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[capitolo: XV.]



Io e Jimin stavamo seguendo la signora anziana davanti a noi, che ci stava conducendo dalla Vecchia del Villaggio. Tutti la chiamavano così e pensai fosse molto scortese chiamare una persona così... Ma tutti lo dicevano in modo così dolce e sempre con un sorriso sulle labbra. Pensai che fosse una donna molto stimata.

Ma poi, la signora si fermò davanti ad un tempio di legno. Avevo notato fin da subito che le costruzioni erano molto adattate al bioma... Non sembrava esserci traccia di cemento, o della maggior parte dei materiali che si usano di solito per la costruzione di una casa. Aveva qualcosa di intoccato, come se il progresso ancora dovesse arrivare da loro.
«Entrate pure.»
Annuii, ma Jimin si fece avanti e iniziò a camminare frettolosamente.

«Jimin, calmati per favore, già stai facendo un sacco di figure.»
Lo rimproverai, seguendolo.

«Non ho tempo da perdere qui dentro, mi fa schifo questo villaggio.»
Storse il naso.

«Che intendi...?»
Lo guardai, confuso.

«Non hai sentito il loro odore, Jeon?»
Mi guardò negli occhi qualche istante. «Sono umani.»

Sgranai gli occhi.
«Gli- umani...?» Mi girai per guardarli.

«Sí, quindi sbrighiamoci che non riesco a sopportare più questa puzza.»
Jimin entrò velocemente nel tempio, e io lo ammonii nuovamente. «Sei tu la vecchia del villaggio?»
Guardai una donna anziana occupata a prepararsi del thè.

La donna alzò lo sguardo verso di noi, assottigliando gli occhi.
«Sí, sono io. Sedetevi.»

Io e Jimin ci sedemmo uno di fianco all'altro, guardando la signora anziana e presi parola.
«Ecco noi... siamo dei viaggiatori, veniamo da molto lontano ma purtroppo non abbiamo alcuna mappa o informazione su questo posto, oltre al fatto che sia il Villaggio del Vento...»
Mi sedetti sulle mie stesse gambe, mentre Jimin molto svogliatamente si sedette come più stava comodo.

«Capisco...»
Sorseggiò un po' del suo thè. Pensai che fosse una donna molto sveglia. Aveva dei capelli grigi che portava legati con un fiocco dietro alla schiena. Le rughe contornavano un viso che nonostante quei segni trasmetteva voglia di vivere. I vestiti mi sembrarono molto inusuali, e la guardai qualche secondo, ma non dissi nulla. «Voi non siete degli umani, é così?»

Io negai con la testa.
«No... Io sono un Omega, mentre il mio amico é un Alpha...»
Ma non feci in tempo a finire la frase prima che la donna si alzasse e guardasse Jimin dritto negli occhi, puntadogli una freccia di un arco contro. Sgranammo entrambi gli occhi.

«Un alpha?! Sei venuto per distruggerci di nuovo il villaggio?!»
Urlò la donna.

«Distruggere di nuovo il villaggio-? Ma di cosa stai parlando, figurati se mi preoccupo di questo maledetto villaggio, pft.»
Disse Jimin tranquillamente.

«Jimin, non dire queste cose!»

«Ma sí, é vecchia decrepita, mica riuscirá a prendere la mir-» E nemmeno il tempo di finire la frase che la sua guancia venne sfiorata da una freccia. Gli uscí del sangue. Quella freccia non era niente di normale, nessuna freccia era così appuntita da ferire in quel modo, solamente sfiorandoti.

«L-La prego signora, si calmi, Jimin é un Alpha buono!»
La guardai, mettendomi davanti a lui.

«Spostati Omega, la tua popolazione ha vissuto decenni di oppressione a causa degli Alpha, come puoi difenderlo?!»

❛❛ελευτερία.❜❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora