CAPITOLO 25
STUARTDopo averle portato il gelato al pistacchio, tra me e Bruna non c'è stato alcun tipo di contatto fisico, neanche uno sguardo. Quella sera Ivan mi ha chiamato abbastanza incazzato, dicendomi di comprare una vaschetta di un chilo del gusto di cui Bruna aveva voglia e di farlo immediatamente. Non mi ha parlato della nocciola, lui aveva capito gusto pistacchio di Bronte. Evidentemente era così preso dalle sue cose che neanche si è accorto di quello che la mia sirenetta gli ha chiesto. Lui non poteva passare in gelateria, aveva messo i bambini a letto e si capiva che stava facendo l'amore con sua moglie.
Non pensavo che potesse chiamarmi, visto la poca simpatia che nutre nei miei confronti ma ho apprezzato che lo abbia chiesto a me e non a suo fratello Federico. Quel tipo è da un po' che non si vede in giro e non so se abbia contattato Bruna. Credo che l'ultima volta che si siano visti sia stato proprio il giorno del matrimonio, poco prima che Bruna partisse per raggiungere il Comune. Chissà che aveva intenzione di fare lo stronzo. Magari il fatto che non si stia facendo vivo è un buon segno. Ha capito che deve togliersi dai coglioni. Bruna non sarà mai sua.
Quello che mi preoccupa, non è lui, né Oliver che è tornato alla sua vita da figlio bastardo, in Scozia. Ora è Andrea quello che non mi fa vivere tranquillo. Con la scusa della fisioterapia è sempre attaccato a Bruna.
''Almeno lui, un'ora al giorno può vederla. Io no.''
La scorsa settimana ho inaugurato il mio locale, anzi, per essere precisi, quello che ho preso in gestione. L'ho chiamato Ivana Club, proprio come Ivana, la donna che avevo conosciuto anni fa, come Bruna insomma. Lei però quella sera non è venuta. Cioè, mi è sembrato d'averla vista per un attimo, con un vestito bellissimo stretto sotto il seno che le fasciava la pancia ormai grossa, eppure, dopo aver sbattuto le palpebre per qualche secondo, non l'ho vista più.
Ivan, Marta e piccoli hanno prenotato un tavolo e sono comunque passati a salutarmi, anche se sono andati via presto per via dell'asilo e dei bambini che quindi si sarebbero dovuti svegliare presto. Quantico anche è passato a bere una birra, mi ha dato una pacca sulla spalla e ha osservato ogni mio movimento. Forse voleva controllare se rigassi dritto o se dessi confidenza a qualcuna, cosa che non ho fatto.
Anche Ludmilla è venuta a salutarmi, la mia vicina pazza. Ha detto che si trovava lì per caso, ma io lo so che in fondo un po' si è affezionata a noi, anche a mia figlia con la quale non ha mai avuto un bellissimo rapporto.
Agnese mi da una grandissima mano al locale ma cerco di non farla stancare perché è ancora in terapia. Anche se mi fossi azzardato a parlare con una cliente, cosa che non avrei fatto, mia figlia mi avrebbe menato.
''Attento a come ti muovi che ti ammazzo.''mi ha detto senza troppi giri di parole, appena la prima cliente si è avvicinata al bancone chiedendomi se potessi darle da bere qualcosa di molto forte. A detta di Agnese, quello era un doppio senso, ma non ne capisco molto. Insomma, questi giovani usano un linguaggio davvero particolare.
STAI LEGGENDO
Nel posto giusto al momento giusto #3 Un Nuovo inizio(COMPLETA)
RomanceLa vita finisce solo quando non respiri più, per tutto il resto c'è una soluzione.