[capitolo: X.]
«Okay...»
«Mh?»
«Io ti devo dire una cosa.»
«Mh.»
«Promettimi che non urlerai.»
«Mh.»
«Ho un appuntamento.»
«CHE COSAAAAA?!»
Ecco, più o meno così fu la conversazione fra me e Taehyung, quando gli dissi che dovevo incontrarmi con Jimin.
Ricordo che quando glielo dissi mi stavo allacciando il grembiule di lavoro dietro alla schiena. Era sabato sera, finalmente oserei dire. Per tutta la settimana mi ero mangiato le unghie aspettando questo giorno; e non sapevo nemmeno perché ero così in ansia. In fondo non era un vero e proprio appuntamento, voglio dire... io e Jimin non eravamo nemmeno amici! Ma non lo so, quel senso di libertà, il fatto che io avessi potuto scegliere se uscirci o meno, mi aveva reso più felice del dovuto. Mi sentivo come gli umani. Come se una persona potesse dire sì o no ad un'altra.
Non avevo mai incontrato un umano da vicino, ma la loro società, per certi aspetti, era magnifica. Facendo alcune ricerche ho capito che noi omega dovremmo corrispondere a delle donne umane, ed il fatto che una donna umana potesse manovrare la propria vita, le rendeva piene di fascino ai miei occhi. Studiavo e leggevo, leggevo continuamente libri su quelle donne, e le guardavo come omega di esempio. Volevo diventare come loro, avere un lavoro e non dipendere da niente e da nessuno, essere libero, assaggiare quella libertà che nella mia società non esisteva. Leggendo, scoprii che esistevano addirittura delle leggi che potevano mandare in galera un uomo umano per aver alzato le mani su una donna. Qui non esistevano.
Se un alpha picchiava un omega, la gente, (fra i quali omega stessi), alzava le spalle e andava avanti con un "evidentemente se lo meritava."
E ci pensavo notte e giorno su questi argomenti, mi informavo per capire come una razza così fisicamente e scientificamente inferiormente forte fosse riuscita ad ottenere dei diritti. E piangendo, ammettevo a me stesso la verità: i movimenti sono stati creati insieme. Insieme, comunitá di donne ci avevano creduto davvero, e si erano messe in gioco. Chi diventando una leader, chi marciando per strada, e chi invece morendo. Pagando un prezzo con la sua stessa vita. E per quanto non abbia mai vissuto, vive negli ideali, negli esempi di persone come me, che sognano di avere una libertá che solamente pochi alpha, ad oggi, riescono a concepire.
Per carità, la nostra societá è profondamente cambiata.
Ad oggi sono pochi gli alpha che praticano violenza su omega; ma tuttavia, ad oggi, sono pochi gli omega che possono esprimere la propria.Ma tornando a noi, guardai TaeHyung.
«E allora perché sei qui, se hai un appuntamento?!»«Ha detto che mi avrebbe aspettato fino alle due, fin quando non staccherò.»
«Cazzo, questo é cotto allora.»
Mi feci rosso a quell'affermazione e spostai il viso di lato. Park Jimin...? Innamorato di me?
«Sei un cretino.»
Mormorai.
«Beh, e tu andrai ad un appuntamento vestito in quel modo?»«Certo che sí, che hanno i miei vestiti che non va?»
Domandai, guardandomi, dopo essermi alzato un po' il grembiule.«Nulla, ma non... cioè un po' più elegante?»
«Tae... tu non sai con chi devo uscire.»
«Mh? Con chi?»
«Jimin. Park Jimin.»
Dissi solamente e chiusi gli occhi, aspettandomi la peggio reazione da parte sua, ma niente. Mi girai verso di lui e sospirai. «Ciuffo moro.» Dissi, poi mi accucciai nel mio angolo sentendolo urlare come un matto.«Dopotutto quello che- MA COSA- ma perché?!»
«Mi ha aiutato con la spesa...»
