda grafica molto importante, era stata pura fortuna se era stata assunta visto che lei non ne capiva un bel niente in quel settore ma ha detto "perché non provarci?" allora mandò il curriculum e dopo più di un mese, quando nessuno ci sperava più, ecco la chiamata, gli avevano chiesto se era disposta a un colloquio nei prossimi giorni, e senza pensarci su disse di sì. Appena tornata a casa quel giorno, ci raccontasse che era andato tutto bene, ci tenne un po' sulle spine ma alla fine ci disse che era stata presa per lavorare li, felici come non mai abbiamo festeggiato tutta la sera... Ma non tutto può andare per il meglio, almeno per me, in quell'anno erano iniziati i primi "insulti" da parte dei ragazzi per la mia dislessia, i miei non lo sapevano e non avevo intenzione di diglielo, per non farli preoccupare, capisci? Mesi ormai erano passati e la storia a scuola non migliorava, anzi peggiorava di giorno in giorno, i miei li vedevo ancora meno spesso quindi diciamo che i rapporti con loro erano diminuiti ancora di più, rispetto a prima, ma sapevo che qualcosa loro sapevano, fino a che, un giorno non avevo più alcun dubbio... Ero in ritardo per la scuola e anche se la mia voglia era fin sotto al terreno, ci andassi lo stesso, scesi le scale di casa ma la voce di mamma mi fermò, stava parlando con papà ma non sapevano che ero ancora in casa

<Nostra figlia è presa di mira dai bulli> disse la mamma quel giorno, e allora li capì, capì che stavo sbagliando a non digli nulla, ma, per me le cose erano difficili, era difficile per me digli "mamma a scuola mi prendono in giro" ero timida pure a digli qualcosa di importate per la mia stessa vita... Decisi di ritornare in stanza e starci fino a che non sarebbero usciti per andare a lavoro, quel giorno ci pensai molto su cosa dire ai miei, soprattutto avevo un ansia terribile, ma mi dicevo "sono i tuoi genitori, di cosa dovresti avere paura?" Già avevo paura, paura di un qualcosa che nemmeno io sapevo. Presi un bel respiro e decisi che l'ultimo giorno di scuola gli avrei raccontato tutto, cosi forse mi potevano cambiare scuola... Ma tutto ciò non avvenne... Decisi di stare a casa quel giorno, tanto non avrei neanche festeggiato con gli altri, ripensai e ripensai alle parole che avrei dovuto dire ai miei e finalmente dopo ore un qualcosa avevo in mente, cosi li aspettai sul divano di casa... Erano passate da poco le tre del pomeriggio e io mi insospettì, loro dovevano essere già a casa a quell'ora, o se c'erano stati dei ritardi mi avrebbero sicuramente chiamato, ma non fu così, li provai a chiamare ma sul telefono di entrambi c'era la segreteria telefonica, mi dissi che erano normale se non risposero visto che magari avevano avuto un contrattempo a lavoro, ma comunque un ansia strana c'è la avevo comunque anche se avevo pensato che erano al lavoro. Allora usci di casa, magari un po' d'aria fresca mi fa bene pensai ma presi la decisione più brutta che mi potesse saltare in mente... Non so cosa provai dopo quello che avevo visto, ero assente, stanca, non riuscivo neanche più a reggermi in piedi, ero come se non fossi più sul pianete terra... un corpo senza anima... Mi fecero delle domande i poliziotti in quel momento ma l'unica cosa che riuscivo a fare era boccheggiare strani versi, l'unica cosa che avevo in mente era quell'immagine, chiara e nitida come se fosse ancora davanti ai miei occhi... Ma una cosa non ti ho detto Blake, quel giorno è stato il mio compleanno... Già, i miei diciassette anni li ho odiati molto, e ora che si sta avvicinando di nuovo mi mette una paura che tu non hai idea... So di avere una nuova famiglia e di dover andare avanti, ma sai, compiere gli anni lo stesso giorno in cui sono morti i tuoi genitori non è bello, per nulla... Quel giorno mi portarono la sera tardi in comunità dove avrei passato i mesi successivi, i primi mesi non era per nulla facile, e lo ammetto, avrei voluto capire di più su quello strano incidente, perché alla fine nessuno mi aveva detto davvero come era realmente andato tutto ciò, feci ricerche ma tutti dicevano la stessa cosa, stando attenta a non farmi scoprire da nessuno, perché odiavo il fatto che qualcuno conoscesse qualcosa di me, oltre alle ragazze della comunità... Josh era stato il primo a starmi accanto, per aiutarmi, ma io non volevo nessuno, nessuno mi doveva aiutare, volevo che tutto ciò che era accaduto fosse solo un brutto sogno e che mi sarei risvegliata a momenti nel mio letto con i miei genitori ancora vivi in cucina, ma tutto era una realtà non vera... Sai Blake, forse prima avrei preferito un passato migliore, con una me stessa diversa, senza tutti sti problemi che adesso mi avvolgono, ma ora, ora tutto ciò che è accaduto è stato un avvenimento che non rimpiangerei mai, è vero, ho perso persone a me care, ma me ne ha portate delle altre in questa vita. Mi ha fatto conoscere gente che nella mia vita passata mai avrei pensato di avere, è per questo che ringrazio infinitamente tutti voi, incominciando dalla mia nuova famiglia che oramai tanto nuova non lo è più, ai miei amici Josh e Alex che fin da subito mi sono rimasti accanto senza battere ciglio, ringrazio Martina che fin da subito a capito che io ero qualcosa di speciale che mi ha portato a conoscere Justin, Jack, Moon, Lilith e per finire ma non il meno importante, te Blake. Per me sei una persona forte, gentile e soprattutto piena d'amore, fa strano dirlo ad un Demone ma è ciò che davvero penso che tu abbia dentro di te. Ti ho amato dalla prima volta che ti ho visto, perché sapevo che potevo fidarmi, che se ti avrei detto tutto ciò che mi era successo mi saresti stato accanto e su questo avevo ragione e mai lo metterò in dubbio. L'inizio era difficile ecco perché non te lo mai detto, ma, volevo la conferma se tutto ciò che stavo facendo fosse giusto... Tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme mi è servito per imparare una cosa: Anche se una cosa è difficile, metticela tutta, credi in te e vedrai che l'obbiettivo lo raggiungerai. Hai fatto cadere muri che si erano alzati forti e quasi impossibili da battere in meno di un giorno, ma poi sei arrivato tu e con un solo sguardo, di quel verde magnetico, hai distrutto tutto, ed è per questo che ti ringrazio, ti ringrazio perché ora sto tornando a sorridere con te... Forse c'è dell'altro che di me non conosci ma vedrai, piano piano che andremmo avanti mi conoscerai meglio di chiunque altro... Ti amo. La tua Daisy...

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