Giornata Movimentata.

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[capitolo: XXXII.]

Jungkook's pov.

Tremante mi guardavo allo specchio, sistemandomi come meglio potevo. Non volevo sembrare troppo elegante perché non ne ero il tipo; un elefante resta tale anche in giacca e cravatta, ma il punto era che ero davvero in ansia. Quello, era il gran giorno. Il giorno in cui finalmente, Jimin mi avrebbe presentato ai suoi genitori. Non so spiegare quanta paura ho avuto fino a quel momento.
Ma all'improvviso, dietro alla mia figura riflessa allo specchio, un ragazzo dal ciuffo ben pettinato mi arrivava vicino. Con un sorriso dolce, mi avvolse la vita con le braccia, stringendomi a lui. Lo guardai dallo specchio, e iniziammo a fissarci negli occhi.
«Ti ameranno.»

«Non ne sono molto convinto...»

«Fidati di me, piccolo.»
Mi fece girare verso di lui, e io lo guardai con uno sguardo insicuro. La fronte corrugata in un'espressione ansiosa e triste, e le mie mani sul suo petto cercavano solamente di trovare un appoggio in lui. Lui mi strinse i fianchi, abbracciandomi pian piano. Ma accennando un sorriso, verso la fine, sorrisi, annuendo.
«Allora niente di nuovo.»
Sorrisi dolcemente, alzandomi sulle punte per rubargli un bacio. Lui avanzò verso di me, con tutta l'intenzione di non volermi far allontanare così facilmente. Mi bloccò con il suo corpo e lo specchio, e io lentamente feci salire le mani sul suo viso. Ma prima di rendermene nemmeno conto, ci stavamo già spogliando, e la sua camicia era già stata buttata sul letto. Cercando il suo viso, le sue labbra e il suo corpo in maniera quasi disperata, gli supplicavo con lo sguardo di fare qualcosa di concreto.

Jimin mi accarezzò i capelli, poi iniziò a tirarmi verso il letto. Finimmo per stenderci su di esso con il fiato corto, e guardai il mio ragazzo, ansimando. Mi chinai su di lui, baciandogli il collo, e lentamente iniziavo a muovere una mano fra le sue gambe.
Jimin mi prese il viso fra le mani, riportandomi alle sue labbra vogliosamente e io cercai di stare al passo con la sua velocità.

Mi buttò nuovamente sul letto, aprendomi le gambe per riavvicinarsi a me. Io ricambiai, prendendogli di nuovo il viso fra le mani. Ma il rumore di un cellulare ci fece staccare.
Ci fermammo e mi allungai, prendendo il mio telefono. La sveglia.
«C-cavolo, le 18:30... siamo in ritardo!»
Urlai, alzandomi e spingendolo lontano, per poi ricercare i miei vestiti.
«Mh dai, che te ne importa, torna qui.»
«Hyung, per favore! Dovremmo essere lí per le 19! Muoviamoci!»
Gli urlai, e lui sbuffando si alzò. Ci rivestimmo e andammo in macchina.

L'accese e partí velocemente, quasi con un broncio per il fatto che io l'avessi appeso. Io guardai la strada ridacchiando, dicendogli che mi dispiaceva ma che era meglio così. E andammo fuori casa dei suoi genitori.
«Jungkook?»

«Mh?»

«...Non sono ancora le 19.»
Indicò con il dito l'orario che portava la macchina, e io mi sporsi. Erano le 18:40. «Abbiamo ancora 20 minuti.»

«Cosa? Per fare che?»
Ma senza dire nulla, lui poggiò la mano sulla mia coscia. Ci pensai un po', guardandolo.
«...Oh fanculo.»
E mi fiondai su di lui, baciandolo. Eravamo in un vicolo dove non c'erano luci, probabilmente era quello prima di quello dei suoi genitori. Lentamente salii sulle sue gambe, mentre lui ritirava il sedile verso il dietro per rendermi facile la cosa. Gli presi il viso fra le mani, baciandolo di nuovo, mentre lui mi accarezzò dolcemente le cosce. Avanzò verso di me, facendomi aderire la schiena al volante, e io sospirai.
«C-Chim...»
Borbottai, mentre lui prese a baciarmi il collo. Iniziò a lasciarmi dei succhiotti su di esso e io strizzai gli occhi, cercando di non ansimare. Una volta che ebbe finito, lo guardai e lo feci indietreggiare fino allo schienale. Iniziai a sbottonargli tutti i bottoni della camicia, mentre le nostre labbra s'incontravano di nuovo. Jimin poggiò le sue mani sulle mie natiche e mi uscí spontaneo cacciare un gemito, che imbarazzato, cercavo di nascondere.
«Non nasconderti, piccolo...»
Sussurrò lui, baciandomi il collo. «Fatti sentire.» Sussurrò ancora con voce roca, e solo a quella potevo svenire. Mise le mani nei miei pantaloni, chinandomeli velocemente. Io arrossii, ma non dissi nulla.

❛❛ελευτερία.❜❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora