19~❦gσ αωαy ƒrσм мє, Erωiท!❦

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•Eren•
-Erwin...- mormorai con gli occhi sgranati.
-Ciao Eren, come stai?- la sua voce roca e profonda mi provocò non pochi brividi.
Quella domanda così gentile, posta con un tono che dire incazzato era poco, era terribilmente inquietante.
Per un attimo valutai l'idea di non rispondere e andarmene ma il suo sguardo gelido mi teneva inchiodato a terra.
-C-che ci fai qui?- borbottai più a me stesso che all'uomo che nel frattempo si era avvicinato pericolosamente.
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, ti ho insegnato l'educazione no?-
Deglutii e mi allontanai di scatto.

-Cosa vuoi da me?-
-Calmati, voglio solo riportati a casa-
-No! Non voglio, sto bene qui!-
Lui fece una risatina divertita.
-Ah si? Stai bene con quel vampiro, lo ami?-
-Esattamente!-
-E al tuo branco non ci pensi?-
Quelle parole mi lasciarono interdetto, in quelle due settimane avevo pensato solo a godermi l'amore di Levi e avevo trascurato tutto il resto.
Dopo brevi istanti di silenzio mi decisi a parlare.
-Posso governare il gruppo anche stando con Levi-
-E credi che te lo lascerò fare?- disse ironico.
A quelle parole centinaia di piccoli brividi attraversarono la mia colonna vertebrale e l'aria si fece carica di una tensione esasperante.
Lui era difronte a me, illuminato dalla luce della Luna con un ghigno inquietante sul volto.

Sentivo ancora la musica della festa, improvvisamente immaginai Levi seduto al pianoforte che mi guardava con uno dei suoi sorrisi più belli porgendomi la mano e mi resi conto di quanto fosse facile raggiungerlo.
Animato dal desiderio di stringerlo fra le braccia scattati verso l'altro lato del giardino pronto a correre via, ma qualcosa di pesante si abbatté sulla mia schiena facendomi cadere faccia a terra.
Girai di poco la testa e vidi un grande lupo dal pelo color miele fissarmi intensamente.
Erwin mi teneva a terra con le zampe premute sulla mia schiena.
Mi liberai velocemente dalla sua presa e cercai di portare avanti la mia fuga.
Questa volta però il lupo mi azzannò la gamba destra facendomi gemere dal dolore e accasciare a terra.
Senza pensarci due volte mi trasformai a mia volta e mi gettai su di lui diretto alla spalla.
Non volevo ucciderlo, era pur sempre la mia unica figura paterna.

Ebbero inizio una serie di colpi e guaiti.
Durante il combattimento spesso cercavo di emettere dei latrati rumorosi per farmi sentire dai miei compagni.
Mi sentivo così stanco.
Mi girai indietro ferito iniziando ad ululare, era un segnale che solo i miei compagni potevano capire.
L'erba sotto di me era macchiata del mio sangue e avevo delle macchie rossastre in alcuni punti del pelo.
Erwin mi guardava compassionevole e questo mi fece andare in bestia.
Con la mente poco lucida lo attaccai ma lui fu più veloce e mi atterrò con una sola zampata premendo quest'ultima sulla mia gola.
Sentii il respiro mancare e iniziai a contorcermi e a guaire senza successo.
Macchie nere cominciarono a invadere il mio campo visivo e ben presto persi i sensi in preda alla paura.
Mi sentii muovere un'ultima volta.

•Jean•
(Sorpresi? Cambio di POV all'interno di un capitolo! Questa cosa non mi piace molto ma era necessario, buona lettura🤗)
Stavo parlando con Armin, il biondino amico di Eren, era una compagnia molto piacevole.
Lo trovavo molto dolce e tenero!
Sentii un lungo sibilo.

Un...ululato?

Mi concentrai muovendo le orecchie in direzione del suono.
Sbiancai quando riconobbi il segnale d'aiuto del nostro gruppo.
-È Eren!- esclamai preoccupato.
-Uh, cosa?- chiese Armin.
-Questo ululato, è una richiesta urgente d'aiuto da parte di Eren!-
Lui annuì grave ed entrambi corremmo da Levi.
Arrivammo contemporaneamente a Connie e Sasha.
-Levi Levi!- disse la ragazza tesa come una corda di violino.
-Mh?-
Il corvino smise di suonare e si alzò aspettando le nostre parole.
-Eren...- iniziai.
-Ha lanciato un segnale di soccorso!- finì Connie.
-Cosa?-
-Un ululato lungo e acuto, il nostro metodo di chiedere aiuto!- spiegai agitato.
Nonostante litigassi sempre con quella testa calda eravamo molto amici e gli volevo bene.
Il corvino sembrò soppesare preoccupato le nostre parole e poi annuì.
-Da dove veniva il suono?-
-Vieni!- Sasha iniziò a correre verso una zona isolata dall'altro lato del giardino e noi la seguimmo veloci.

The war we started - {RIREN}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora