XXII. Somnia

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"Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita"
-William Shakespeare.

Juliet aprì gli occhi.
I raggi del sole le colpirono immediatamente la pelle, riscaldandola.
Prima aveva freddo, ma ora no.
Si guardò intorno e sorrise.
Era passato così tanto tempo...
Quindici anni, praticamente.
Non tornava in Galles da quando se ne era andata all'età di tre anni.
Pensò a quanto piacere avrebbe provato Will nel tornare lì.
Osservò con calma l'erba verde e morbida sulla quale era seduta.
Osservò le montagne che si ergevano davanti a lei, alte e imponenti, e scorse il Cadair Idris, leggermente più alto.
Osservò il lago di acqua cristallina che era giù a valle e si ricordò di quando da piccola andava a fare il bagno con suo fratello.
-Jules?-
La ragazza si voltò pronta a sorridere a Sirus.
Ma il ragazo che si trovò davanti non era Sirius.
-Vieni qui- le disse Remus, dolcemente.
Le porse una mano e l'aiutò ad alzarsi.
-Cosa... cosa ci fai tu qui?- chiese Juliet.
Era stordita, come se i suoi riflessi fossero intorpiditi.
-Sono venuto per te- le rispose -ti amo, perchè sei stata la prima persona a fare in modo che amassi me stesso-
Un forte vento si levò e colpì Juliet, che chiuse gli occhi d'istinto.
Quando li riaprì, Sirius era davanti a lei.
Le sorrise, quel suo sorriso malizioso che lei amava e l'attirò a sè.
L'abbracciò, mentre la ragazza poggiava la testa nell'incavo del suo collo.
-Ti amo, Juliet, e non potevo più aspettare a dirtelo- sussurrò, accarezzandole i capelli biondi.
Come poteva amare due persone nello stesso identico modo e nello stesso identico tempo?
Avrebbe potuto dividere il suo cuore e darne un pezzo ciascuno?
Uno a Remus e uno a Sirius?
Anche a costo di morire lei stessa, ma vivere dentro quei due ragazzi.
-Oh Sirius...- sussurrò.
Chiuse di nuovo gli occhi, forse per impedire alle lacrime di uscire.
Quando li riaprì, era sola.
-Sirius?- chiamò piano.
Un senso di paura l'assalì.
Insime ad un senso di terribile gelo.
-Sirius!- esclamò -Remus!-
Juliet aprì gli occhi di scatto, con il cuore che le martellava nel petto.
Fece dei respiri profondi, mentre si abituava alla poca luce della stanza.
Si poteva chiamare così poi?
Lei e Lily erano rinchiuse in quella cella da giorni ormai.
Da quando i Mangiamorte avevano attaccato Hogwarts, rapendole senza un motivo preciso.
Perchè solo loro due?
C'erano altri mezzosangue al castello.
E da quando erano state rapite, Juliet faceva sempre lo stesso sogno che le martoriava l'anima.
Si mosse, per sgranchirsi gli arti e si sentì un rumore metallico.
Le facevano male i polsi nel punto in cui le catene li avvolgevano.
Voltò la testa, mentre un ciuffo di capelli sporchi le cadevano sulla fronte.
Avrebbe tanto voluto poter fare un bagno.
Lily era dalla parte opposta della cella, gli occhi socchiusi mentre tentava di aprire le catene che le legavano i polsi.
-Li chiami nel sonno sai- disse la rossa sorridendo leggermente, alzando lo sguardo verde sull'amica.
Juliet rimase senza fiato.
-Tutti e due- continuò -sia Sirius che Remus. Immaginavo ci fosse qualcosa di strano tra voi tre. Quello che provi per loro deve essere molto forte allora-
-Lo è- confermò l'altra con un filo di voce -il mio cuore appartiene ad entrambi e sarà per sempre così-
Rimasero in silenzio per qualche istante.
-Come facevi a sapere che li amo entrambi?- chiese la bionda.
Lily alzò le spalle.
-Io osservo la gente- rispose -e tra voi tre c'è una certa alchimia. Vi cercate sempre con lo sguardo e quando siete insieme sembrate più... vivi-
-Non me lo avevi mai detto-
-Volevo aspettare che fossi tu a parlarmene, potevo sempre sbagliarmi-
Il silenziò calò per un po'.
-Mi manca sentire le battute dei malandirni- disse poi Juliet, per smorzare l'atmosfera.
Lily si ritrovò a pensare a James e al nodo che sentiva in gola.
Chissà quanto era in pensiero per lei.
Non sopportava l'idea di essere lontana da lui.
-Dobbiamo capire dove siamo , Juliet- le disse, guardandola.
I suoi occhi verdi erano determinati.
-E poi potremo scappare-
L'altra annuì.
Si sentirono delle urla, attutite dalle mura della cella.
Le due si guardarono, mentre i capelli di entrambe si rizzarono sulle loro teste.
-Ancora quelle urla- sussurrò Juliet.
Dal secondo giorno della loro permanenza in quel luogo, continuvano a sentire delle urla povenienti dai piani di sotto.
-Prima o poi saremo noi a produrle- pensò ad alta voce Lily.
-Non dirlo mai più- la riprese l'altra, gli occhi di ghiaccio -verranno a prenderci. Qualcuno verrà a salvarci. Io ho ancora speranza-
Lily tornò a socchiudere gli occhi.
-Spero che la tua speranza sia abbastanza grande per entrambe-

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