Yeah, I'm Omega.

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[capitolo I.]

Entrò in quell'edificio e le gambe gli tremarono, sembrava non essere vero, un sogno che diventava realtá. Era ufficialmente dentro un istituto riservato solamente per una categoria di persone ricche, forti, intelligenti. Lui non si rispecchiava nelle prime due caratteristiche, ma i suoi sforzi gli avevano permesso di essere dove era ora.

Lui, era Jeon Jungkook.
Un semplice omega, che quel sette settembre si ritrovava a palpare con mano la sua stessa felicità. Davanti a lui sogni, progetti, mille sogni per entrare in una scuola. La sua condizione economica non permetteva mai degli svaghi, non permetteva mai di comprarsi nuove scarpe, nuovi vestiti. Lui non aveva mai chiesto nulla alla sua famiglia, e non ha mai sentito la mancanza di niente e di nessuno. Lui aveva bruciato tutte le tappe, era un'intelligenza fuori dal comune, era riuscito ad uscire da ogni istituto in cui metteva piede con la borsa di studio, che ogni anno gli permetteva di accedere ad un'altra scuola. Ed é per questo, che venne ammesso in quella scuola.
Lui ci aveva sempre sperato con tutto se stesso. Aveva dato del suo meglio per non essere mai zittito da nessuno, perché indipendentemente dalla tua condizione sociale o economica, rimani una persona, e nessuno ha il diritto di poterti limitare. Aveva imparato ad alzare la mano quando veniva fatta una domanda anche se puntualmente non veniva mai chiamato, aveva imparato a spiccare nelle interrogazioni orali anche se gli veniva messo un voto piuttosto basso. Non si era mai dato per vinto, e questo faceva sí che ogni professore riconoscesse del potenziale in quell'alunno, e così gli misero i voti che si meritava. Forse Jungkook aveva lasciato una scia nelle classi che abbandonava, anno per anno. Forse Jungkook aveva lasciato un ricordo nella mente di persone che volevano ascoltarlo. Forse Jungkook era stato qualcosa per il più cocciuto degli alpha.

Deglutí appena, e cercando una caratteristica comune, iniziò a guardarsi intorno. Vi erano tutti alpha, grandi e grossi, che si guardavano fra loro con sguardo di superioritá, che appena un omega attraversava la strada lo deridevano; ma poi, una fioca luce di speranza. Un beta. E ancora, un altro beta. Jungkook si sentí felice, perché per metà erano uguali, giusto? Allora pensò che voleva fare amicizia con loro, ma il suo pensiero fu fermato dalla campanella. Strinse dei libri al petto, a disagio, ma decidendo di non farsi troppi problemi. In quegli anni i diritti per gli omega stavano iniziando a farsi sentire, finalmente anche gli omega si erano riconosciuti come persone e erano iniziando a lottare. La lotta era sostenuta da pochissime persone nel mondo, ma lui ci credeva. E anche questo, lo spinse ad essere il primo omega ammesso nel prestigioso istituto di quella cittá. Camminò a passo deciso verso le scale del primo padiglione, volendo andare ad ascoltare ciò che doveva essergli comunicato tramite il microfono, per scoprire in che sezione e classe sarebbe dovuto andare.

Ma al suo passaggio, calò il silenzio. Fece un solo passo verso il cancello, oltrepassandolo, e già tutti gli avevano gli occhi puntati addosso. C'era un silenzio mortale che forse faceva più male di mille parole, di qualsiasi parola piena di ignoranza e cattiveria avrebbero potuto dirgli, di qualsiasi malaugurio che gli avrebbero potuto dare, qualsiasi brutto soprannome gli avrebbero potuto affibbiare. Prese un lungo respiro, ricordandosi del perché era lì. Per il sudore. Per le notti passate insonni. Perché ci credeva. Perché era forte. Perché era come gli altri. Per il cambiamento. Perché era speranzoso. Per la lotta. Perché era un omega.
Fece un passo, poi ancora, un altro, e ls folla di apriva al suo passaggio, fino a creargli una vera e propria strada libera.
E poi, come prevedeva, eccoli.

In prima fila.
Alpha che commentavano, gli fischiavano quando passava, che gli urlavano cose sporche di tutti i tipi. Ma quello non lo avrebbe fermato. Se é vero che sei pronto a lottare, non ti ferma nemmeno un'arma puntata in testa. E Jungkook era pronto per lottare. Tenendo il coltello dalla parte del manico, nascondendo la rabbia sotto finta sicurezza, pugnalando con la sua indifferenza i presenti, Jungkook arrivó davanti alle scalinate, e allora, uscí il preside della scuola, il quale, scandendo le parole, annunciò gli alunni di tutte le classi.

«Jeon Jungkook.»

Il suo cuore perse un battito, ma si avvicinò al nuovo professore e lui guidò la classe verso la stanza in cui sarebbero dovuti stare per tutto quell'anno scolastico.
Era un nuovo inizio.

❛❛ελευτερία.❜❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora