Nulla su cui dubitare.

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Jimin's pov.

«Non ci posso credere... Andare contro il proprio padre, per- per che cosa?!»
Urlò, e presto mi prese per il polso, conducendomi in un'altra stanza. Era la cucina. Aveva chiuso velocemente la porta e adesso si era avvicinato a me, guardandomi. Eravamo divisi dal tavolo della cucina.
Io lo guardai, con sguardo serio, perché ero sicuro di quello che stavo facendo.

«Jimin, figliolo, guardami.»
Mi richiamò mio padre ed io alzai lo sguardo. Era profondamente serio; poche volte avevo visto quell'uomo in quel modo. «Io lo so come certi Omega possano annebbiare la vista, fidati, io lo so molto bene.» Corrugò la fronte, iniziando a gesticolare certando di farmi capire qualcosa che, per me, era lui a non capire. «Certi Omega sono persuasivi, e capisco che tu possa essere caduto nella sua trappola. Ma quell'Omega, dentro questa casa, non può starci. Tu non sei destinato ad una razza così inferiore.»

«Quell'Omega vale di più di tutta la nostra generazione di Alpha.»
Dissi serio, guardandolo. Poggiai le mani sul tavolo, sfidandolo. «Nessuna compagna del nostro sangue é all'altezza di Jungkook.»

«Non osare paragonare la nostra famiglia a-»

«Jungkook fa parte della famiglia.»
Sbattei una mano contro la tavola, fissandolo. 

«Un Omega non entrerà mai in questa casa se non per le pulizie!»

«Papà.»
Lo guardai, socchiudendo gli occhi. «Io non sono stato abbagliato da nessuno. Jungkook mi odiava all'inizio. Quindi se ci siamo conosciuti, é scelta mia. Diventare suo amico, é stata scelta mia.» Mi avvicinai a lui. «Iniziare una relazione con lui, nonostante tutti i pericoli, é stata scelta mia.» Lo fissai. «Presentarlo qui, oggi, é stata scelta mia. Perché a Jungkook non interessa niente di questa villa, nemmeno sapeva chi fossero i Park probabilmente e che io ti appartenessi, papà. E quando l'ha saputo é corso via, perché non voleva farmi avere problemi.» Sussurrai. «E penso che sia più questo amore, che un'Alpha che sta con zio solamente per il cognome che porta.» Mi allontanai di poco. «Quindi, la morale della storia é che io amo Jungkook. E Jungkook ama me. Ho intenzione di sposarlo.»
Strinsi i pugni, vedendo l'espressione di mio padre. «L'ho marchiato; adesso non potrete più dividerci. Quindi se non accetterete la nostra relazione... beh, allora, dimenticatevi di avere un figlio.»
Feci un passo indietro, per poi avvicinarmi alla porta.

L'aprii e guardai Karl, Jungkook e mia madre parlare.
Jungkook per la precisione stava parlando, e stava raccontando a mia madre la nostra storia. Sorridendo, mi appoggiai alla parete, ascoltando tutto ciò che aveva da dire.
E di nuovo, mi resi conto quanto amassi quell'Omega davanti a me. E che lo amassi in maniera tale che anche solo vederlo mi poteva rallegrare; l'amavo così tanto che sí, sarei stato disposto ad andare anche contro i miei genitori. E non m'importava davvero niente di tutti coloro che potrebbero arricciare il naso alla nostra storia, con commenti come "butti all'aria ventuno anni di rapporti con i tuoi genitori, per uno o due con un Omega?".
Io so di chi devo circondarmi. E so che le persone, se davvero mi vogliono bene, non mi costringono. Io so che la mia famiglia dovrebbe andare oltre il loro orgoglio e i loro pregiudizi, proprio come ho fatto io. Perchè io sono cambiato per Jungkook e con Jungkook. E sono cambiato in meglio, perché la mia vita é migliorata da quando c'é lui.

Ora ho un obiettivo.
Ora so dove sbattere la testa, e so cosa significhi portare rispetto verso qualcuno.
Ora so che cosa significa svegliarsi con accanto qualcuno, e piuttosto che rivestirsi ed andare via andando a raccontare la notte avuta, abbracciarlo. Perché mi sono reso conto che é mille volte più bello amare qualcuno piuttosto che usarlo. E anche se ci soffri, anche se ci stai male, perché una botta e via é più facile dell'avere una relazione, sai che stai facendo la cosa giusta. Perché so che Jungkook é la mia strada giusta.

«Lo pensavamo anche noi questo.»
Lo guarda e lo vidi stringere le mani in due pugno. «Per questo avevamo paura. Perché io ero innamorato perso di Jimin. Scommetto che su tutti i giornali, abbiate visto la notizia del mondo virtuale del signor. Kim... beh, noi eravamo le cavie. E in quel mondo avevamo fatto gamer over. Eravamo morti, in poche parole. Ma in quel momento, in cui non sapevamo se saremmo tornati qui, quando e dove, ci baciammo. E rimanemmo vicini, senza voltarci le spalle.»
Mi appoggiai alla parete, chiudendo gli occhi. Ci pensavo a quel momento, quando per la prima volta ci siamo baciati. Quando lui poteva scappare, quando io gli stavo rivelando di chi fosse davvero. Era stata la prima volta che ho sentito quel brivido, quella voglia di tornare a vivere solamente per lui. Ricordo come inutilmente avevo provato ad alzare un braccio verso di lui, cercando di proteggerlo. Era stato un dolore indescrivibile alzare quel braccio; semplicemente feci il gesto di proteggerlo, ma non lo feci davvero. Non ci riuscii; e tornammo nel mondo reale. «E da allora forse é nato tutto, o forse é nato tutto prima, io non lo so. So solo che... senza Jimin mi sento perso.» Chiusi gli occhi a quelle parole. Anche io senza di te non vivo.
«E so che probabilmente sarà una frase da far venire il vomito a voi Alpha perché ci vedete come dei bambini che non sanno essere indipendenti, ma io lo ero. Ma quando ho conosciuto Jimin era come se quel concetto di "tutto" si fosse centralizzato solamente su di lui. Jimin é il mio tutto. E senza di lui non so che cosa fare; senza di lui adesso non sarei un bel niente che un Omega nelle mani di un malato.»
Anche tu sei il mio tutto.
«E so che ho fatto una brutta impressione questa sera, e l'idea che voi possiate ritenere adesso Jimin non degno di quest'eredità mi distrugge. Perché io amo Jimin, e lo amo così tanto che lo lascerei se voi non gli deste tutto ciò che merita a causa mia, per paura di doverlo condividere con me. Perché a me non importa davvero niente di avere un quadro appeso alla parete, di tanti soldi; io vengo da una casa che non é più grande di questa stanza. Ma ho imparato i veri valori di tutto. E ciò che vi chiedo, n-non é quello di accettarmi adesso e subito. Ma di pensarci e di prenderlo in considerazione. Perché per me vostro figlio é molto di più di u-un cognome, d-di due nomi e.. d-di tutto il resto. Io l-lo amo come non ho mai amato nemmeno me stesso, quindi... vi prego, sappiate che oltre all'amore fra sangue puro*, ci siamo anche noi.»»

Mi avvicinai al mio ragazzo, prendendogli la mano. E girandomi, mi accorsi che stava piangendo. Il cuore mi si strinse, e gli baciai la fronte.
Ormai non c'era più nulla su cui dubitare.
«Sei stato bravo, piccolo.»
Gli sussurrai, e notai nei suoi occhi un luccichio di sorpresa. Mi girai verso i miei genitori, guardandoli male, ritenendoli la causa delle sue lacrime. Li fissai male. «Noi ce ne andiamo.»
Strinsi la presa che avevo su Jungkook, e ce ne andammo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2020 ⏰

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