Shopping.

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[capitolo: IX.]

Il suono fastidioso della sveglia mi riportò alla realtà dal mio fantastico sogno.
Aprii gli occhi mugolando; di certo non era bello svegliarsi alle sei del mattino, ma non importava. Allungando la mano, cercai il mio telefono e pregai di trovarlo e riuscire a disattivare quel dannato suono, senza accendere il cellulare. La luce della schermata avrebbe fatto male ai miei occhi appena svegli, e non ne avevo voglia. Cercai il tasto che dovevo trascinare verso l'alto, e iniziai a fare quel movimento su vari punti dello schermo, inutilmente. Mi accorsi che ce l'avevo fatta, solamente quando quel suono cessò, e mi permisi di stare altri due minuti su quel soffice letto, cullato dall'oscurità di quella stanza. Tecnicamente non era necessario svegliarmi così presto, ma tuttavia, quel giorno avrei dovuto fare spesa, e sarei andato alle sette, tornando alle otto. Alle otto e un quarto sarei andato alle mie lezioni.

Sospirai, e alle sei e un quarto decisi di alzarmi definitivamente. Presi dei vestiti e andai in bagno, mugolando per il freddo pavimento che entrava in contatto con i miei piedi caldi.
Perchè se mi svegliavo e mi alzavo presto di domenica mattina, non aveva lo stesso effetto di quando mi svegliavo ed alzavo presto di qualunque altro giorno della settimana?
E con questi complessi mi feci una doccia. Mi cambiai e mi sistemai, guardandomi allo specchio. Aprendo la finestra cercando di far uscire del vapore, guardai lo specchio. Era appannato, e non riuscivo a vedere nulla. Ma tuttavia non potevo non guardarmi, perché la mia immagine sfocata allo specchio, la vedevo più strana del normale. Sembrava che avessi qualcosa addosso, e la cosa mi preoccupò un po'. Come una macchina sul collo.
Iniziai a pulire lo specchio con le dita, lasciando un piccolo spazio su cui potermi specchiare. Mi guardai allo specchio mordendomi il labbro preoccupato, quando mi accorsi che in realtà non avevo niente.
Corrugai la fronte, toccandomi il collo.
Eppure...
Chiusi gli occhi.
Ero ancora nel mondo dei sogni.

Uscii dalla stanza chiudendo a chiave la porta, scesi le scale per arrivare al piano terra ed uscii dal dormitorio. La mia meta era un market aperto 24 ore su 24, e ringraziai che non fosse poi così distante dalla scuola stessa.
Appena entrato, il calore di quel posto mi fece tirare un sospiro di sollievo. Sussurrai un "buongiorno" appena udibile, dato che non vedevo nessuno, se non due o tre signore sparse per le corsie. Presi un carrello ed iniziai a camminare.

“Robe per la colazione...”
Mh. Vediamo, delle merendine sarebbero state l'ideale. Non avevo voglia di uscire ogni volta e di andare al bar per fare colazione; insomma, potevo benissimo comprarmi delle merendine, svegliarmi più tardi e non andare a disturbare tutti i giorni quel povero TaeHyung. Presi ciò che più mi attraeva e lo misi nel carrello.
“Acqua.”
Mi guardai attorno. L'acqua era la cosa più brutta per me, da portare; odiavo quelle confezioni, erano così pesanti, ma pensai che il vero problema sarebbe stato portarle per tutte le scale del dormitorio. Un ascensore avrebbero potuto metterlo.

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Una volta uscito da quel negozio, mi avviai verso il dormitorio. In entrambe le mani avevo le confezioni d'acqua; legate ai polsi le buste della spesa. Mi ero promesso di non portare tanta roba, ma era impossibile. Insomma, che avrei dovuto fare? Fare metà della spesa oggi e metá domani? Quindi, pensai che il sacrificio sarebbe bastato per un solo giorno. Attraversai la strada che era decisamente più popolata rispetto all'andata; erano probabilmente le otto, o forse poco prima, quindi era anche normale.
Arrivato davanti ai cancelli, poggiai momentaneamente le buste per terra.
Arrivava il secondo round, e anche quello più complicato; entrare nel dormitorio con quelle buste.
Ma proprio mentre stavo per darmi la carica, una voce dietro di me mi fece sobbalzare e tirare una busta contro quella voce.

Girandomi, mi accorsi che era Jimin.
«Ahio...»
Mi guardò. Non si era fatto male né tanto meno era stato colpito; teneva la busta salda fra le sue mani. Alzò un sopracciglio. «Ma non é che hai il ciclo?»

❛❛ελευτερία.❜❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora