20-Ritorno a Roma

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CAPITOLO 20
BRUNA

Non so dove possa essere andato Stuart, non ne ho la più pallida idea

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Non so dove possa essere andato Stuart, non ne ho la più pallida idea. Da quando ha urlato come un matto ed è uscito da camera sua, sono rimasta ferma nella stessa posizione, con le gambe sotto il mento e le braccia intorno ad esse.

Speravo che sarebbe ritornato al più presto e invece non so quante ore siano passate, forse non troppe ma nemmeno così poche. La sua mancanza la avverto per tutta la stanza, la avverto dentro di me.

Era arrabbiato, davvero tanto arrabbiato, non con me e questo lo so ma con Oliver. All'inizio Stuart è stato gentile con me, poi dopo, quando gli ho detto che suo fratello si stava masturbando su di me, nudo, sul tavolo della cucina del castello, ha persola ogni briciolo di lucidità.

''Ha voluto sapere la verità e io non volevo mentirgli, non potevo farlo perché sono state proprio le bugie la causa di tutti i nostri problemi. Certo, le bugie le ha dette lui e non io, ma non mi sognerei mai di mentirgli perché lo amo e perché ho bisogno che mi creda, adesso come non mai.''

I suoi occhi si sono colorati di rosso, di quel sangue che tutte le volte rende pazze le sue iridi nocciola. Non è stato cattivo come le altre volte,-certo, poteva risparmiarsi quell'uscita infelice sul mio mangiare costantemente,-però pensavo davvero peggio. Credevo che gridasse di più e che mettesse sotto sopra questa stanza, invece, per non mostrarmi il peggio di sé, ha preferito rimanermi da sola, rimanerci da sole.

''Non era sicuro di se stesso, temeva di rappresentare un pericolo per te e per la bambina''rammenta la mia coscienza.

Sono d'accordo con Lorenza. Stuart aveva paura di se stesso, non si fida di lui quando accadono queste cose. E' troppo presto e questa era una dura prova per dimostrarmi di essere cambiato e d'aver lavorato su se stesso.

La verità è che sono ancora scioccata. Un uomo che nemmeno conoscevo, perché alla fine Oliver l'ho visto una sola volta, mi ha presa tra le sue braccia contro il mio volere e mi ha infilato la sua schifosa lingua in bocca. Ho fatto di tutto per respingerlo, ma lui era troppo forte e io troppo piccola e timorosa che un gesto disperato avrebbe causato problemi alla bambina. Sarei potuta cadere, inciampare e cadere, avere un malore e cadere e tutto questo avrebbe potuto creare problemi a Carmen. Per questo, sono rimasta al mio posto e da ferma ho tentato di allontanarlo mordendogli il labbro inferiore.

Oliver non ha accusato affatto il colpo. Pensavo solo a Stuart, solo a lui mentre suo fratello premeva la lingua contro la mia che invece era bloccata, per paura di mischiarsi alla saliva di un uomo che non è il papà dei miei figli.

''E se Oliver avesse qualche malattia? Oddio, non voglio nemmeno pensarci.''

Corro di fretta in bagno, ripensando a quanto accaduto e vomito tutto ciò che ho in corpo, tutta la cena e quel poco di yogurt che ho avuto modo di mangiare, prima che Oliver si avventasse su di me. E' stato solo un secondo lo giuro, non ho avuto il tempo di scappare, di fuggire via e di impedire che mi macchiasse.

Nel posto giusto al momento giusto #3 Un Nuovo inizio(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora