•SPECIALE•

513 24 20
                                    

нσω τσ мαкє α вαвy sτσρ cryiทg

Levi ed Eren, signori e signore.
Prima rapitore e vittima, poi amici, amanti, fidanzati e infine anche sposi.
La vita matrimoniale era magnifica, sì, coccole dalla mattina alla sera intervallate da passeggiate tra i boschi, uscite con gli amici, sessioni bollenti a letto e poi di nuovo coccole.
I bei tempi prima che arrivassero quelle creaturine che ai due piaceva considerare come loro figli.
La vivace Beatrice e il timido Felix, orfani a causa della guerra tra licantropi e vampiri, erano stati accolti in casa Ackerman a braccia aperte.
Eren e Levi ne erano stati felicissimi...inizialmente.
Si ritrovarono ben presto a scoprire quanto potesse essere difficile crescere dei bambini di appena cinquant'anni (i nostri 5 anni).
I due coniugi facevano del loro meglio, davvero!
Avevano ridipinto le pareti della villa, con gran rammarico di Levi, avevano sostituito i mobili scuri con altri più chiari e preparato una stanza piena zeppa di giocattoli.
Certe volte, però, la situazione sfuggiva lievemente di mano.

Era un freddo pomeriggio di novembre, il cielo era grigio e ricoperto di nuvole cariche di pioggia.
Eren corse su per le scale, il fiato corto e gli occhi dilatati per la paura.
Girò il collo per guardarsi alle spalle, ma inciampò in uno scalino, cadendo rovinosamente al suolo.
Gridò.
Si rimise in piedi a fatica e zoppicò il più velocemente possibile verso il corridoio buio.
-FERMO, FERMO, FERMO! TI PREGO, ASPETTA!- gridò in preda al panico.
Si girò e cacciò uno strillo acuto.
-NO NO NO NO NO! STAI INDIETRO!-
Corse ignorando il dolore al ginocchio e si gettò sulla maniglia della porta.
Tremò quando sentì l'aria muoversi alle sue spalle, un gelido alito di morte gli accarezzò la nuca.
Pianse più forse e quasi staccò la maniglia dalla porta.
Alla fine il legno cedette e lui si chiuse a chiave in quella che era la sua vecchia stanza, sospirando per il sollievo.
Poi lo sentì: un colpo secco contro la porta.
Poi un altro, un altro, un altro e un altro ancora.
I cardini cigolarono e iniziarono a oscillare, sempre più vicini al punto di rottura.
Eren singhiozzò.
Corse alla finestra solo per trovarla chiusa, lui e Levi l'avevano sigillata quando Beatrice aveva rischiato di cadere di sotto per inseguire un pipistrello.
-È la fine...per me è finita! Beatrice, Felix...bambini miei!- pianse -Vi ho amato più di ogni altra cosa al mondo! Perché!? Perché deve finire così!?-
La porta fu colpita di nuovo.
Il corpo del licantropo fu attraversato da uno spasmo.
Si lasciò cadere sulla sedia, aprì il suo diario all'ultima pagina rimastogli e iniziò a scrivere le sue ultime parole.

Caro diario,
sto per morire.
Levi è qui, tra poco scardinerà la porta.
Tutto per quel dannato spolverino!

Con un ultimo colpo, la porta esplose.
Schegge di legno schizzarono in ogni direzione.
Eren congelò sul posto vedendo gli occhi inumani di suo marito.
-L-Levi...-

~qualche ora prima~

-Waaaaaaa! Papà! Papà! Voglio papaaaà!-
Beatrice stava piangendo, non che fosse una novità.
Chi è papà? Levi.
Chi si sta sorbendo le sue grida? Eren, ovviamente.
Quello era uno di quei rari pomeriggi in cui la casa era vuota, Hanji e Caterina erano fuori e Levi era andato a prendere Felix da Mikasa.
Il problema era uno e semplice: la piccola vampiretta preferiva il suo papà alla mamma e non stava zitta un attimo finché il suo genitore preferito non tornava a casa.

Eren afferrò la statuetta di un uomo a cavallo e la posizionò davanti a innumerevoli altri giocattoli intagliati nel legno.
Si voltò verso la bambina e le fece il suo sorriso più incoraggiante.
-Hey, Bea, guarda qui. Perché non giochiamo a colpire quelli con delle palline? Possiamo usare i sassolini raccolti in spiaggia, che te ne pare?-
Lei lo guardò, gli occhi lucidi e pieni di lacrime.
-Ma sì, dai, il primo che ne butta giù una avrà diritto a tre biscotti in più stasera. Ci stai? Guarda che i biscotti al cioccolato di Caterina sono i migliori!-
Per un attimo Eren aveva sperato di esserci riuscito, per un misero secondo era stato certo di poter interrompere quell'infinito susseguirsi di sconfitte.
Ma no, solo Levi poteva vincere contro di lei.
Beatrice strinse i pugnetti, abbassò il viso e scoppiò di nuovo a piangere gridando.
A quel punto il ragazzo cedette.
Si alzò in piedi di scatto e corse via in preda alla disperazione.

The war we started - {RIREN}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora