IV. Sic itur ad astra

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"Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime"
-Victor Hugo

-Io insisto- ripetè Remus, testardo -non è una buona idea-
James alzò gli occhi al cielo, mentre dava ad un gruppetto di ragazze del quinto anno un paio di volantini.
Sorrise loro, che trattennero il fiato.
-Ci fareste molto felici se veniste- tentò di persuaderle -e poi ci sarà Burrobirra per tutti!-
Quando il gruppo dei malandrini si allontanò, le sentirono sospirare e poi confabulare tra loro.
-Ma nessuno mi ascolta mai?- continuò Remus -E' una pessima idea!-
-Oh andiamo rilassati Lunastorta, lo facciamo ogni anno- gli disse tranquillo Sirius.
-Appunto per questo! E' il nostro ultimo anno, non possiamo comportarci come normali studenti del settimo anno? E' chiedere troppo?-
-Si!- risposero in coro i due mori, sorridendo sornioni.
Il ragazzo dai capelli castano chiaro si voltò verso Peter.
Il biondo alzò le spalle, guardandolo con i suoi occhi acquosi.
-Perchè cambiare proprio quest'anno?- sussurrò, con la sua voce insicura.
Remus sbuffò.
-E poi noi non siamo normali studenti- ribattè James -noi siamo i malandrini-
-Oh io ci rinuncio, è impossibile farvi ragionare-
-Dopo sette lunghi anni lo hai capito, eh Lunastorta?-
La mente dei malandrini fulminò con lo sguardo Sirius che rise.
-Almeno fatemi vedere come sono venuti i volantini- sospirò infine Remus.
Peter gliene diede uno e il ragazzo lo osservò.
Era rosso e oro, con una scritta in alto che recitava "A spasso per Sherwood" e sotto c'era un incoraggiamento alla partecipazione.

I signori Ramoso, Felpato, Codaliscia e Lunastorta sono lieti di invitarti alla migliore festa del 1977.
Chi non ha sempre voluto fare due passi nella mitica foresta di Sherwood?
Abito lungo all'antica per le signorine alla ricerca del loro Robin Hood e abito formale nero per i signori alla ricerca della loro Lady Marian.
Vi aspettiamo numerosi, e soprattutto, NIENTE SERPEVERDE NELLA TANA DEL LEONE!

Il ragazzo si diede una pacca in fronte.
-Mi ricordate perchè sono vostro amico?- fece lui sofferente.
James e Sirius gli misero le braccia intorno alle spalle.
-Perchè tu sei la mente che crea gli scherzi migliori- risposero.
Remus annuì compiaciuto.
Ad un tratto, Ramoso si allontanò dai due e frugò nella sua borsa.
-Cosa stai facendo?- chiese Felpato, inarcando un sopracciglio.
L'altro tirò fuori una pergamena ingiallita e sorrise malandrino.
-Oh Merlino- borbottò allora il moro.
-Cosa vuole fare?- chiese impaziente Peter a Remus, che alzò gli occhi al cielo.
-Sai di risultare uno stalker così?- gli fece notare Lunastorta.
Ramoso aprì la Mappa del Malandrino e, assicurandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi, vi puntò contro la bacchetta.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni- dichiarò, cosa assolutamente non vera per inciso.
Quindi osservò i nomi che comparvero sulla superficie e sorrise sornione.
-Eccola qui- esclamò, chiudendo la pergamena con un colpo -mi sa che la Evans ha fatto la birbantella perchè qui dice che è nell'ufficio di Silente-
Remus gli strappò dalle mani la pergamena e guardò male il ragazzo.
-E tu perchè lo volevi sapere? A parte per il tuo sano stalking giornaliero si intende- puntualizzò Sirius ridendo.
James assunse un'espressione offesa.
-Ovviamente per consegnarle personalmente l'invito alla festa- rispose.
-Invece di pensare alla tua tanto amata festa- rimbeccò Lunastorta estraendo la bacchetta
-preoccupati di chiudere la Mappa del Malandrino prima che qualcuno ci scopra!-
Quindi disse "Fatto il misfatto" e se la mise in borsa.
-Dite che se le chiedo anche di venire ad Hogmeade sabato dirà di si?- fece James, senza nemmeno aver ascoltato le lamentele dell'amico.
Non ricevette risposta.

******

Lily sbuffò rassettandosi la gonna scura della divisa nonostante fosse in perfette condizioni.
Perchè proprio a lei?
Non lo doveva già sopportare abbastanza?
Aprì le porte della biblioteca e venne accolta da Madama Pince.
-Buongiorno Lily- la salutò con un sorriso grinzoso.
-Buongiorno- borbottò la ragazza, cercando di sorridere alla donna.
Le si rivolse, dopo aver lanciato uno sguardo ai tavoli dentro l'enorme sala.
-Per caso Potter è già arrivato? Non mi sembra di vederlo...- le domandò.
Madama Pince fece una breve risata.
-James Potter qui? Non penso che assisterò mai ad una cosa del genere- dichiarò.
-Ovviamente- sbuffò Lily, dirigendosi verso il primo tavolo che vide e cominciando a tirare fuori i libri di Storia della Magia -mai una volta che sia in anticipo-
Silente le aveva chiesto se magari avrebbe potuto dare una mano in una materia nella quale James era carente - Lily avrebbe scommesso su tutte - vista la bravura della rossa.
E la ragazza era stata costretta ad accettare, perchè altrimenti James avrebbe perso il suo posto nella squadra di Quidditch.
Si era chiesta perchè mai le importasse se il ragazzo perdeva o meno il posto, ed era arrivata alla conclusione che il motivo era solo ed unicamente uno: lei voleva che i grifondoro vincessero la coppa del Quidditch per battere i serpeverde - e quindi Severus - e purtroppo sapeva quanto Ramoso fosse importante.
Sospirò, passandosi una mano sugli occhi e poi prendendosi la testa tra le mani.
Però sperava che Potter arrivasse almeno puntuale...
-Evans! Luce dei miei occhi!- esclamò una voce.
Anzi, sarebbe stato meglio se non fosse proprio arrivato.
Lily sospirò alzando lo sguardo.
I suoi occhi verde smeraldo incontrarono una pezzo di carta che le veniva porto.
-Tu ed io questa sera nella festa nella nostra sala comune, insieme- le impose James.
La ragazza inarcò un sopracciglio.
-Potter, come prima cosa: no- cominciò facendo un elenco con le dita -come seconda cosa, no per Hogsmeade e non negarlo, so che me lo stavi per domandare, e come terza cosa ti ricordi di essere caposcuola? E che appunto per questo è nostro compito impedire feste clandestine e non organizzarle?-
-Su Evans chiudi un occhio, nonostante mi dispiaccia data la bellezza di essi-
-Siediti e apri il libro al capitolo uno-
James le sorrise scuotendo la testa e l'affiancò.
Lily prese a leggere ad alta voce le principali caratteristcihe della rivolta dei Goblin in Norvegia.
Ma lui non la stava ascoltando, o meglio: la sua mente era concentrata non su cosa stesse dicendo la ragazza ma sulla voce di lei.
Quella voce calda che pareva lo scoppiettio del fuoco che erano i suoi capelli.
Senza nemmeno accorgersene, aveva appoggiato il suo braccio sinistro intornò alla sedia di lei.
Lily vide il movimeno con la coda dell'occhio e si irrigidì istintivamente.
Deglutì, ma continuò la lettura.
-Hai capito Potter?- disse poi, la voce leggermente incerta.
-Si, certo- rispose lui -stavamo parlando della rivolta dei folletti-
-Goblin, Potter, goblin!-
Poi si voltò leggermente.
-Forse se invece di far vagare le mani prestassi ascolto a ciò che sto leggendo...- osservò lei.
James fece un ghigno.
-Ti da fastidio la mia posizione?- fece.
Lily si volò di scatto verso il libro.
-No, non importa- mormorò -non mi dai fastidio-

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