III. Imperium verborum

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"Bisogna fare attenzione ai libri e a ciò che contengono, perché le parole hanno il potere di cambiarci"
-Cassandra Clare, Shadowhunters - L'Angelo.

Juliet lanciò l'ennesima occhiata a Lily che se ne stava con le spalle inarcate e la borsa a tracolla stretta sul fianco.
La ragazza dai capelli ramati camminava con la testa china, come persa nei suoi pensieri.
Ma soprattutto era silenziosa, cosa che non accadeva mai.
Di solito era Juliet quella silenziosa tra le due, quella che preferiva osservare ciò che la circondava piuttosto che commentarlo.
-Va tutto bene?- le chiese apprensiva.
L'altra sembrò riscuoteresti dai suoi pensieri.
-Si, certo che si- sussurrò.
Juliet inarcò un sopracciglio.
-Non hai ancora insultato Potter, e sei stata ben due ore con lui per la ronda. Tu hai davvero qualcosa che non va!-
Lily la ignorò salendo l'ultima rampa di scale che avrebbe portato alla sala comune di grifondoro.
Vedendo che l'amica non si sarebbe decisa a parlare, ci pensò la bionda a piazzarsi davanti al quadro della Signora Grassa.
-Buonasera Signora Grassa!- le sorrise, cordiale come sempre.
Gli occhi della donna si illuminarono.
-Ragazze! I vostri amici sono entrati giusto qualche minuto fa!- disse loro allegra, poi si chinò in avanti come per sussurare un segreto
-James Potter è ancora più bello quest'anno, non è vero?-
Juliet si domandò se essere spaventata per l'affermazione di una donna molti anni più grande di loro che commentava la bellezza di un diciassettenne o scoppiare a ridere.
-Comunque- cambiò discorso l'anziana -volete sentire una canzone? Ieri stavo giusto esibendomi davanti a Sir Cadogan...-
-Oh no, sarebbe molto bello ma purtroppo siamo molto stanche dal viaggio, non è vero Lily?-
Lily alzò lo sguardo, annuendo non troppo convinta.
L'altra sospirò.
-Oh ma sarò breve, è un'aria di Verdi, forse non lo conoscete... d'altronde la generazione di oggi non conosce i grandi classici-
Juliet si sentì ferita nell'orgoglio
Se c'era qualcosa che amava davvero, quella era la musica.
Nel il dormitorio che condivideva con Lily c'era un piccolo pianoforte che suonava ogni qualvolta ne sentisse il bisogno.
Il pianoforte era il suo strumento, che non avrebbe cambiato con nulla al mondo.
La musica non è nelle parole, la musica è tra le note, disse Mozart.
E lei credeva ciecamente in questa frase.
-Inoltre non sapete la parola d'ordine- ribattè ancora la Signora Grassa.
Juliet non potè evitare di sfoggiare un sorriso tronfio, il quale le fece pensare che forse quelle ore in compagnia di Sirius le avessero fatto davvero male.
-Ascende superius- rispose.
La donna fece un'espressione indignata mentre si apriva per farle passare.
Una volta nella loro camera, Lily si diresse immediatamente sotto le coperte.
-Oh no signorinella!- esclamò la bionda mettendo le braccia conserte -Ora mi racconterai cosa ti è capitato-
-Sembri mia madre- le fece notare l'altra girandosi dall'altro lato.
Juliet schioccò la lingua.
Probabilmente Lily si arrese, perché decise di parlare.
-Durante la ronda- disse -ho incontrato Severus-
L'amica trattenne il fiato mentre Juliet, ora anche lei nel suo letto, scattava verso di lei.
-Oh buon Dio- borbottò.
Lily alzò le spalle, movimento testimoniato solo dal copriletto che si era alzato e poi abbassato. -Ha detto che sono ancora la sua migliore amica- disse, la voce incredibilmente calma
-davvero convincente. probabilmente era convinto che mi fossi dimenticata ciò che è successo alla fine del quinto anno-
-Forse lo sperava-
-E a che pro? È solo ed esclusivamente colpa sua! Se lui non mi avesse chiamata... come ha fatto, non sarebbe successo nulla-
-Qualcuno disse che gli uomini innamorati commettono le maggiori follie in nome dell'amore-
Lily la fulminò con lo sguardo.
-Severus non mi ama- dichiarò.
Juliet si strinse nelle spalle.
-Per un lasso di tempo ho pensato che... non fa niente. Dico solo che lui però molto probabilmente ti vuole ancora bene. E molto-
Ti vuole ancora bene.
Nella mente di Lily ritornarono alla memoria le parole di James, dette solo qualche ora prima.
A volte a tradirci sono proprio coloro a cui un tempo volevamo bene.
La ragazza rabbrividì.
-Ciò che Potter mi ha detto dopo lo spiacevole incontro mi ha fatto riflettere- disse in seguito.
L'altra si voltò incuriosita.
Lily si voltò completamente, da sotto le coperte rosse e oro del suo letto a baldacchino.
-Ho sempre creduto nel potere delle parole-
Juliet sorrise nonostante tutto, chiudendo gli occhi.
-E la musica comincia dove finisce il loro potere- rispose.

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