Chapter 9

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Heaven, Avicii.

Signor Fury,
ho speso tempo prima di prendere una decisione simile, soprattutto perché ho sempre creduto di essere in grado di controllarmi, e in effetti l'ho fatto fino ad ora, per diciassette anni mi sono controllata.
Diciassette per modo di dire, perchè ho scoperto di avere questi poteri all'età di cinque anni, quindi da allora, per dodici anni, mi sono sempre controllata.
Mi dispiace per aver ignorato i vostri aiuti, ma davvero, essere come sono mi scombussola parecchio, non sono abituata ad avere aiuti e di solito mi arrangio.
Ora ho capito davvero che forse è meglio che qualcuno di indirizzi e mi dica cosa fare, quindi mi salvo in calcio d'angolo, accetto la vostra proposta e quindi l'Ultimatum da voi deliberato.
Mi unirò a voi e sarò con voi quando più servirà se mi aiutate a controllarmi.
Avrò bisogno d'aiuto per spiegare tutto a mia zia e per la scuola, per il resto nulla creerà problemi.
Spero vi arrivi la lettera, devo ancora capire come fare.
Ringrazio tutti e a presto,
Grace Edwards.

L'avevo scritta di getto eppure mi piaceva.
Perciò decisi di mandarla subito.

Nel Post Scriptum Fury aveva detto che dovevo usare i miei poteri anche se sembrava folle.

Dovevo correre fino alla base dello S.H.I.E.L.D, che non sapevo nemmeno dove fosse ubicata?
No, non poteva essere quello.

Dovevo diventare di fuoco e in qualche modo portare la lettera in posta?
No, la lettera si sarebbe bruciata.

Mi si accese la lampadina. E se dovessi solamente avvolgermi di fiamme e bruciare la lettera?

Ne scrissi una copia, non potevo mai sapere, magari non era quello il modo e sarei rimasta senza lettera.

Ne presi una e la tenni in mano, mentre mi concentrai e le fiamme mi avvolsero.
Guardai la lettera bruciare e diventare cenere, che si innalzava verso il cielo grazie al vento e che, poco dopo, quando tornai normale, vidi disperdersi in aria.

Avevo fatto una cazzata? Sì, decisamente. Non era quello il modo.

Quando stavo per prendere la lettera e provare a fare qualcos'altro, il telefono mi vibrò in tasca.

Lo controllai e lo vidi bloccato come l'ultima volta.
Lo scossi per vedere se faceva qualcosa, ma in cambio comparve il volto di Fury.

"Sei molto astuta, signorina Edwards. La lettera è arrivata e sono felice che ti sia degnata di accettare. Per la scuola e la zia non è un problema. Oggi pomeriggio incaricherò un agente di venire a casa tua, che ho sotto controllo con un geolocalizzatore, e spiegherà tutto alla zia, con tutto intendo il necessario per farla stare tranquilla. Allora ti preleverà e ti porterà qui allo S.H.I.E.L.D. Nel frattempo tu prepara tutto quello che ti serve, ci vedremo nel tardo pomeriggio."

Il suo viso scomparve. Stavo ancora assimilando le sue parole che erano uscite a macchinetta dalla sua bocca troppo in fretta.

Vidi che era quasi ora di pranzo, quindi mi recai verso casa, camminando lentamente per far passare il tempo.
Giunsi a casa a mezzogiorno passato da poco.

Zia Amélie aprì la porta e mi guardò perplessa.

"Mancava il professore dell'ultima ora." dissi solo.

"Attività extrascolastiche oggi non ci sono?" domandò.

Scossi il capo. Almeno quello era vero. Odiavo mentire a zia Amélie, lei che mi aveva sempre dato tutto ciò di cui avevo bisogno, trattandomi come sua figlia, ma era necessario a volte; riguardo i miei poteri avevo mentito fino ad ora.

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora