Fidanzati.

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[capitolo: XXVIII.]

«M-Mh...»
Mugolai, mentre Jimin mi faceva stendere sul letto. Eravamo appena tornati da un appuntamento, ed ora stavamo tranquillamente amoreggiando. Dopo quella giornata, tutto andò per il verso giusto. Il pensiero di poter essere macchiato da quell'Alpha non mi faceva paura; ci stavamo informando per riuscire a trovare una soluzione. Era stato bellissimo quando, dopo quella conversazione, ci guardammo negli occhi.

Ci staccammo lentamente, con il fiato corto. Forse non era tanto per il bacio in sè per sè, forse per le lacrime, forse per l'altro, forse perché appena vedevo Jimin mi si mozzava il fiato.
Lo guardai sorridendo.
«Andrá tutto bene  se staremo insieme...»
Sussurrai debolmente e lui mi sorrise. Scontrammo le punte dei nostri nasi ridendo, iniziando a giocarci facendo destra e sinistra. Lentamente Jimin mi strinse a sè, avvolgendomi le braccia attorno ai fianchi. Io sorrisi, mentre un piccolo rossore si faceva spazio fra le mie guance.

«Chim...?»

«Mh mh?»

«Ma... tipo...»

«Mh...»
Mi incitò ancora a parlare con un certo sorrisino, come chi sa che cosa sta per succedere.

«Ora...-»
Ma prima che potessi dire qualsiasi cosa, lui mi guardò. Mi fece indietreggiare e io corrugai la fronte.

«Okay... Mh, non so per niente come dirlo, e- sono imbarazzato, perché forse non te lo saresti aspettato...»
Mugolò, per poi guardarmi. Si inginocchiò lentamente davanti a me e io sgranai gli occhi. Lo guardai, sentendomi il cuore battere più velocemente. Dalla tasca del suo giubbotto cacciò una scatoletta, avvicinandola a me.
«Jungkook, vuoi essere il mio ragazzo?»
Mi domandò sorridendo, mentre apriva la scatoletta.

Io mi lasciai scappare un piccolo urlo che attirò chiunque in quel parco, e saltandogli addosso gli ripetei di sí, di sí, che diamine se lo volevo.
«Sapevo di doverlo comprare...»
Borbottò lui e poi si lasciò andare ad una risata liberatoria. Lo guardai.
«I-In che senso?»
«L'avevo comprato per te, ma non sapevo se avresti accettato perché... beh, già li sai, ma ora...»
Io annuii comprendendo, e mi allontanai lentamente. Lui mi prese una mano e mi infilò l'anello, e io scoppiai di nuovo a piangere dalla forte emozione.

La nostra societá era diversa da quella degli umani; avevo letto che qualcosa di genere simile a questa accadeva solamente nel momento in cui si faceva la proposta di matrimonio. A noi questo era inammissibile; perché era come se tu sposassi uno sconosciuto. Mentre con una dichiarazione e l'anello, é come se sigilassi un rapporto che é tutto da incominciare, da vivere, che poi andrà ad evolversi con un matrimonio.
Ero felice, tanto felice.

«D-Dai Chim, sul collo mi fai il solletico!»
Urlai cercando di scollarmelo di dosso, mentre mi dava una scia di baci sul collo. In un primo momento risi e mi finsi infastidito, ma non volevo che si staccasse davvero. Infilai una mano fra i suoi capelli sorridendo, mentre lo sentivo ridere sul mio collo. Si posizionò su di me, e io attorcigliai le gambe dietro la sua schiena. Iniziai a giocare con alcune ciocche di suoi capelli, mentre pian piano ci rilassavamo.

«Com'é andata oggi a scuola?»
Mi domandò e sorrisi, mentre iniziavo ad accarezzargli il viso, le guance dalla carnagione chiara, le labbra gonfie e rosee, ferme in un tenero labbruccio. Risi, guardandolo.

«Bene, benissimo.»
Lui lentamente si spostò, poggiando il viso nell'incavo del mio collo. «A te amore?»

«Mh... mi sei mancato.»
Borbottò lui, alzando nuovamente in viso e iniziando a strofinare il suo naso contro il mio collo. Mi scappò da ridere e cercai di ritirarmi, ma lui mi bloccò. «Ehi, prendimi seriamente.»

«Sí, amore, scusa.»
Lo guardai corrugando la fronte, come in segno di perdono. Mi girai verso di lui. «Posso dormire qui stanotte...?»

«Non devi nemmeno chiederlo, piccolo.»
Sorridendo, si alzò per darmi un bacio sulla fronte, e io chiusi gli occhi.

«...E chi l'avrebbe detto che Park Jimin conservava un lato dolce?»

«E chi l'avrebbe detto che l'Omega della scuola fosse così seducente.»
Mi guardò e io abozzai un sorriso imbarazzato. No, non intendeva seducente sensualmente, piuttosto il fatto che l'avessi fatto innamorare.

«Beh, ora che lo sai, vedi di stare con gli occhi aperti!»
Feci il tono da finto bambino, cercando di fargli tenerezza. Iniziai a mugolare e mi intrufolai fra le sue braccia. «Non sia mai che a qualcuno venga in mente di provarci!»
Dissi con il medesimo tono, e lui mi guardò alzando un sopracciglio. Mi strinse e io sorrisi.

«Lo farei fuori prima che si possa avvicinare.»

«Uhh, violento.»

«Impazzisco se si tratta di te.»

«Filosofico.»

«La smettiamo?»

«La smetto solo se mi baci.»
Misi di nuovo ul broncio. Lui mi toccò le labbra con l'indice, sorridendo.

«Uh~ vuoi un bacio, amore?»
Io lo guardai, annuendo con finto tono offeso. Lui rise, baciandomi. Ma prima che potessi dire qualcos'altro, quel dolce e casto bacio, si trasformò in qualcosa di più, mentre mi saltò letteralmente addosso. E ridendo, ricambiavo quel bacio, con la persona più importante della mia vita.

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Jimin's pov.

La mattina dopo, lo guardavo dormire, rilassato.
Non so esattamente cosa di Jungkook mi sia piaciuta fin dal primo momento, ma so dire che mi ha da sempre attratto. E non parlo solamente del carattere che già per quello era unico, ma per tutto. Era dannatamente bello, era così bello che se mi chiedeva di fare l'impossibile io l'avrei fatto. Era bello, così bello che se mi avesse guardato per più di due secondi avrei dato i numeri.
Ed era bello in tutto, come respirava tranquillamente facendo gonfiare il suo petto. I capelli scompigliati gli ricadevano lungo la fronte; quella massa castana luminosa; dei capelli così lisci che ti viene voglia di infilarci la mano dentro. E sul suo viso ora un'espressione tranquilla che mi fece scaldare il cuore, perché mai avrei pensato che il vederlo piangere mi potesse distruggere così tanto.
E ricordai per qualche attimo il suo viso piangente mentre parlava quella sera vicino a quella panchina. Il suo viso dalle guance rosse, gli occhi così lucidi che riflettevano la luce anche se fioca e distante come se fossero in discoteca. E io non dimentico, come piangendo, alla fine di tutto, si é poggiato sul mio petto. Io non dimentico della sua espressione scossa, come se avesse così tante domande da porre ma poca voglia, poco tempo e poca felicità. Io non dimentico la tristezza che mi hanno emanato i suoi occhi nonostante fossero chiusi. Io non dimentico delle sue lunghe e scure ciglia, che bagnate dalle lacrime apparivano come quelle foglie su cui scivolano veloci le gocce d'acqua dopo un acquazzone. Io non dimentico delle sue labbra rosee e tremanti mentre parlavano, non dimentico il peso con cui si é appoggiato a me, come se mi incaricasse di sostenerlo ancora un po'. Non dimentico di come mi ha parlato, di come mi ha promesso di starmi vicino, come mi ha detto che mi amasse. E non dimentico cos'ho sentito quando mi ha detto che mi amava, quando mi ha baciato. Perché quel brivido é indimenticabile.

Ma scuotendo la testa e strizzando gli occhi, cercai di levarmi la brutta immagine che aveva fatto spazio nella mia mente.
E senza rendermene conto, avevo svegliato Jungkook. Infatti questo ora mi guardava, con gli occhi appannati dal sonno.

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