Greek Gods. KOOKV [ITA]

πέντε

Se il cielo inizialmente era blu, con l'arrivo della notte stava iniziando a diventare nero. Taehyung aveva paura... non avrebbe mai immaginato che sarebbe potuto finire in una simile situazione. I piedi gli dolevano, non era abituato a passare ore a camminare, sul terreno ripido e pieno di pietroline. I suoi sandali si stavano sgualcendo, le gambe gli stavano per cedere.

<Jungkook...non ce la faccio più! Per favore fermiamoci.>disse ansimante. Jungkook non si voltò e continuò a procedere.

<Non possiamo fermarci, non siamo al sicuro.> rispose freddo. 

<Ti prego, non ce la faccio più!>

<Muoviti.> 

Taehyung provò ad eseguire i suoi ordini, ma dopo qualche secondo cedette e si appoggiò ad un albero. 

<Basta, io non voglio più camminare!>esclamò. Jungkook, a quel punto, arrabbiato com'era si avvicinò a Taehyung, bloccandolo all'albero mettendo una mano alla destra della sua testa. 

<Taehyung, forse non hai compreso per bene in che condizioni ci troviamo, permettimi di aggiornarti: attualmente siamo in una fottuta foresta sperduta, dove non siamo più degli dei e dunque equivaliamo a dei cazzo di umani , ed essendo umani morire non è difficile, perciò smettila di fare la fottuta principessina viziata quale sei e cammina se non vuoi morire.> il discorso iniziò apparentemente ironico, per poi far spaventare Tae. Cercò di mandarle giù ma sugli occhi comparsero delle lacrime. Nonostante la sua espressione fosse estremamente seria, una prima lacrima iniziò a scendere. 

Sono solo una principessina viziata per lui?

<Allontanati immediatamente. Visto che sono una principessina viziata puoi benissimo continuare senza di me e lasciarmi qui...>disse con la voce rotta dal pianto.

<Ma ti senti quando parli?>disse Jungkook non allontanandosi di mezzo millimetro. Taehyung scosse la testa, girandosi di lato per non incontrare lo sguardo di Jungkook.

<Taehyung,guardami.> il biondo fece l'indifferente, Jungkook allora gli afferrò il mento tra indice e pollice e lo fece voltare verso di lui. 

<Non mi toccare!>ordinò Taehyung cercando di ribellarsi. Il corvino non lo ascoltò. Avvicinò il suo viso a quello dell'altro. 

<Taehyung...non mi devi disobbedire. Sai, dalla guerra non s'imparano solamente strategia,forza e intelligenza. Ci sono competenze che si sviluppano nelle tende, di notte, senza abiti ingombranti di mezzo, e ho una grande voglia di insegnartele.>sussurrò sensualmente e ghignante all'orecchio di Artemide. Il dio dai capelli dorati divenne rosso, il cuore iniziò a battergli velocemente e percepì uno strano calore provenire dal basso. Non riusciva quasi a respirare. Il corvino, senza dargli tempo di riprendersi lo prese in braccio. Artemide per non rischiare di perdere l'equilibrio e cadere avvolse le esili braccia attorno al collo di Jungkook.

<Che stai facendo?!>gridò, non se n'era nemmeno accorto. 

<Visto che non puoi continuare con le tue stesse forze ci penso io.>

<No! Lasciami! Non voglio che tu mi porta come peso! Lasciami!Posso camminare da solo ora mi sento meglio!> si dimenava per cercare di scendere, non voleva che Ares dovesse sopportare anche il suo peso.

<Shh. Fermo e lasciati aiutare, metti da parte l'orgoglio, cerbiatto.>sussurrò riferendosi al simbolo del dio. Tae si fermò, anche se con un leggero broncio involontario. Erano ormai 20 minuti che Jungkook portava Taehyung in braccio, non voleva ammetterlo, ma era stanco anche lui... 

<Jungkook, fermati, sei stanco.> il moro non rispose continuando a camminare imperterrito. Taehyung non seppe cosa fare. Il modo in cui Ares, nonostante tutto continuasse ad andare avanti era invidiabile, al contrario suo Taehyung si era arreso al primo ostacolo.

<Posso camminare, mi sono riposato.>continuò il biondo, tentando di convincerlo. Jungkook stavolta abbassò lo sguardo su di lui. Prima che potesse rispondere un rumore inquietante giunse alle loro orecchie. Assomigliava ad un verso d'uccello. Jungkook velocemente posò  Taehyung a terra, per poi mettersi davanti a lui. Estrasse la spada lucente dal fodero intarsiato. il biondo stavolta non si fece cogliere completamente dalla paura e impugnò l'arco, tendendo una freccia senza scagliarla. Lo strano verso iniziò ad avvicinarsi ai due. Da un albero spuntò una creatura mitologica, Busto e testa da donna con coda e ali da rapace: erano rivoltanti.

Taehyung ingoiò a vuoto. Jungkook spinse Taehyung dietro ad un albero dal tronco spesso, mettendosi di fronte ad Artemide. L'arpia non li aveva visti. 

<Shh...> disse Jungkook posandogli un dito sulle labbra. Dopo qualche secondo il moro si affacciò leggermente. L'arpia era sparita. Taehyung tirò un sospiro di sollievo. Nonostante il pericolo fosse scampato, Jungkook si trovava ancora davanti al biondo. 

<Che facciamo?>domandò il biondo. Il corvino ghignò.

<Io un'idea ce l'avrei...>

<Smettila!> ordinò Taehyung capendo il significato celato di quelle parole. Jungkook sbuffò e si allontanò da lui.

<Forza andiamo, dietro a quell'edera c'è una specie di grotta, forse possiamo sistemarci lì per stanotte.> 

<Hoseok, che ti ha detto l'oracolo?> domandò Namjoon, una volta che il dio del sole fu tornato,insieme a loro c'erano anche Atena, Era, Poseidone,Ade e Persefone. Apollo prese un respiro, per poi ripetere le parole pronunciate dall'oracolo.

Nel sentirle tutti i presenti ne furono impauriti. Avevano capito chi era colui di cui si parlava, ed il tempo, era proprio quello che non avevano. 

<Cosa significa che dovranno divenire uno solo?> domandò Jimin. 

<Non ne ho idea.> rispose Hoseok con lo sguardo basso, aveva paura di non riuscire a rivedere più l'amato fratello.

<Direi che sia ora di comunicarlo agli altri dei. A questo punto possiamo solamente sperare  che quei due riescano ad uscirne. Non ho nemmeno la possibilità di aiutarli...-sospirò Zeus, per poi riprendere il discorso-...comunque noi dobbiamo subito prepararci al sangue. Il tempo non aspetta. >

In questi giorni cercherò di pubblicare minimo un altro capitolo, perchè poi non potrò più farlo per un bel pò. Spero che questo vi piaccia.