VIII. Diabolum amare

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"L'inferno è la sofferenza di non poter più amare"
-Fëdor Dostoevskij

James osservò l'atrio della sala grande, riacchiappando il boccino d'oro che si portava sempre dietro dalla partita della settimana prima.
Era diventata un'abitudine quella di tirarlo in aria e riafferrarlo, sentendo il profumo di Lily invadergli le narici.
Guardò l'orario sul suo orologio da polso e sorrise.
Mancavano ancora dieci minuti all'inizio ufficiale della sua ronda con Lily.
Ed era in anticipo.
Stentava quasi a crederci ma l'orologio confermava le sue idee.
E se James Potter era in anticipo, era perchè la cosa che stava per fare ne valeva davvero la pena.
La verità era che forse - ma proprio forse - si sentiva un po' in colpa con la ragazza dai capelli di fuoco.
O meglio, dentro di lui, dal giorno prima, stavano scoppiando i fuochi d'artificio.
Dannazione, aveva baciato Lily Evans!
Dopo anni e anni di tentativi e fallimenti!
Non che lei avesse risposto al bacio - se non per una frazione di secondo - però come bacio valeva lo stesso.
Anche se forse i baci, per essere considerati tali, devono essere sentiti veri da entrambe le parti.
L'amore è davvero tale senza il libero arbitrio?
Amore.
Che buffa parola, aveva sempre pensato James.
Conosceva l'affetto - quello che provava per i suoi genitori e i maladrini - ma l'amore...
Era sempre stato convinto che ciò che provava per Lily Evans fosse solo il desiderio di dimostrare che sapeva sempre raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
Ma se le cose fossero cambiate?
Se ciò che temeva di povare per la ragazza fosse proprio...
-Allora Merlino esiste e ha appena compiuto un incantesimo al mondo intero impossibile- una voce si levò dall'entrata della sala grande
-Potter puntuale-
James alzò lo sguardo, rimettendosi il boccino d'oro in tasca e sedendosi con le bracia all'indietro sul tavolo dei grifondoro.
-Ci terrei a correggerti, splendore- ribattè dolcemente -sono in anticipo-
Lily gli scoccò un occhiata di fuoco, tale che avrebbe potuto incenerirlo e rendere vera la celebre frase di Orazio.
Pulvis et umbra sumus.
Simo polvere ed ombra.
-Muoviti, Potter- ringhiò lei, le mani conserte e il passo svelto -non ho intenzione di stare tutta la notte con te, che tu lo sappia fin da subito-
James sospirò, alzandosi.
Fece un inchino.
-Ai vostro ordini, dolce fanciulla- disse, in tono galante.
-Ti stacco la lingua se non stai zitto-
Il ragazzo l'affiancò, mentre le bacchette di entrambi, illuminate, li guidavano nei bui corridoi di Hogwarts.
-A quanto pare te la sei presa, per ieri- disse James, dopo un po'.
-Oh no, sono così contenta! Tanto che mi sono sciacquata la bocca con sapone e acqua come minimo tre volte- rispoe Lily ironicamente, facendo schioccare la lingua.
-Dovresti imparare a cogliere l'attimo, come ho fatto io, Evans-
-Potter, per favore, chiudi il becco-
Esaminarono vari piani, in assoluto silenzio.
Lily cominciava a sentirsi a disagio: non era normale il fatto che James le avesse dato retta e avesse evitato di parlare.
Doveva ammettere che la ronda stava risultando leggermente... monotona.
Okay, forse una qualche battuta sarcastica e stupida dal grifondoro non sarebbe stata poco azzeccata in quel momento.
Forse.
Ma cosa poteva dirgli lei?
Niente.
Era stata una sua idea dirgli di stare zitto e quel suo caratteristico orgoglio non l'avrebbe mai fatta rimangiare ciò che aveva detto.
Sospirò.
-Mi dispiace- disse ad un tratto James, la voce così bassa che quasi Lily non lo sentì.
-Come?- domandò.
Il ragazzo si schiarì la gola.
-Mi dispiace di averti baciata- ripetè, a voce più alta -non posso negare che mi sia piaciuto da impazzire e che so che tu hai provato lo stesso, però è stato molto scorretto da parte mia. Scusa, Evans-
La ragazza lo guardò, i suoi grandi occhi verdi dominavano il piccolo viso.
Erano arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa, che stava sonnecchiando, un calice di vino in mano.
Lo squadrò, il mento in alto data la differenza d'altezza, e a James parve come un giudice pronto a sputare una sentenza.
Colpevole o innocente?
Lo avrebbe perdonato o gli avrebbe gridato contro?
-Beh...- Lily sembrò soppesare le parole -e va bene, ti perdono-
Il ragazzo sbattè le palpebre.
-Davvero?- fece sbigottito -Così? Senza che io aggiunga altro? Senza... senza niente?-
La ragazza scrollò le spalle, con fare indifferente.
-Non pensavo fosse così importante il mio perdono- rispose -anzi, pensavo mi avessi chiesto scusa solo perchè ti sentivi in colpa-
Calò il silenzio tra i due.
-E comunque- aggiunse infine Lily, prima di sparire oltre il ritratto -il bacio è stato... okay-

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