28~❦τнє ƒiทαℓ вαττℓє❦

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(Minuscolo e insignificante avviso: nel capitolo ci saranno diversi cambi di POV.
Da questo segnetto '🎵' vi consiglio di ascoltare la musica che ho messo all'inizio del capitolo)

•Levi•
Camminavo con passo deciso, schiena dritta e sguardo impassibile, ma dentro di me mi stavo maledicendo per aver lasciato il moccioso a casa.

Ho fatto la cosa giusta, ora lui sarà al sicuro.

Continuavo a ripetermi quelle parole come un mantra, ma il pensiero che Eren potesse essere arrabbiato con me per colpa mia mi metteva un certo disagio addosso.
Continuai a camminare fino a fermarmi a pochi passi dall'uomo che stava mandando al patibolo troppe giovani vite, Erwin Smith.
Erano le 8:57, mancavano tre minuti all'inizio della prima e ultima battaglia di questa guerra.
Dietro di me erano schierati membri di tutti i clan, Vampiri, Licantropi, Arpie e Sirene.
Di fronte a noi c'era un sostanzioso gruppo di Licantropi pesantemente armati.

🎵

Eravamo in una radura circondata dagli alberi e costeggiata da un fiume.
Il vento freddo e profumato di dicembre mi accarezzava i capelli e dal cielo iniziavano già a cadere i primi fiocchi della stagione.
Quella sarebbe stata una perfetta vigilia di Natale se solo non stessimo rischiando la vita.

Le trombe suonarono, era l'ora.
Io e il biondo ci fissammo a lungo, poi lo vidi guardare alle mie spalle con fare divertito.
-E così- iniziò -quel vigliacco di Eren non si è presentato- ghignò riportando lo sguardo su di me.
In tutta risposta lo guardai con odio e risposi con la mia solita calma glaciale.
-Non insultare chi non è presente, è maleducazione-
Lui emise un grugnito infastidito e mi porse la mano.
-Che vinca il migliore, Ackerman-
Gli strinsi forte le dita con un eccesso di rabbia repressa.
-Crepa, Smith-

Ci voltammo e tornammo verso i nostri corrispettivi eserciti.
Tutti prepararono le armi e io estrassi la mia Sica dal fodero in cuoio.
-ALL'ATTACCO!- gridò Mr. Sopracciglia.
E lì ebbe inizio l'inferno.

•Eren•
È tardi!

Era questo l'unico pensiero che frullava nella mia testa.
Avevo il terrore di essere arrivato troppo tardi.
Avevo il terrore di vedere il corpo gelido di Levi abbandonato sulla neve in una pozza di sangue.
I fiocchi candidi cadevano copiosi dalle nuvole e offuscavano la visuale, era come se il tempo stesso volesse celare gli orrori della guerra.

Corsi a perdifiato per il bosco rischiando più volte di scivolare sul ghiaccio.
Finalmente giunsi alla radura e inorridii alla vista degli innumerevoli corpi insanguinati abbandonati sul manto nevoso con frecce, pugnali e profonde ferite su tutto il corpo.
Mi portai una mano sulla bocca per trattenere un conato di vomito e portai l'altra mano all'elsa della spada.
Con gesto veloce la estrassi e mi gettai nella calca di persone intente a uccidersi nei modi più svariati.

Schivai agilmente un paio di colpi probabilmente non diretti a me, il mio obbiettivo era trovare lui.

Dove sei, Levi?!

Continuavo a scandagliare la folla con lo sguardo alla ricerca della zazzera corvina del mio ragazzo.
Vidi Jean impegnato in un corpo a corpo con i suoi coltelli a pugno mentre Armin scagliava frecce alle sue spalle.
Sasha e Connie combattevano schiena a schiena con le loro spade corte.
Christa lanciò un coltello nel petto di un Licantropo che stava attaccando Ymir e Mikasa mieteva vittime con i suoi pugnali di conchiglia.
Vidi Marco correre in aiuto di Allegra che era stata ferita a un fianco mentre uccideva un nemico.
Il resto erano solo facce anonime.
Mi parve di riconoscere il fioraio vicino casa mia da cui compravo spesso i fiori per mia madre, o la moglie del panettiere che preparava i dolci migliori del villaggio.
Riconobbi il mio maestro di letteratura che, con il suo corpo in carne e la vista debole, mai avrei immaginato su un campo di battaglia con una spada in mano.

The war we started - {RIREN}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora