Chapter 12

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Reykjavik, Brolin.

Accennai un lieve sorriso compiaciuto, incapace di fare altro.
Fury annuì e si alzò dalla sedia per avvicinarsi a me.

"Allora finalmente ci possiamo presentare di persona, signorina Edwards. Sono Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D."

Gli strinsi la mano.
"Piacere di conoscerla, signor Fury. Grace Edwards... - mi voltai a guardare negli occhi Clint, che annuì, per poi spostare lo sguardo su Tony, che rispose nello stesso modo di Clint - ... membro degli Avengers."

Fury mi diede una pacca d'incoraggiamento sulla spalla.
"Ne sarai degna, senza dubbio."

"Ora che devo fare?" domandai.

"Apprezzo la tua volontà Edwards, ma è il tuo primo giorno e perciò non ti chiedo nulla.
Avrai fame, hai saltato il pranzo, Barton ti mostrerà la tua stanza, in salone ti aspetta del cibo, lo stanno cucinando per te. Procurati dei vestiti entro domattina: questa sarà la tua nuova casa, fino nuovo avviso."

"Lo farò. Grazie, signor Fury." dissi sorridendo, ero davvero grata a questa gente.

Mi voltai e mi recai verso la porta, dove Clint e Tony mi aspettavano per portarmi alla mia stanza.
Dall'ufficio uscì anche Captain America, che ci raggiunse mentre stavamo per arrivare all'ascensore.

"Ehi, non ci siamo presentati." esordì il biondo sorridendo.

"Oh, giusto. - gli porsi la mano un po' impacciata. Insomma, quello era Captain America - Grace Edwards."

"Steve Rogers. - rispose ricambiando la stretta di mano - Alias Captain America."

"Benissimo Clint, la porti tu alla sua stanza? - prese parola Tony - Io devo andare nel mio laboratorio, devo perfezionare l'armatura. Se vedete in giro Bruce mandatelo da me, grazie."

Ci sorrise e prese un corridoio che lo avrebbe portato chissà dove. Mai sarei riuscita ad orientarmi in quel labirinto.

"Io dovrei parlare con Sam. Ci si vede."

Steve imboccò le scale per scendere, mentre Clint chiamò l'ascensore.
Sempre con lo zaino appresso, entrai nell'ascensore seguita da Clint per scendere due piani sotto, al primo piano, dove stavano le camere e le stanze degli Avengers.

"Domani alle otto suona la sveglia, si fa colazione tutti insieme e alle nove andrai nell'ufficio di Fury, che ti dirà con che tipo di addestramento dovrai iniziare. - mi spiegò - So che ancora non ti orienti bene qui, perciò ti accompagnerò io da Fury domattina."

"Ok... Grazie, Clint." dissi sinceramente.

"Di cosa?"

"Di trattarmi come fossi tua figlia." sussurrai.

Lui trattenne il respiro, di certo non si aspettava una risposta tanto bizzarra, ma davvero, io avevo avuto un padre ma non era vissuto abbastanza perché potessi conoscerlo a fondo.

Dopotutto, avevo tre anni quando lui e mamma se n'erano andati. Praticamente avevo imparato a dire soltanto i loro nomi.

"Non scherzo Clint, io... non ho mai avuto un padre. Non da che ne ho memoria."

Lui annuì, l'ascensore arrivò a destinazione. Clint mi mise le mani sulle spalle e mi guardò attentamente negli occhi.

"Non credo tornerò subito dalla mia famiglia, starò qui per una settimana, per quanto serve, e voglio che tu sappia che... per questo tempo, io ci sarò sempre per te, qualsiasi cosa ti serva, Grace. Sono stato il primo di questo grande gruppo a conoscerti e considerami uno su cui puoi contare. Di cui ti puoi fidare. So cosa significa essere padre. Cercherò di essere una figura simile per te."

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora