Chapter 15

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Thunder, Imagine Dragons.

"Stringevo un ciondolo tra le mani, sembrava piuttosto importante. Avevo giurato di proteggerlo a costo della mia vita."

In breve avevo spiegato il mio sogno a Thor che, giocherellando con il laccio del suo martello Mjolnir, non aveva interrotto la mia narrazione.
Solo alla fine mi rivolse una rapida occhiata.

"Non ricordi com'era fatto il ciondolo? Aveva un colore o una forma particolare, o provavi qualche sensazione ad averlo addosso?" domandò con aria da detective.

Mi sforzai di ricordare. In effetti, oltre ad essere molto importante, era molto potente, me lo aveva detto una figura che era insieme a me.

"Era piccolo. Non ce lo avevo al collo da molto, ma sembrava essere diventato parte di me. Era molto potente, lo sentivo, ed era... mi sembra fosse verde." spiegai, chiudendo gli occhi per ricreare nella mia mente lo scenario del sogno.

Thor, dapprima piuttosto pensieroso e tranquillo, si alzò di scatto dalla sedia.
"Penso di sapere cosa sia. È piuttosto importante ma... ora non è il momento di parlarne. Devo prima dirlo agli altri."

Annuii.
"Prima hai nominato il Ragnarok. Che cos'è?"

"È la distruzione del regno di Asgard. Doveva avvenire per forza, ma per fortuna ora il popolo è salvo su un'enorme navicella spaziale.
Lì ora c'è mio fratello, sono al sicuro. Sto qui poco, poi torno sulla navicella a vedere come stanno." mi spiegò.

Mi disse che, dopo essere stato a Sakaar, era passato dalla Terra per far sapere agli Avengers che doveva salvare Asgard, e poi era partito così rapidamente come era venuto.
Tipico di Thor.

Quindi è tornato su Asgard, ha combattuto e messo in salvo il popolo.
Ma una cosa ancora non mi tornava.

"Hai un fratello?" domandai dopo aver messo tutti i pezzi del puzzle al loro posto.

"Già. Si chiama Loki. In realtà è mio fratello adottivo, ma lui lo ha saputo tardi. È un tipo piuttosto ripugnante a volte, ma sa essere un buon alleato, quando vuole."

"Io non ho fratelli. Non ho nemmeno genitori, ora. Sono sola." sussurrai.

Thor sorrise.
"Ehy, anche i miei genitori sono morti, però ho dei buoni amici che mi fanno sentire bene. Noi faremo lo stesso. Ti faremo sentire bene." mi tranquillizzò.

Alzai lo sguardo e gli sorrisi riconoscente.
Thor mi diede una lieve pacca sulla spalla, e fece un cenno del capo.

"È meglio che tu vada a dormire, ora che abbiamo parlato anche del tuo sogno."

"Mi ha fatto piacere fare una chiacchierata notturna con te, Thor." sorrisi, quindi lo salutai e tornai in camera mia.

Mi chiusi la porta alle spalle, mi coricai e mi addormentai, stavolta vivendo un sonno senza sogni.

****

"Signorina è ora di alzarsi, sono le otto in punto, è sabato e il tempo è variabile."

La voce di Friday, che in quel momento stavo odiando, risuonò per tutta la stanza.

"Non me ne importa un cazzo." sibilai mettendomi il cuscino sopra la faccia.

"Dormigliona, è meglio se ti alzi."

Sbuffando tolsi il cuscino e mi misi a sedere.
Wanda stava appoggiata allo stipite della porta, con i capelli ancora scompigliati e la camicia da notte addosso.
Mi sorrise, nonostante fosse mattina presto.

"Arrivo." risposi alzandomi dal letto per andare nel bagno a lavarmi il viso.

Mi spazzolai i capelli e, incurante del pigiama che indossavo, uscii dalla stanza per andare in cucina a far colazione.

"Buongiorno Edwards." mi salutò Tony sorridendo, mentre era indaffarato a spremere le arance.

"Buongiorno, signor Stark. Dove sono tutti?" domandai guardandomi intorno.

"Non tutti sono svelti come me e te ad alzarsi dal letto, cara." osservò, riempiendo il bicchiere di spremuta.

"Io non sono stata svelta. Anzi, credo che Friday si sia offeso. Gli ho rivolto un'affermazione non molto carina quando mi ha svegliata." commentai sedendomi al tavolo accanto a Wanda.

"Nessun problema." rispose Tony, riempiendo altri due bicchieri di spremuta, che porse a me e Wanda.

"Ho sempre fatto una colazione leggera. - avvertii Stark prima che mi chiedesse cosa volessi mangiare - Mi va bene qualsiasi cosa c'è."

Mise in tavola latte e biscotti, delle fette biscottate e due o tre tipi di marmellata, mentre iniziò a prendere della tazzine per fare il caffè.

Nel frattempo, Steve ci raggiunse.

"Buongiorno Capitan Ghiacciolo." disse sornione Tony, beccandosi solo un'occhiataccia.

"Ora arrivano anche gli altri."

Come appena detto, arrivarono tutti gli altri, chi sbadigliando e chi già ridendo, e dopo un coro di "buongiorno" e iniziammo tutti a mangiare.

Di fronte a me Tony mi scrutò dietro quegli occhiali stranissimi e allo stesso tempo odiosi.
Io lo guardavo perplessa.

"La inquieti, Stark. - prese parola Clint - Anzi, inquieti e basta. Inquieti anche me."

"Inquieta tutti con quegli occhiali... Veramente anche senza." commentò Steve.

"Volete smetterla? Io non inquieto, sono fottutamente affascinante."

Bruce, che stava mangiando una fetta biscottata, iniziò a tossire, penso gli fosse andata di traverso.
Tony alzò le braccia.

"Ma lo fate apposta?"

"Che cosa volevi? Mi stavi fissando." dissi impaziente.

"Calma gli animi, figlia di Efesto. - mi interruppe, usando quel soprannome che stava ad indicare il mio potere del fuoco - Volevo solo dire che tra poco meno di un'ora hai addestramento insieme a qualcuno di noi, e dopo che sei stata da Fury dovrai andare al secondo piano, dove c'è la palestra.
I vestiti li troverai lì."

Annuii.
Nel frattempo finimmo tutti la colazione, quindi tornai in camera, dove guardai il display del cellulare, che ormai era quasi scarico, che non presentava nessun nuovo messaggio o nessuna chiamata.

In poco tempo la batteria si sarebbe scaricata e, oltre a non avere più modo di chiamare Theo, non avrei avuto più nessun contatto con il mondo esterno alla Avengers Tower, che ormai non era più una torre.
Che bella la vita.

Qualcuno bussò alla mia porta. Mi voltai. Clint.

"È quasi ora, dobbiamo andare." mi informò, perciò annuii e uscii dalla stanza, seguendolo verso l'ascensore.

Mentre fummo dentro, Clint mi guardò.
"Posso farti una domanda?"

Feci di sì con la testa.

"Mentre eri in camera Thor ci ha detto che ti ha parlato di Loki, perché non sapevi chi fosse... Ma non hai detto di avere tutti i fumetti?"

La porta dell'ascensore si aprì, e entrambi uscimmo, mentre Clint mi guidò all'ufficio di Fury.

"Certo che ce li ho. Ma non li ho mai letti. Cioè, ho letto solo le pagine d'introduzione, dove c'erano i nomi e i disegni dei sei Avengers." risposi tranquilla.

Clint si fermò e mi guardò.
"Stai scherzando? Hai i fumetti della storia di ogni Avenger fino alla battaglia di New York con i quali ti puoi documentare e tu non li leggi? " mi chiese stupito, strabuzzando gli occhi.

Feci spallucce.
"Non mi interessa il passato, ora. E poi, non pensavo potessero servirmi. - dissi - Potete sempre raccontarmi voi come sono andate le cose, anche se ora, con una guerra che incombe, mi sembra la cosa meno sensata."

"Esatto. E non sfidare Fury, Tony mi ha detto che ieri lo hai fatto prima che arrivassi io." mi raccomandò.

Lo guardai di sfuggita.
"Non l'ho sfidato."

"Hai sfidato la sua pazienza." ribattè.

Sbuffai e lo guardai ancora.
"Ma il signor Stark non è capace di farsi i cazzi suoi?" feci retorica e seccata, mentre bussai e aprii la porta dell'ufficio, entrandoci.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora