33-Se sono io il problema, vado via io

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CAPITOLO 33
STUART

Il momento della giornata che più preferisco è proprio questo, quando sto per tornare a casa dalla mia famiglia

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Il momento della giornata che più preferisco è proprio questo, quando sto per tornare a casa dalla mia famiglia. Tra quelli che amo,- tutti passati con Bruna- non posso fare una classifica, ma questo è in assoluto il migliore.

E' strano, a quarantaquattro anni, provare emozioni così forti verso una ragazza che ha la metà dei miei anni, eppure è così e non posso farci niente. Se solo mi fossi arreso prima a quest'amore immenso, ci saremmo fatti meno del male.

Rettifico.

''Le avrei fatto meno del male.''

Credo però, di aver fatto ammenda dei miei errori e di aver ricucito, in parte, le ferite che ho inferto.

Ho l'ansia, il cuore che batte a mille, le mani che tremano e che sfregano contro il tessuto dei miei pantaloni stirati. Tutto questo accade sempre, prima di tornare dalla donna che amo e dai nostri figli. Ed è in questo momento che mi sento un ragazzino, uno di quelli che sa già, che quella cotta presa, gli sarà fatale, ma va bene così.

Il loro respiro addosso di prima mattina, i loro baci prima di addormentarmi e anche i loro piedi in faccia in piena notte, sono ciò a cui ho ambito per una vita intera. Avevo smesso di crederci ma un giorno, tutto ha avuto un senso. Vorrei poter dire che sono stati un paio di smeraldi verdi a spianarmi la strada verso la felicità e invece sono state delle piccole margherite.

''Già. Quelle fottute margherite a coprirle i capezzoli. Fortuna che non fa più la fotomodella. Ora Bruna fa la mamma a tempo pieno.''

Tra qualche minuto sarò a casa. Stanno effettuando dei lavori sotto l'edificio in cui abito per questo motivo, ho dovuto parcheggiare altrove la mia Jaguar. Non è facile trovare un posto libero a Roma e spero che non facciano problemi. Non vorrei vedere il mio Suv a bordo di un carro attrezzi.

Saluto con un cenno del capo Ludmilla, affacciata al balcone che da sull'androne e mi scosto, quando mi accorgo che una cicca di sigaretta sta per finirmi sulla testa. Le faccio il dito medio e prendo le scale che mi portano al mio appartamento.

Apro la porta mentre il mio organo pulsante batte forte nel petto.

Sento già odore di Bruna nell'aria e anche di cane.

<<Bambolina sono a casa>>esclamo, richiudendo poi la porta alle mie spalle.<<So che ti arrabbierai ma ho una buona scusa>>chiarisco, prima che possa sbraitare per capelli che ho legato. Vorrebbe che li portassi sempre sciolti, così da poter infilare le dita nei miei ricci tutte le volte che vuole.

Arturo corre ad accogliermi, come sempre, scodinzolando e poggiando le zampe sulle mie cosce. Lo accarezzo ed è lui a decidere quando bastano le coccole. Quando si scoccia, ritorna al suo posto, immerso nei suoi giochi e nei suoi ossicini che sgranocchia, in attesa che arrivi quella peste di mio figlio.

Nel posto giusto al momento giusto #3 Un Nuovo inizio(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora