Chapter 5

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I like me better, Lauv.

La mattina seguente mi svegliai presto. Era giorno di college, come sempre.

Aprii la porta per scendere al piano inferiore. Mentre scendevo le scale, stavo per gridare il consueto "ciao zia", quando la vidi sulla soglia della porta.

Capii subito che qualcosa non andava.

"Certo, lo riferisco." la sentii dire, quindi salutò qualcuno e chiuse la porta.

Quando rientrò, zia Amélie teneva in mano una busta, che confermò la mia vaga ipotesi sul fatto che alla porta ci fosse il postino.

La donna mi guardò e mi sorrise.
"È per te. Sembra molto importante, mi ha detto, perchè gli è stato ordinato di recapitarla subito."

Mi porse la busta e la ringraziai. Non ricevevo mai posta, era stranissimo che una busta fosse indirizzata a me, e soprattutto era ancor più strano che ci fosse così tanta urgenza.

Decisi di aprirla dopo, una volta salita in camera, dove nessuno poteva realmente vedere cosa c'era scritto.

Feci colazione in fretta e furia, bevendo quasi tutto d'un sorso il latte caldo, che rischiò più e più volte di soffocarmi e mandarmi nell'altro mondo.

Subito dopo la colazione mi fiondai in camera, ignorando le parole di Kevin inerenti a una specie di test su una materia di un corso che non avevo capito.
Tanto non mi sarei sicuramente messa a studiare per il college alle sette di mattina.

Chiusi la porta alle mie spalle e rapidamente ruppi la busta. Liberai dagli ultimi residui della busta il foglio bianco piegato e lo spiegai.

La calligrafia non mi era conosciuta, nemmeno il mittente ad essere sincera.

Anzi, per meglio precisare, il mittente, di solito scritto in alto, non era riportato.
Iniziai a leggere.

Signorina Edwards,
con il dovuto rispetto, nella scorsa serata, alle ore 19.13 abbiamo registrato dalla nostra base operativa l'utilizzo di poteri non idonei a comuni esseri umani, per essere più precisi poteri che vanno oltre la normale capacità umana, nella sua abitazione nel Queens.
Non sappiamo se l'utilizzo stesso sia appropriato o meno alla situazione nella quale lei si è trovata, ma la informiamo che è vietato mostrare i propri poteri a terzi se non si è registrati alla nostra base operativa, causa presentazione di seri problemi tra il soggetto con poteri e normali umani.
A parlarle è Nick Fury, direttamente dallo S.H.I.E.L.D., e la voglio informare che dopo questa manifestazione di poteri, pubblica o meno, deve presentarsi alla base operativa dello S.H.I.E.L.D. per essere sottoposta a esami al fine di analizzare il suo caso, l'incidenza, la potenza e l'importanza dei suoi poteri.
Le ricordiamo, non è un invito, ma un'imposizione.
Distinti saluti,
Nick Fury

Restai allibita. Non sapevo realmente cosa fosse, di quella lettera, a lasciarmi perplessa, forse tutto l'insieme, anche perché non riuscivo a capacitarmi nè di come Nick Fury avesse potuto sapere dei miei poteri, nè come avesse fatto a contattarmi, nè che esistesse realmente Nick Fury stesso.

Non mi ero mai sognata niente allora, tutti i supereroi esistevano, e tutte le vicende dei fumetti erano accadute, probabilmente all'oscuro di noi comuni mortali.
Noi, io in realtà non lo ero, avevo poteri simili...

L'unica volta che avevo visto Nick Fury non era altro che uno schizzo, disegnato sulla carta giallognola dei fumetti Marvel, presi in mano la sera prima.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora