"Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ma sta sempre a noi scegliere che parte schierarci"
-J.K. Rowling, Harry Potter e l'ordine della Fenice.Juliet svoltò un altro corridoio, sentendosi il cuore in gola.
Era così da quando lei e Lily avevano tramortito Kreacher ed erano scappate.
Era inevitabile non sentirsi il cuore che batteva all'impazzata ogni volta che giravano un angolo, per paura di trovare qualcuno ad attenderle oltre di esso.
I corridoi di quella casa - perché era quello il posto in cui si trovavano, un'enorme villa - erano tetri.
-Lo hai sentito?- chiese lei.
Era Juliet la più paranoica tra le due.
Lily scosse la testa.
-Va tutto bene- cercò di tranquillizzarla.
-Per ora- mormorò l'altra, in un tono di voce tanto basso che molto probabilmente l'amica non l'aveva nemmeno sentita.
Sembrava che il corpo della rossa fosse una corda di violino tesa.
Al minimo tocco sarebbe scattata con un balzo.
-Dobbiamo... dobbiamo solo trovare l'uscita da questo maledetto posto- disse.
Stava tremando.
Juliet sapeva che l'amica era terrorizzata quanto lei, ma era terribilmente forte e non lo avrebbe mai ammesso.
Avrebbe preferito morire, piuttosto.
Però la bionda non riuscì a stare ferma.
Si avvicinò cautamente all'altra e le mise una mano sul braccio.
-La troveremo- le disse.
Gli occhi azzurri erano determinati, dello stesso colore delle profondità del lago Tal-y-Llyn, in Galles.
-Solo...- continuò -solo, non perdere la speranza-
Lily fece una breve risata amara.
-Sono tutte cazzate, Juliet- sbottò, accasciandosi a terra -prima ti ho detto che andava tutto bene, ma non va bene affatto! Non usciremo mai di qui, questa casa è un labirinto e noi siamo prigioniere.
Prima o poi ci troveranno e allora verremo punite-
Juliet si inginocchiò di fronte a lei.
-Mi hai chiesto se fossi stata pronta a rischiare tutto, prima di mettere in atto il piano- le disse -e io ti ho detto di sì. Poi ti ho rivolto la stessa domanda e mi hai detto di essere pronta. Cos'è successo?-
-Sono diventata realista! Siamo solo due ragazze, Juliet. Come pensi di poter essere più forte di maghi adulti che sono dalla parte del male?-
L'amica rimase a fissare Lily senza sapere cosa dire.
Era stata così combattiva nell'esporre il suo piano, ore prima, perché ora doveva diventare tutto improvvisamente difficile?
Nessuna delle due aveva mai pensato sarebbe stato facile uscire da quell'orribile posto, però sapevano che in qualche modo insieme ce l'avrebbero fatta.
Ma solo se ci credevano entrambe.
E ora Lily aveva smesso di crederci.
-Conosci la storia di Peter Pan?- le chiese.
La rossa sbattè le palpebre confusa.
Juliet sapeva cosa stesse pensando.
Le sembra il caso di fare queste domande quando tra meno di un'ora saremo entrambe di nuovo in cella?
-Tutti la conoscono- rispose, troppo brusca.
Con un leggero senso di colpa, si morse il labbro inferiore.
Non era colpa di Juliet se erano in quella situazione e Lily non poteva prendersela di certo con lei.
-E allora dovresti sapere che solo chi crede e fa pensieri felici può volare-
Lily la guardò.
-Credi che potremmo farcela?- le chiese.
Sembrava una bambina spaventata, come se si fosse appena resa conto che l'incubo in cui credeva di vivere non fosse altro che la realtà.
-Credo che se staremo insieme potremo fare qualunque cosa- le rispose Juliet.
La rossa abbozzò un sorriso, mentre una lacrima le cadeva dagli occhi verdi.
-Vorrei tanto essere forte come te- le disse.
Juliet la guardò sorpresa.
-Io non sono affatto forte- disse, sincera.
Lily scosse la testa, come se sapesse cose che la bionda ignorava.
Stava per dire qualcosa, quando si sentì un rumore nel corridoio affianco al loro.
Le due amiche scattarono in piedi e cominciarono a correre dalla parte opposta.
Sfrecciarono a tutta velocità per svariati piani della casa, passando davanti a varie porte che potevano benissimo essere camere da letto.
Juliet scorse su ognuna di essere delle lettere, forse iniziali.
R.A.B.
S.O.B.
Chissà a chi appartenevano...
Videro una porta accostata e, senza pensarci due volte, vi entrarono.
Era una stanza gigantesca, quella in cui erano entrate.
Per il resto era spoglia, se non fosse stato per un enorme affresco sulla parete nord.
Le due ragazze si guardarono per un istante, poi decisero di avvicinarsi.
C'erano ritratti di persone che non conoscevano, collegate ad altri ritratti come attraverso dei rami.
-E' un... albero genealogico?- chiese Lily, stupita.
Era insolito averlo dentro una casa, come un dipinto.
Ma quella non era certo una casa normale.
-Oh mio Dio- Juliet si portò le mani sulla bcca.
Era completamente sbiancata.
-Leggi qua- sussurrò poi, indicando con una mano tremante qualcosa sull'affresco.
La rossa si fece più vicina e sgranò gli occhi verdi.
La parte più in basso dell'albero geneaologico conteneva dei nomi a loro conosciuti.
Sirius e Regulus.
Quella era Villa Black.
-Questa era la casa di Sirius- mormorò Juliet.
Vide che un ramo colegava i due nomi ad altri due: Walburga e Orion.
Ripensò a quando lui, il primo settembre, aveva detto crudeli parole a suo fratello, riguardo sua madre.
-A nostra madre manchi-
La risata di Sirius fu come un latrato.
-Penso che Walburga Black non abbia un cuore, quindi non vedo come possa provare sentimenti-
Perchè si trovavano lì?
Perchè i Black avrebbero dovuto rapirle?
-Vogliono qualcosa da Sirius- ragionò Lily -è l'unica spiegazione, altrimenti perchè non ci avrebbero uccise? Siamo merce di scambio, anche se non so a quale scopo-
La mia famiglia è agli ordini di Voldemort, non potevo metterti in pericolo. I Black sono Mangiamorte, e stanno cercando in tutti i modi di farmi passare dalla loro parte, le aveva detto Sirius una volta.
-Vorrei tanto saperlo-
Juliet si avvicinò all'affresco, sfiorando con le dita il ritratto di Sirius.
Le faceva un male straziante - più di quanto avrebbe mai potuto immaginare - non averlo vicino a sè, in quel momento.
Cosa voleva la sua famiglia da lui?
Potresti tornare a casa, gli aveva detto Regulus.
Volevano che tornasse tra le braccia materne?
Ma quel posto - quelle mura tetre e le grandi scalinate - erano mai state una casa per Sirius?
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Promise
FanfictionJames Potter aveva un solo obiettivo - che si era imposto dal secondo anno: conquistarla. Perché lei era solo una scommessa ed era fermamente convinto non sarebbe diventata niente di più. La scommessa di una vita. Lily Evans era sempre stata felice...