[capitolo: XXII.]
«Vi siete ripresi?»
Sorrise l'Inventore, guardandoci. Noi ci stavamo ancora rincorrendo nel corridoio, e mi fermai d'improvviso alla vista dell'uomo. Solo che Jimin non se l'aspettava e non riuscí a fermarsi in tempo, andando sopra di me.«...MA SEI IMPAZZITO?!»
Gli urlai, guardandolo male. Eravamo caduti entrambi, e lui in quel momento era sopra di me.«SEI TU CHE TI SEI FERMATO D'IMPROVVISO!»
Mi urlò a sua volta Jimin. Lo spintonai, facendolo finire di lato e immediatamente salii sul suo corpo.«Non osare-!»
Urlai, iniziando a fare una sottospecie di lotta contro di lui. Intrecciammo le nostre dita, entrambi per cercare di immobilizzare l'altro, mentre ci urlavamo quanto ci odiassimo.«...Ragazzi?»
E a quella voce ritornammo di nuovo del mondo reale, alzando lo sguardo verso l'uomo. Ci accorgemmo che aveva in mano due tazze, probabilmente di cioccolata calda e lo guardai. Corrugai la fronte, insieme a Jimin probabilmente. «...Vi serve un po' di privacy?» Guardammo l'Inventore confusi, poi abbassammo lo sguardo per incontrare i nostri occhi. E appena mi accorsi che ero sopra a Jimin, mi feci rosso in viso.«Sì!»
«N-No!»
Urlai, contrariamente a Jimin, guardando l'uomo, che intanto stava ridendo. Si mise seduto e ci invitò a fare lo stesso, per poi porgerci le due tazze di cioccolata. Sorridemmo e ringraziai, mentre Jimin... beh, Jimin le buone maniere non le conosceva proprio.
Iniziammo a parlare un po' su quello che poteva essere successo, e abbassammo lo sguardo. Effettivamente sapevamo dire poco.«Questo... che posto é?»
Domandò Jimin, guardandosi intorno.«Questo é il mio covo.»
Sorrise fiero l'Inventore, facendo il gesto di luccicarsi con le dita la giacca. «É sotto la scuola. Diciamo che ho inventato questo posto per dedicarmi ai miei esperimenti e sí, per quanto possa sembrare assurdo, é legale.» Rise sotto i baffi. «Non sono uno scienzato pazzo.» Jimin ed io ridacchiammo, e contagiammo anche il professore. Quest'ultimo, però dopo poco cambiò argomento.
«Che cos'è successo nell'altro mondo?»
Ci domandò, e noi ci guardammo. Prendendo un bel respiro, iniziammo a parlare, ognuno con la propria esperienza e con le proprie informazioni.«Siamo stati teletrasportati in un mondo quasi incontaminato. Ricordo che vicino a dove c'era il nostro spawn, c'era un... un bosco, che non era normale. No, affatto. Quando ci sono entrato era come... se fossi stato ipnotizzato, non mi ero reso conto del tempo che fosse passato.»
Raccontai, e Nimin mi guardò.«Per questo ci avevi messo tanto ad uscire?»
Io annuii, e Jimin si girò verso l'Inventore per spiegargli la situazione. «Volevamo crearci un riparo, quindi avevo mandato Jungkook a prendere della legna mentre io avrei cacciato. Però... mentre ero in spedizione, mi ero accorto che non molto distante c'era un'enorme costruzione, che però non ho avuto l'occasione di esplorare. L'ho semplicemente ignorata e sono tornato a cacciare, fin quando non é arrivato il tramonto e ci siamo incontrati.»Io annuii.
«La mattina dopo siamo andati in un villaggio. Era poco distante da noi, e la gente di quel posto si é quasi subito presentata come gentile.»«Popolazione? Che genere di popolazione?»
Corrugò la fronte l'Inventore.«Umani.»
Rispondemmo in contemporanea io e Jimin, lasciando l'uomo davanti a noi con la bocca aperta.«U-Umani...?»
Ci guardò meravigliato. «Gli umani... e che avete scoperto di loro?»«Veneravano il culto di più dei.»
Annuii. «E vivevano con un Beta. Questo Beta aveva convinto il capo del villaggio ad ospitarci e così fece. Avevano però dei nemici, gli Alpha. Gli Alpha attaccavano gli esseri umani.»
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❛❛ελευτερία.❜❜
FanfictionDove Jungkook si rende conto che solamente con Jimin può essere davvero libero.