Lo guardai, abbassando poi la testa. Erano appena le nove e nel locale c'erano poche persone.
A TaeHyung non piaceva molto quel Jimin e ormai si era capito, ora che aveva il suo nome e il suo cognome aveva preso a guardargli tutte le foto di Instagram, e a qualunque cliente che provava ad andargli vicino rispondeva male.«Buonasera, vorrei-»
«Non parlare.»
Lo zittì immediatamente Taehyung, al che mi misi in mezzo. Cercai di sfoderare il mio miglior sorriso.
«Scusi, intendeva che stava a telefono!» Risi nervosamente. «Mi dica, cosa desidera?» E presi l'ordine. E andammo avanti così fino a mezzanotte circa, quando la situazione era davvero ingestibile; c'era tantissima gente e a due di noi non riuscivamo proprio a servire tutti. Accanto a me c'era un cameriere, ma più che altro io stavo guardando come Taehyung non si desse da fare. Incavolato come una belva perché non mi piaceva il fatto che noi facessimo le corse e lui non faceva niente, mi girai verso di lui urlando. «TAEHYUNG!» Urlai, e gli feci quasi cadere il telefono dalle mani. «Ma dico, vuoi continuare a stare su quel cazzo di telefono oppure ti alzi e ci dai una mano, perché non riusciamo nemmeno a prendere un secondo di pausa?!» E lui, come un cucciolo bastonato, si alzò e andò a fare il suo lavoro. In quel momento sembrava lui il cameriere, e il capo. Sospirando e ricevendo occhiate dai clienti, tornai a servire. Ma mi soffermai, quando un ragazzo, sul bancone, mi guardò.«Uh, arrabbiato sei quasi più interessante.»
Rise e io mi lasciai scappare un risata insieme a lui. Era Jimin. Lo guardai per qualche secondo, poi abbassai lo sguardo.«Come mai sei già qui? Sei uscito con i tuoi amici?»
«No, ero solo in ansia e allora ho deciso di venire.»
Ridacchiò.«Ma mancano ancora due ore...»
«Sei tu che mi metti ansia.»
Mi guardò dritto negli occhi. «Se non avessi già bevuto due bicchieri adesso non avrei nemmeno trovato il coraggio di parlarti.» Sussurrò lui, e feci cadere lo sguardo sulle sue mani. Teneva un bicchiere ormai vuoto, e lo guardai.«Perchè ti imbarazzi?»
Lo guardai, confuso.«Perchè mi potrei portare a letto decine di omega, e sarebbe più facile di chiederti di uscire.»
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Uscimmo io e Jimin da quel locale, insieme.
Mi guardavo le scarpe imbarazzato, mentre Jimin guardava dritto a sè. Ogni tanto gli lanciavo delle occhiate, ma quando beccavo lui a fare lo stesso, entrambi ci facevamo rossi.
Ma poco dopo, una domanda, mi spiazzò quasi.«Jeon?»
«Mh?»
«Perchè hai accettato?»
Domandò solamente, e io alzai lo sguardo verso di lui, confuso dalla sua domanda. «Uscire con un alpha dopo le due di notte. Non tutti lo farebbero. É da imprudenti.»
Mi guardò. «Molti omega non hanno scelta. Se un altro alpha gliel'avesse chiesto, loro avrebbero dovuto dire di sí e basta. Ma tu avevi la possibilità di dirmi no.» Mi guardò. «Se tu me l'avessi detto, ti avrei lasciato stare.»«Proprio per questo ho detto sì.»
Lo guardai, e in quel momento entrambi ci fermammo. Ci guardammo negli occhi, e forse una spiegazione in più era dovuta. «Perchè con te basterebbe un "no" per smettere.» Inclinai il viso di lato, guardandolo. «Con te divento libero.»
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❛❛ελευτερία.❜❜
Hayran KurguDove Jungkook si rende conto che solamente con Jimin può essere davvero libero.