Chapter 13

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American girl, Bonnie McKee.

Raccontai molte cose a Wanda: della scuola, della mia famiglia, dell'aver perso a tre anni i miei genitori per chissà quale misterioso motivo, dei miei nemici, in un certo senso, e dei miei amici.

"Un ragazzo si chiama Theo. È il mio migliore amico, ci conosciamo da quando eravamo piccolissimi.
Poi c'è Kevin, mio cugino, stavo tantissimo con lui tempo fa, nell'ultimo periodo il nostro rapporto era un po' più distaccato, lui aveva i suoi impegni, io i miei.
E poi, poco meno di una settimana fa, ho approfondito la conoscenza con un compagno di corso. Si è offerto di aiutarmi in chimica. Io sono negata per la chimica. Temevo di perdere l'anno per quella materia...
Fino a dieci giorni fa avrei giurato che il mio problema più grande fosse la chimica, ora è la minore delle mie preoccupazioni."

Lei sorrise.

"Ragazzo? Ne hai mai avuto uno?" domandò sorridendo maliziosamente.

"No. Quelli che conosco io sono brutti. O antipatici. Il ragazzo più bello della scuola ci provava con me. Ma dentro era orribile, egocentrico e molto stronzo.
Pochi giorni fa mi ha fermata mentre andavo a casa da scuola. Credo che avesse bruttissime intenzioni, per fortuna è intervenuto lo Spider-man del Queens."

"Devono essere stati attimi orribili. - commentò Wanda - Ehi, ma perchè non andiamo a prenderti qualcosa indosso? Dopotutto mi hai detto che Fury vuole che ti procuri dei vestiti entro domani."

"Sì, è una buona idea."

Ci alzammo dal divano e andai a prendere il portafoglio da camera mia.
Lo aprii e contai i pochi soldi che vi avevo dentro. Guardai tristemente Wanda.

"Non ne ho abbastanza. - dissi mostrandole i due fogli da dieci dollari un po' stracciati - Ho solo pochi spiccioli."

Lei sorrise.
"Questo non è assolutamente un problema. Possiamo mettere i tuoi vestiti in conto a Tony, tanto è miliardario... dollari in più o in meno non gli cambiano, anzi nemmeno se ne accorge." commentò disinvolta la ragazza.

"Stai dicendo che pagherà lui?" domandai un po' stupita.

"Certo. - fece, meravigliata dalla mia reazione incredula - Ora andiamo."

Uscimmo dalla camera e ci allontanammo dal salone, avvicinandoci all'ascensore.

"Dove credete di andare voi due?" chiese una voce maschile.

Entrambe ci voltammo di scatto. Steve se ne stava a braccia conserte appoggiato al muro, appena salito dalla rampa di scale, poco più in là dell'ascensore.

Aveva un'espressione corrucciata e quel senso di superiorità (in senso benevolo) perchè, essendo più vecchio, si sentiva responsabile di quelle due ragazzine che aveva in squadra insieme, una delle quale non aveva nemmeno diciott'anni.

"Mi servono dei vestiti. - risposi alzando gli occhi per guardarlo in faccia - Avevamo pensato di andare a prenderli."

"Non se ne parla. - decretò - Da sole non andate da nessuna parte. È troppo pericoloso, siamo sull'orlo di una guerra e voi due siete ancora troppo giovani per conoscere tutti i rischi."

Lo guardai perplessa.
"Sto con questi vestiti in eterno?" feci alzando le sopracciglia.

"No, vi accompagnerò io." decise.

"Ci metteremo un po'." borbottò Wanda, che credeva che fossi come tutte le ragazze che per prendere due capi ci metto tre ore.

"No no. - misi subito in chiaro le cose - Io sono piuttosto veloce nella scelta dei vestiti. Ci metteremo poco."

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora