Chapter 35

1.5K 72 7
                                    

Grace, Lewis Capaldi.

"Uh, finalmente ci segni della tua presenza."

Le parole di Stark volevano sembrare scherzose per, come suo solito, sdrammatizzare tutto, ma nessuno era in vena di ridere, in quel periodo.

Erano tutti - bè, quelli rimasti - pronti per sedersi al tavolo e cenare, gli occhi spenti e i visi senza alcuna traccia di gioia.

"Il tuo corpo richiede un apporto di cibo, quindi energia, o eri semplicemente stufa di startene chiusa in camera?" continuò alzando lo sguardo per incrociare il mio, e ogni sua buona volontà di farmi un po' sorridere andò in fumo alla vista del mio passo svelto verso di lui.

"Devo parlarti." tagliai corto quando, in due falcate, fui accanto a lui. Sentivo la determinazione pura scorrermi nelle vene, dovevo dire quello che avevo scoperto a lui.

Non ne capivo il motivo, ma sentivo che la prima persona a doverlo sapere era lui.

Lui aggrottò la fronte con il suo solito fare teatrale e ironico. Allargò le braccia e puntò lo sguardo verso il pollo e patatine appena servito in tavola.

"Stai scherzando? - fece, volgendo poi gli occhi verso di me - Proprio ora? Non vedi che ho da fare?"

Impaziente, sbuffai e gli afferrai un polso, quindi lo trascinai fuori dalla stanza, sotto gli sguardi perplessi degli altri.

Lo portai nel corridoio e successivamente lo feci entrare nella mia stanza, quindi chiusi a chiave la porta.

"Questo si chiama sequestro di persona." mi accusò Tony.

Gli lanciai uno sguardo di fuoco.
"Questo si chiama prendere misure di sicurezza per evitare che tu non mi ascolti e te ne torni a mangiare il pollo." ribattei.

Lui sbuffò e si sedette sul mio letto.
"Ebbene, cosa c'è di così urgente?" domandò, mentre io presi la lettera dei miei genitori dal comodino e gliela misi in mano.

Lui mi guardò come se fossi una deficiente.
Cosa che, ammetto, era vera solo in parte.

"Mi dici cosa me ne faccio di un pezzo di carta?"

"Non è un pezzo di carta. - replicai - Leggi."

Il successivo minuto lo passai in silenzio, osservando gli occhi di Tony scorrere sulle parole.

Quando terminò, alzò lo sguardo su di me.

"È una lettera dei tuoi genitori, certo. - constatò - Ma ancora non capisco."

Mi sedetti accanto a lui e gli indicai la frase chiave, quella che parlava del tempo.

"Leggi qui. Parla del tempo. E ti ricordi il sogno sulla gemma del tempo?" gli ricordai.

"Certo che me lo ricordo. Okay, le due cose sono collegate, certo, ma non riesco a capire il motivo di tanto allarmismo."

"Non sono allarmata, sono solo una furia. Perchè credo di avere scoperto una cosa. Il fatto che io abbia sognato la gemma del tempo è collegato a qualcosa che i miei genitori volevano che io sapessi, e tramite una frase misteriosa me lo hanno lasciato in una lettera. Non dovevo leggerla prima dei sedici anni, forse perché entrambi sapevano che, prima di allora, sarei riuscita a controllare i miei poteri."

"Può essere. - annuì Tony osservandomi - Ma vedo nei tuoi occhi che c'è altro. Dimmi."

"La parte più importante. Nella parola tempo risiede il significato più completo del mio potere. Quando sono stata rapita da Fauce d'Ebano e voleva la gemma, mi ha rivelato che con i miei poteri avrei potuto distruggere qualsiasi cosa. Ciò significa che quella gemma del tempo io potevo distruggerla. E, se posso distruggerne una, posso distruggere anche le altre.
In sostanza, ho lo stesso potere di distruzione che aveva Wanda."

Tony mi fissò, indifferente, ma sapevo perché: nella sua mente stava facendo tutti i collegamenti per arrivare ad una conclusione sensata.

E, a giudicare dal suo cambio d'espressione, dal serio allo scioccato, dedussi che fosse identica alla mia.

"Ma è... no, aspetta, può anche darsi che il tizio abbia mentito." ipotizzò.

"Certo, ma come spiegheresti la frase di Thanos, quando mi ha sottratto la gemma?" gli ricordai.

Impossibile dimenticarla.
Ti avevo sottovalutata. I tuoi poteri avrebbero potuto ostacolare la mia impresa, ma sei stata troppo ottusa per capirlo. E la tua migliore arma... non l'hai mai nemmeno usata.

"Hai ragione. - sentenziò - Credo che... come abbiamo fatto a non arrivarci prima?"

"Se solo l'avessi saputo... avrei potuto utilizzarla e poi distruggerla, prima che Thanos la trovasse. Ma ora... inutile piangere sul latte versato." dissi con molto rammarico.

Tony annuì.
"Già."

Poi mi ricordai di una cosa, e mi voltai a guardarlo.
"Signor Stark, potrei utilizzare Friday per vedere delle cose?"

Lui si accigliò.
"Che tipo di cose?"

"Una cosa su... È un ricordo. Di quello che aveva detto mia zia Amélie una volta. - spiegai - Ero appena andata a letto, ma sentivo che lei parlava. Così ero andata alla porta, l'avevo socchiusa e avevo origliato."

"Ma allora è proprio un vizio." osservò Tony, riferendosi chiaramente al momento in cui Clint era venuto a casa mia e aveva parlato a mia zia, altro caso in cui io avevo spudoratamente ascoltato tutto.

Sorrisi innocente.
"Posso continuare? Parlava a qualcuno di suo fratello, padre di mia madre... perciò mio nonno. Non ricordo cosa avesse detto, ma sono certa che anche lui avesse qualche cosa di speciale."

Tony annuì.
"E a te a cosa servirebbe Friday? Intendo, cosa vuoi vedere?"

"Voglio vedere il suo potere."

"Perfetto, allora Friday hai sentito? Collabora, cerca informazioni sul nonno di Grace Edwards."

"Subito, signore." rispose la solita voce meccanica.

Davanti a noi comparve uno schermo con un albero genealogico, il mio.

"Oh, proprio quello che volevo. - borbottò Tony - Ora giochiamo."

Cliccò sulla casella del mio nonno materno.
William Hyde. Così si chiamava.

"William Charles Hyde era uno stregone, vissuto fino a pochi anni fa. - ci informò Friday - Ha studiato le arti mistiche nel santuario di New York, dove è stato in possesso della gemma del tempo per circa due anni."

Mi voltai verso Tony, che a sua volta si era voltato verso di me. Eravamo entrambi stupiti di questa rivelazione perché, oltre a non aver mai saputo di aver avuto un nonno stregone, mi ritrovo pure a dover assimilare il fatto che ha detenuto la gemma.

"Allora, se ha tenuto la gemma, poteva fare come Strange, quando ha visto i futuri diversi! - esclamai - Friday, sai se ha visto il futuro anche lui?"

Stark si alzò dal letto e iniziò ad andare avanti e indietro per la stanza, come faceva presumibilmente quando era teso.

"Sto cercando, signorina... Ho trovato altro. Sì, il signor Hyde ha provato a utilizzare i suoi poteri associandolo a quelli della gemma del tempo, per vedere il futuro. - spiegò Friday - Voleva sapere, dopo la sua morte, che fine avesse fatto la gemma, il cui potere era più pericoloso di quanto tutti credessero.
Subito dopo vide una bambina, che emanava fuoco dalle mani e che teneva al collo una collana, con attaccata una gemma, la gemma del tempo."

Riuscii a sorridere, con gli occhi fissi nel vuoto e leggermente velati di lacrime, quindi sussurrai:
"La bambina sono io."

----
A pochi capitoli dalla fine, la verità viene a galla, con nuove notizie e rivelazioni.
E siamo a -3... 💗

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora