"Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di serbarlo dentro di me per tutto l'anno"
-Charles Dickens, Canto di Natale.-Io ancora non ci credo- commentò Juliet, stupita, prendendo dei piatti dalla credenza.
-Sai che è la quarta volta che lo ripeti, Juliet cara?- le lanciò un'occhiata divertita zia Harriet.
Era una donna sulla cinquantina, perennemnte allegra e sempre pronta a dire una qualche perla di saggezza.
Lily guardò la donna e sorrise, scuotendo la testa.
-Non si preoccupi, signora Johnson- spiegò
-ormai ci sono abituata-
-E' bello avere qualcuno che mi capisce- aggiunse Will -che capisce cosa si provi a vivere con una sorella del genere-
-Ehi!- la bionda lanciò un pezzo di focaccia al fratello, che si abbassò prontamente.
-Ah-ha! Mancato!-
-Juliet! Ci serviva per gli scones quello!- la zia la guardò male.
La ragazza arrossì, facendo un sorriso di scuse e poi si rivolse a Lily.
-Stavo dicendo- riprese -non è possibile che prima dell'anno scorso non avessi mai mangiato uno scones-
La rossa scrollò le spalle.
-A casa mia non è tradizione- mormorò, chinando lo sguardo e continuando a impastare la pasta per il dolce.
Era diventata improvvisamnete triste, come se qualcuno avesse preso con un cappio la sua solita allegria e l'avesse stretta così tanto da farla scomparire.
-Juliet- la chamò la zia -tieni, continua tu a mescolare. E ricorda: movimenti circolari continui!-
Le diede tra le mani una ciotola con dentro della crema e un mestolo di legno.
La ragazza annuì e prese a fare come la donna le aveva detto.
Sospirò, lanciando delle occhiate a Lily che se ne stava sempre ammutolita.
-Ma dov'è finito Will?- pensò ad alta voce, guardandosi intorno.
-Non lo so- rispose l'amica, senza alzare lo sguardo.
Juliet temeva che se solo l'avesse fatto, avrebbe visto i suoi occhi verdi lucidi di lacrime non versate.
D'improvviso, le venne un'idea.
-Lily?- la chiamò.
Quella alzò lo sguardo, le sopracciglia ramate inarcate.
La bionda, con uno scatto del polso, le tirò un po' di crema.
L'altra spalancò gli occhi.
-Traditrice!- gridò, affettandosi a ricambiare il favore.
Juliet rise.
E in qualche strano ed assurdo modo, cominciò una battaglia di cibo.
Ad un tratto, suonarono il campanello.
Le due si guardarono, mentre zia Harriet tornava rassettandosi i corti boccoli dorati.
Appena notò come si erano conciate, si fermò di colpo.
-Buon Dio, ragazze!- esclamò, guardandole severamente -Cosa diavolo avete combinato?-
Will scese in quarta dalle scale, abbottonandosi gli ultimi bottoni della camicia.
Ecco dov'era, pensò Juliet.
Il ragazzo sorrise loro, e poi andò verso la porta.
Quando le posò sulla maniglia, le mani gli tremavano.
La porta si aprì e ne entrò una ragazza, dai lumiosi occhi grigi.
Julet sbattè un paio di volte le palpebre, mentre arrossiva rendendosi conto dello stato in cui doveva essere.
Ma chi era?
Poi ricordò.
E se tutto va come sperato, a Natale non saremo solo io, te e la zia.
E se Will avesse trovato...?
Il fratello diede voci ai suoi pensieri.
-Famiglia, Lily- disse, felice -voglio presentarvi qualcuno-
La ragazza sorrise, mentre Will le passava un braccio intorno alla vita, scostandole i lunghi capelli castani.
-Lei è Tessa- sorrise -la mia fidanzata-*****
Juliet lanciò l'ennesima occhiata a Tessa e Will, che chiacchieravano seduti al tavolo della cucina mentre zia Harriet impiattava gli scones.
Qualcuno le picchiettò sulla spalla.
La ragazza si girò e vide Lily che stava stringendo in grembo un cuscino, e la guardava sorridendo.
-Sembrano molto in sintonia- riflettè -non lo credi anche tu?-
Juliet annuì e tornò a guardare i due fidanzati.
-Sembra che non esista nessun altro al mondo a parte la persona che hanno di fronte- commentò.
-Credi sia questo l'amore? Insomma, non guardarsi l'un l'altro, ma guardare insieme nella stessa direzione?-
La bionda sospirò accasciandosi sul divano rosso.
Chiuse gli occhi.
-Sinceramente, non ne ho idea- mormorò
-credo che quando trovi l'amore lo capisci e basta-
Lily si morse il labbro.
-E se lo hai già incontrato ma non te ne sei resa conto?-
Juliet aprì di poco gli occhi.
Zia Harriet lasciò loro un piatto a testa con crema e scones.
-Grazie- disse Lily.
L'altra sorrise alla zia che ritornò in cucina, mentre si rivolgeva all'amica.
-Che vuoi dire?-
-Io... niente, lascia stare-
Perchè nella mente della rossa erano comparsi, per un istante - uno soltanto - degli occhi ambrati?
Juliet non si scoraggiò e fece per ribattere, ma l'altra fu più svelta e, fiutando il pericolo, sporcò la guancia dell'amica con un po' di crema.
-Di nuovo?!- esclamò quindi Juliet.
La rossa rise.
All'improvviso il campanello suonò.
-Aspettate qualcuno?- domandò Will, voltandosi verso di loro.
Lily scosse la testa e Juliet, dopo aver guardato nuovamente male l'altra, lanciò un'occhiata all'orologio appeso al muro.
La lancetta dei secondi ticchettava ripetutamente, mentre si avvicinava al numero dodici.
Erano le nove di sera.
-Probabilmente saranno i bambini della parrocchia che cantano- commentò lei.
-Intendi canti di Natale?- fece Lily, girandosi verso di lei.
-Benvenuta nel quartiere adiacente alla cattedrale di St. Paul- sorrise Will, lanciando un'occhiata d'intesa a Tessa.
Juliet si diresse verso la porta e l'aprì.
E rimase a bocca aperta.
-Ciao-
-Remus?- domandò sbigottita.
Il ragazzo sorrise e i suoi occhi nocciola parvero dello stesso colore del miele quando la luce della piccola casa dei Johnson li illuminò.
-Avevi dimenticato questa- coninuò Remus, mettendo tra le mani di Juliet la sua sciarpa di grifondoro -e ho pensato ne avessi bisogno-
La ragazza la strinse fra le mani.
-Come facevi a sapere dove abito?- chiese, inarcando un sopracciglio.
L'amico sorrise.
-Ti sorprenderebbe sapere quante cose so non per mia volontà- disse -a volte non è un bene fare parte dei malandrini-
-A volte?- ribadì Lily, mezza ridente.
-Oh Juliet non essere sgarbata!- la riprese la zia -Non fai entrare il tuo amico? Si congela fuori!-
-Oh signora non c'è problema, me ne stavo andando-
Zia Harriet li raggiunse e mise le braccia conserte.
-No no, mio caro. Tu ora rimani con noi- impose.
-Zia non so... i genitori di Remus lo staranno aspettando...- tentò Juliet.
Si sentiva stranamente a disagio.
-Ti farebbe piacere passare la vigilia di Natale con noi, Remus?-
Il ragazzo guardò la donna e si sciolse in un sorriso, scrollando le spalle.
-Perchè no?-
Zia Harriet sorrise e gli tolse il cappotto, andando ad appenderlo all'appendiabiti.
Juliet si fece da parte e lo lasciò entrare in casa, chiudendogli la porta alle spalle.
Remus si voltò verso di lei.
-Posso?- chiese.
La ragazza inclinò la testa di lato.
-Che cosa?- domandò di rimando.
Remus, con una strana lentezza, si sporse in avanti e con il pollice pulì il viso, ancora macchiato di crema, della ragazza, che non riuscì ad evitare di arrossire.
Will fischiò, ricevendo subito dopo una gomitata da Tessa e un'occhiataccia da zia Harriet.
-Grazie- sussurrò lei in risposta, sfiorandosi la guancia e facendo un passo indietro.
Remus le fece l'occhiolino.
-Lily cara, vieni in cucina che offriamo al vostro amico un piatto di scones- suggerì la zia.
La ragazza si alzò e, dopo aver guardato maliziosamente l'amica, raggiunse gli altri tre in cucina.
-Juliet, forse dovresti andare a spegnere le candele sull'albero, prima che scoppi un incendio- continuò.
La bionda annuì e si recò nell'angolo del salotto dove si innalzava l'albero di Natale decorato con striscioni rossi e oro, e alcune candele che davano un tocco di calore all'atmosfera invernale.
Prese a soffiare su ognuna di esse.
-Ti do una mano- disse Remus mettendosi dall'altro lato dell'albero -così faremo più in fretta-
Juliet annuì.
Le candele si spegnevano sotto i fiati dei due, come un fuoco spento dal vento.
Arrivarono all'ultima candela.
Si guardarono, come per capire solo dai piccoli movimenti incolontari del viso l'uno dell'altra chi si sarebbe mosso prima.
Lo fecero insieme e la candela venne spenta.
I loro volti erano vicini, con solo qualche centimentro di distanza a separarli.
La ragazza si schiarì al gola, allontanandosi.
Quasi corse fino alla cucina, dove si sedette al fianco di Lily.
-Non una parola- la redarguì, un attimo prima che anche Remus si sedesse con loro.
La serata passò chiacchierando e mangiando scones.
Sembrava non fossero tre compagni di scuola che nell'ultmo anno avevano legato di più, sembrava quasi si conoscessero da sempre.
Ad un tratto Will si alzò e andò in salotto, senza una parola.
I rimanenti si guardarono incuiositi, mentre zia Harriet, capendo le intenzioni del nipote, si metteva una mano sul cuore.
Le note di un valzer si levarono dall'altra stanza e Juliet alzò gli occhi al cielo.
Suo fratello era proprio incorreggibile.
Temeva però che quell'anno non sarebbe stata lei a essere la fortunata ad avere un ballo con lui.
Il ragazzo tornò nella piccola cucina e, dopo aver lanciato un'occhiata di scuse alla sorella che scosse la testa, si piazzò davanti a Tessa, con un sorriso ammiccante.
Juliet e Lily si scambiarono uno sguardo.
-Signorina, vorrebbe farmi l'onore di un ballo con lei?- e fece un inchino, porgendole una mano.
La ragazza sorrise, fingendosi pensierosa.
-Uhm non so, gentile signore- rispose, e i suoi occhi brillarono -poichè non so quanto possa essere consono un simile invito-
Will schioccò la lingua.
-Vuole farsi desiderare?-
-Potrebbe darsi-
Poi, Tessa accettò la mano e si alzò.
Juliet si portò una mano al cuore, sorridendo come incantata.
-Sembra sia davvero preso, vero zia?- chiese.
La donna sorrise a sua volta, portandosi una ciocca di capelli chiarissimi dietro l'orecchio proprio come faceva sua nipote.
-Merita di essere felice- disse guardando assente i due ragazzi che volteggiavano ridendo nel salotto -il mio bambino...-
Lily osservò le due e si ritrovò a sorridere spostando poi lo sguardo verso Remus.
Il ragazzo sembrava fosse nel pieno di una tempesta mentale.
La rossa riusciva quasi a sentire il rumore dei suoi pensieri frenetici.
E poi capì.
Era sempre stata una ragazza intuitiva, lei.
Osservando le persone, con un solo sguardo, riusciva a capire cosa stesse passando loro per la testa.
Ridendo, molte volte Petunia l'aveva chiamata strega per questo suo talento.
Certo, prima che scoprisse che lei strega lo era davvero.
Remus sembrò decidersi, perchè si rivolse a Juliet.
-Juliet?- la chiamò.
La ragazza si voltò sorridente.
Lui sperò di non perdersi negli occhi di lei perchè sapeva che altrimenti non sarebbe più riuscito a dire ciò che voleva.
-Balliamo?-
Avrebbe voluto dire qualcosa di più intelligente, qualche frase ad effetto o considerazione sulla musica per invitarla a ballare.
Ma non ce l'aveva fatta.
Gli era uscita solo quella semplice domanda formata da un verbo.
Però non gli importò, perchè Juliet aveva annuito e gli aveva teso una mano.
La portò in salotto e giurò di aver visto Lily fargli l'occhiolino.
Juliet posò la sua mano destra su quella sinistra di lui e l'altra sulla sua spalla.
Vedendo che Remus non sapeva dove mettere l'altra, se la posò sul fianco sinistro.
-Forse dovremmo stare più vicini- sussurrò, sperando di non arrossire -dopo tutto è un valzer-
Remus le fece un sorriso gentile, attirandola di più a sè.
Le fece fare una giravolta.
E a Juliet mancò il fiato.
Non poteva non notare la differenza.
La sua mente aveva fatto tutto da sola.
I ricordi della festa di Halloween, dove erano altre le braccia che la facevano volteggiare.
Quelle di Sirius.
Avevi programmato tutto?
Ricordò come fosse sentirsi protetta tra le sue braccia.
Come se lei fosse fatta di gelatina e le mani di Sirius fossero l'unica cosa capace di plasmarla e renderla ciò che veramente era.
Ma cos'era?
Chi era?
Dovremmo usare la tua camera.
Represse il ricordo, rabbrividendo.
Si diede della stupida.
Era con Remus, che l'aveva sempre trattata con garbo e gentilezza a differenza di Sirius.
Perchè diavolo ora pensava al ragazzo dagli occhi di vetro?
No, doveva concentrarsi sul ragazzo che aveva effettivamente davanti.
Remus continuava a sorriderle, forse cercando di metterla a suo agio.
E Juliet si sorprese di esserlo davvero.
Era come se i loro corpi si incastrassero perfettamente, pensati per essere due parti di un solo essere.
Ricordò che Lily le aveva fatto leggere l'estate prima un trattato di un filosofo greco, Platone.
Ne il Simposio, egli narrava di come in principio l'uomo fosse formato da due parti identiche che vennero poi divise.
La storia narra che ogni giorno, ogni parte vaga alla ricerca della sua metà, perchè si sente incompleta, come se le mancasse qualcosa.
E quando si ritrovano, le due parti si abbracciano in un abbraccio eterno ed immortale che le riporta al loro stato originario, quello di un'unica cosa sola.
Forse era quello ciò che Juliet e Remus erano.
Remus era la sua altra metà, strappatale via brutalmente nella notte dei tempi.
E perchè non avrebbe potuto esserlo invece Sirius?
Eh no, ora basta.
Doveva toglierselo dalla testa.
Smettere di pensare alla sicurezza che aveva mentre ballavano, a differenza della timida vicinanza di Remus.
Dei tocchi veloci e decisi che Sirius dava, a differenza di quelli dolci e impacciati di Remus.
Le prese a girare la testa.
Come poteva provare sentimenti così simili per due ragazzi così diversi?
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti.
Lily li aveva raggiunti.
-Che ne dici se ora ballo io con Remus mentre tu balli con tuo fratello?- propose -tua zia ha chiesto una mano a Tessa per finire di sparecchiare-
La bionda annuì, senza in realtà avere sentito una sola parola dell'amica.
Fu così che si ritrovò , quasi senza sapere come, tra le braccia del fratello.
Will le sorrise.
-Sorellina, ti vedo scombussolata- disse -tutto bene?-
Lei annuì distrattamente.
-Ero solo... persa nei miei pensieri- rispose
-credo-
Il ragazzo rise.
-Ah voi donne- commentò, mentre le faceva fare un casquè -non vi capirò mai-
-Credo che la donna che sarà tuo compito capire non sono io-
Juliet gli lanciò uno sguardo penetrante.
Potevano essere diversi sotto un'infinità di punti di vista, ma c'era qualcosa che accumunava Juliet e Will: gli occhi.
Di quello stesso azzurro particolare, scuro come la notte appena dopo il crepuscolo.
Come il cielo visto dall'inferno.
Rimasero in silenzio per un po', in quel silenzio raro tra due fratelli.
Erano perfettamente in sintonia: l'una prevedeva i passi dell'altro grazie a tutti gli anni di pratica.
-E' bellissima non è vero?- domandò Will, ad un certo punto, con gli occhi che luccicavano.
Le ci volle poco meno di un secondo a capire di chi stesse parlando il fratello.
Juliet non lo aveva mai visto così vulnerabile.
Le venne da sorridere.
E mentre il fratello le faceva fare una giravolta, lanciò uno sguardo a Remus e Lily che ballavano ridendo e a Tessa che parlava con zia Harriet, con gli occhi grigi illuminati quando per un istante posò lo sguardo su Will.
-Molto- rispose la ragazza guardando negli occhi il fratello.
Lui ricambiò il sorriso che lei gli fece.
-Sono contenta sai- continuò mentre volteggiavano -si vede che ne sei innamorato perso. Nessuna ti aveva mai fatto questo effetto, mai-
-Credo di amarla- sussurrò -di amarla sul serio. Non ho mai provato un sentimento così forte Juliet-
-E allora diglielo. Perchè penso, da come ti guarda, che anche lei ti ami-Traduzione del titolo: "Canto di Natale"
CupidaGranger
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Promise
FanfictionJames Potter aveva un solo obiettivo - che si era imposto dal secondo anno: conquistarla. Perché lei era solo una scommessa ed era fermamente convinto non sarebbe diventata niente di più. La scommessa di una vita. Lily Evans era sempre stata felice...