Let me go, Hailee Steinfeld.
Entrai in camera velocemente e chiusi la porta alle spalle senza fare rumore.
Mi misi sul letto sfogliando il primo libro che mi era capitato in mano, casualmente quello di chimica, perchè, nel caso mia zia fosse salita a chiamarmi, non avrebbe sospettato la mia attività di aver origliato ogni singola parola del discorso tra lei e l'agente dello S.H.I.E.L.D.
"Grace! - mi sentii chiamare da zia Amélie - Puoi scendere un minuto?"
"Arrivo!" urlai di rimando.
Lasciai il libro sulla scrivania e scesi le scale rischiando più volte di inciampare e rotolare come un'idiota.
Quando arrivai al piano di sotto, sia zia che l'uomo mi fissavano.
"Che brutti sguardi. - commentai per stemperare la tensione che si stava spargendo anche dentro di me - È successo qualcosa?"
"È successo che non sai molte cose, Grace. - mi confessò zia Amélie - E sono stata un'ingenua a non dirtele. Perciò sappi solo che... so che hai dei poteri."
"Cosa?" dissi sorpresa. In parte quella sorpresa era finta, perché avevo origliato, ma in parte era reale, perchè... insomma, non mi aspettavo l'affermazione così, sui due piedi!
"Sì, hai capito bene... E so anche che le lettere che ti sono arrivate erano da parte dello S.H.I.E.L.D. Speravo che questo momento venisse il più tardi possibile Grace, credimi. Ma ora è arrivato. Devi andare con quest'uomo, con loro sarai al sicuro." mi raccomandò.
Ancora dovevo ben capire chi fosse il loro, ma mi limitai ad annuire.
"Promettimi che starai con loro e che farai tutto quello che ti diranno." mi disse, sull'orlo delle lacrime.
Che stava accadendo? Non stavo mica andando in guerra. Almeno, così pensavo.
"Lo prometto. - dissi prendendole le mani - Tu però stai tranquilla."
Lei annuì, e io le sorrisi. Avevo origliato, ma quel che mi stava dicendo lei mi incasinava ancora di più.
"Quando vorrai mandare lettere, pensa al luogo a cui vuoi spedire e poi tienile tra le mani, mentre usi il tuo potere. Mi arriveranno." spiegò come ultima cosa Amélie.
Annuii e le lasciai le mani, quindi mi voltai a guardare l'agente.
"Bene. Possiamo andare. - concluse. Si rivolse a me - Raccogli i tuoi ultimi oggetti, se vuoi prendere qualcosa, e poi andiamo."
Salii in fretta e presi lo zaino che avevo preparato prima, poi scesi.
"È tutto." dissi.
"I vestiti te li forniremo alla base. - si voltò a guardarmi e mi sorrise - Dei vestiti da combattente."
Sorrisi anche io. Ma è una figata assurda, avrebbe detto Theo. Un attimo...
"Theo!" esclamai, senza rendermene conto.
"Cosa?"
"Non ho detto nulla a Theo, il mio migliore amico! Non posso andarmene così, senza fargli sapere niente!" esclamai sempre più nel panico.
"Ci penso io. - disse zia Amélie - Lo invito dopo a casa e gli spiego tutto. Poi stasera chiamalo e assicurati che sappia. Ok?"
"Grazie, zia. Per tutto quello che hai fatto per me." dissi, mentre la abbracciai.
"È ora." rammentò l'agente, quindi salutai la zia, quella donna che mi aveva vista crescere e che in un attimo mi vedeva svanire come polvere.
"A presto." sussurrai, una volta fuori, guardando la casa, prima di salire sulla macchina lussuosa parcheggiata.
STAI LEGGENDO
𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐔𝐥𝐭𝐢𝐦𝐚𝐭𝐮𝐦
Fanfiction• Tempo di ambientazione: Post Civil War; Infinity War Grace Edwards ha una vita pressoché normale, ma è diversa dalle altre ragazze: ha dei poteri soprannaturali. Nick Fury non esita a rintracciarla, invitandola ad unirsi allo S.H.I.E.L.D. e a que...