εικοσιεπτά

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La descrizione del Tartaro in questo e nei prossimi capitoli è di mia fantasia, purtroppo non ho trovato molte informazioni come ambiente.



Jungkook, appena varcò le porte, andò a prendere il suo cavallo, anche suo prediletto tra i tanti che possedeva. Aveva rigorosamente un manto nero e lucido, che inevitabilmente richiamavano i capelli del dio della guerra. Ci salí con un semplice balzo. Non aspettò altro e lo fece partire. Sentiva come se il suo cuore dolesse inevitabilmente, anche se lo cacciò subito, il pensiero che non avrebbe più rivisto Taehyung, gli si fissò nella mente. Scosse la testa come a cercare di scrollarselo di dosso in un modo o nell'altro, non doveva assolutamente pensarlo. Avrebbe rivisto Taehyung a breve e lo avrebbe stretto tra le sue braccia fino a non farselo più scappare. Piuttosto l'avrebbe legato con le catene più pesanti che aveva, alla testiera del letto. Voleva averlo vicino di nuovo, poterlo toccare, sentire la sua voce, baciare le sue labbra, guardare i suoi occhi,il suo sorriso. La sua mancanza era qualcosa di terribile per Jungkook. 

Dall'altra parte, ormai tutti erano pronti per entrare definitivamente in una guerra, che sapevano sarebbe stata quella conclusiva. Volevano assolutamente vincerla, tornare a casa con la consapevolezza di poter svegliarsi il giorno dopo senza la più minima preoccupazione. Ormai ognuno di loro ne percepiva la mancanza. Lisa avrebbe dovuto lasciare Jennie ancora una volta, come se non bastasse, ma era doveroso visto la sua posizione. Prima di salire sul suo cavallo la strinse in un forte e caldo abbraccio. Una lacrima scese dalla guancia di Jennie. Tentò di togliersela in fretta, non volendo farla notare a Lalisa, ma bastarono pochi secondi, alla dea, per comprendere che era in procinto di piangere. Sentiva un peso al petto da tempo ormai, avrebbe dovuto dire qualcosa ad Atena, ma non ne ebbe il coraggio. Lo utilizzò quasi come pretesto. Ciò che le avrebbe dovuto dire era necessario, perciò sarebbe dovuta tornare sicuramente. Questa convinzione riusciva a farla sentire meglio.

<Non piangere... Sono sempre tornata e continuerò a farlo.> dopo ciò che disse la dea dell'astuzia, Calliope si lasciò trasportare dal suo pianto, singhiozzando sulla spalla della dea.


<Jimin, non importa! Questa volta resterai qui! Hai rischiato molto l'altro giorno, te ne rendi conto?> stranamente il tono di voce di Yoongi era alterato un bel pò, era difficile sentirlo arrivare a quel punto. Era realmente infuriato. Dovevano ancora raggiungere gli altri, si trovavano ancora nella loto camera da letto, sotto metri di terra.

<Yoongi, non devi trattarmi come un bambino! Sono in grado di fare le mie scelte, non puoi dirmi sempre cosa fare!>Jimin utilizzò lo stesso tono, guardandolo dritto negli occhi. Se pensava che gliel'avrebbe data vinta, si sbaglia di grosso.

<Possibile che tu non capisca? Io ho paura che ti possa accadere qualcosa! In tal caso non riuscirei mai a perdonarlo. L'ultima volta sei stato male, perché non vuoi accettarlo?> Yoongi era disperato, non sapeva come convincerlo.

<Secondo te non posso badare a me stesso? Insomma Yoon->venne bloccato dal dio stesso, che avanzò verso di lui facendolo indietreggiare, fino a cadere di spalle sul letto matrimoniale. Yoongi lo sovrastò e lo baciò con dolcezza, assaporando quelle dolci labbra, poggiandogli una mano sulla guancia. Jimin sussultò, non se lo aspettava. Quando si distaccarono, si guardarono negli occhi.

<Mi dispiace amore per essere arrivato a questo punto.> gli baciò velocemente la fronte e si alzò da lui. Jimin finalmente se ne accorse. C'erano delle radici, di colore innaturale, visto che erano di un nero così profondo da sembrare finte, che gli circondavano i polsi, la vita e le caviglie. Spalancò gli occhi una volta realizzato.

<Ti amo, tra qualche ora dovrebbero lasciarti libero di fare i tuoi bisogni, mi mancherai tesoro.>

<Yoongi diamine! Non puo->non riuscì a terminare che Yoongi aveva chiuso la porta alle sue spalle, gli dispiaceva, lasciarlo ma non poteva fare altrimenti. Non l'avrebbe fatto toccare a nessuno.





Erano finalmente arrivati all'entrata del Tartaro. Una volta entrati, non potranno più uscire. Prima devono sconfiggere Crono. Del Tartaro, si narrava che un'incudine ci mettesse nove giorni per arrivare, solamente al decimo toccava il suolo della fine del tartaro.

<Sei ancora in tempo TaeTae.> sussurrò Hyungsik. Il biondo non gli rivolse nemmeno uno sguardo.

<Dobbiamo lasciare fuori i cavalli,l'entrata è troppo stretta per loro.> borbottò Taehyung. Aprí con delicatezza la botola, spaventato dall'idea che potesse piombane qualcosa di inaspettato ed estremamente mostruoso.

<Grande illuminazione divina nipote, senza il tuo buon occhio e la tua indiscutibile intelligenza non ci sarei mai arrivato.> disse sarcastico.

<Simpaticissimo come sempre, zio.> gli rivolse un piccolo sorriso. Hyungsik nel vederlo si sciolse. Sospirò, e distolse lo sguardo.

<Penso che sia una specie di scivolo...> sussurrò Taehyung, esaminando ciò che riusciva a vedere dall'entrata. Hyungsik si abbassò alla sua altezza per osservare con i suoi occhi. In effetti sembrava uno scivolo, ma la consistenza del terreno avrebbe provocato attrito.

<È difficile riuscire a scenderlo, ci metteremmo moltissimo tempo.> sbuffò Tae, mettendosi le mani tra i capelli. Poseidone scosse il capo.

<No, ho un'idea.-indirizzò la mano verso il terreno, facendo sorgere un piccolo ruscello. L'acqua iniziò a percorrere lo scivolo. In questo modo sarebbero arrivato in un tempo minimo.-Tae,prendi quel pezzo di tronco> c'era una "lastra" di legno, che li avrebbe aiutati.

<Tae, tu devi aggrapparti forte al tronco, io mi terrò stretto a te. Non preoccuparti, controllerò la velocità dell'acqua. Okay?> Tae annuì sorridente. Alla fine Hyungsik lo stava autando. Non avrebbe sapito cosa fare se fosse stato da solo. Fu così che Taehyung si sedette avanti, con le mani avvinghiate al pezzo di legno, mentre Hyungsik aveva circondato la vita di Artemide con le braccia, appoggiando il mento sulla sua spalla. Taehyung quasi non se ne rese conto, di tutto quel contatto.





Jungkook era stanco dopo tutto quel viaggio. Sentiva le gambe indolenzite, dalla posizione costante da cui non si era mosso, e gli occhi chiudersi da soli,ma non mancava tanto per arrivare al Tartaro,soprattutto con un cavallo come il suo.

Sto per riportarti a casa, cerbiatto.





Notte, scusate il ritardo <3

Greek Gods. KOOKV [ITA] Where stories live. Discover now