«Per non parlare di quella volta che "casualmente" aveva lasciato la porta del bagno aperta» raccontò ancora Namjoon ridendoci su.
Il maggiore ormai si stava sbellicando dalle risate. Aveva provato a resistere, ma i racconti di Namjoon lo facevano crepare dal ridere ed il modo in cui li raccontava era carino e buffo, a parer suo.
La tensione iniziale era quasi svanita del tutto; stranamente Namjoon, nonostante la sua timidezza, era riuscito ad avvicinarsi un po' alla parte simpatica di Seokjin.
Quest'ultimo, smise di ridere e si asciugò le lacrime sfuggite ai suoi occhi
«Direi che quasi quasi, allora, ti farebbe più piacere restare qui, invece che tornare in quella casa» fece il castano, un po' più serio
«Può darsi, sai? Già il fatto che tu abbia riso, denota che non sei poi così male»
«Perché, dubitavi forse del fatto che sapessi ridere anch'io?» ricominciò Jin facendo l'altezzoso ed incrociando le gambe
«Ehm, sì, decisamente, tutti voi sembrate così stronzi»
«Ti correggo: lo siamo; ma ciò non significa che non siamo capaci di ridere» puntualizzò il maggiore
«Ti sei dato dello stronzo da solo, Kim?» stuzzicò il grigio
«Certo, Kim» marcò il castano
«La cosa mi appaga»
Jin pensò male...subito. Si coprì il volto con una mano e fece finta di niente, focalizzando la sua attenzione ancora sui capelli grigi dell'altro e sulle sue adorabili fossette tanto carine, oltre che sul suo nasino cute e stretto.
Nam non se ne accorse.«Ora tocca a te parlare, però» fece serio il minore.
Jin abbassò lo sguardo, sospirò e si grattò il ginocchio
«Vedi...sono figlio unico, sono ricco ed anche solo, perché i miei sono sempre fuori città. Prima avevo degli amici, in Corea, ma, a causa appunto del trasferimento di qualche anno fa, ho dovuto ricominciare a vivere, non potevo di certo rovinare la carriera dei miei genitori per qualche amichetto. Giunto qui, sono rimasto spiazzato. Uno come me, proveniente dalla Corea, da un paesino qualsiasi, mi sono ritrovato in un mondo nuovo, grande e, per certi versi, cattivo - sospirò ed alzò lo sguardo verso Namjoon - gli unici con cui sono riuscito a stringere sono Jimin e Taehyung ed ancora ho delle difficoltà a confidarmi con loro. Diamine...qualche volta mi chiedo che problemi io abbia, insomma, quest'anno compirò 19 anni, il prossimo 20...e sto costantemente a pensare a queste cazzate» continuò non curandosi di starsi esponendo troppo
«Hyung, non sono cose stupide, non dire così...ognuno ha i suoi problemi, se questo ti fa stare male, allora devi trovare una soluzione, non evitare il problema» fece il minore un po' preoccupato.
Seokjin rise amaramente per il nervoso
«Non fare il filosofo del cazzo con me, okay? Anzi, facciamo che non parliamo più di queste cose, non so perché io abbia voluto confidarmi. Sai com'è, mai fidarsi degli scienziati» rispose Jin, per poi alzarsi
«Ci vediamo dopo, ho voglia di uscire»
«Ma-»
«A dopo, se hai fame, aspetti. Ciao» concluse il maggiore, per poi aprire la porta, uscire e richiudersela dietro.
Namjoon si lasciò cadere con la schiena all'indietro, stendendosi sul letto.
Rise un attimo ripensando al comportamento dell'altro
«Però...che personaggio»---
Tornando indietro di qualche ora, rieccoci al punto in cui Taehyung e Jungkook erano ormai rimasti soli. Il primo era a dir poco entusiasta, il secondo era nervoso.
Il maggiore rivolse all'altro un piccolo sorriso
«Jungkook...mh...posso chiamarti Kookie, vero?»
«Veram-»
«Okay, allora Kookie!» lo interruppe il biondo, non lasciandogli il tempo di obiettare.
Jungkook abbassò lo sguardo.
Sarà dura
«Bene, da che parte si va per casa tua?» chiese Taehyung.
Il minore sospirò
«Dobbiamo aspettare l'autobus» rispose.
L'altro lo guardò storto
«Esistono ancora?»
«Io ci vado così a scuola»
«Ma sei serio?»
Scusa se non sono ricco eh
Jungkook alzò gli occhi al cielo
«Sì, sono serio. Tu come ci vai a scuola?»
«Mh...c'è il pulmino privato della scuola, ma io vado sempre con Jin»
«Ti passa a prendede ogni mattina?» chiese il minore sorpreso
«Sì, è davvero molto gentile a farlo»
«Già» sorrise Jungkook.
Si stava quasi rilassando...quasi
«Quindi quando arriva?» chiese sempre più impaziente Tae
«Dovrebbe essere qui a momenti, non ci vorrà molto» lo rassicurò l'altro.
Il maggiore sbuffò impaziente
«Hai idea di cosa io e te potremmo fare assieme?» chiese timidamente Jungkook.
A Taehyung spuntò un sorriso sulle labbra, il che non prometteva niente di buono
«Ehm non saprei, cosa ti piace fare, Kookie?» fece in risposta, avvicinandosi al corpo di Kook.
Quest'ultimo deglutì
«Ecco...disegnare» affermò titubante.
Taehyung gli rivolse un sorriso particolare, "rettangolare", come lo avrebbe definito Jungkook
«Ma è fantastico! Io amo dipingere e disegnare Kookie!»
Quel soprannome pronunciato da Taehyung, aveva su Jungkook un effetto strano
«Fantastico!» esclamò il piccolo sorridendo.
Qualche attimo dopo, giunse alle loro orecchie un rumore che si fece sempre più vicino
«L'autobus» pronunciò Jungkook.Incredibile che sto davvero per prenderne uno pensò Taehyung.
Il veicolo giallo e un po' rovinato esternamente si fermò di fronte ai due, i quali salirono poco dopo, pagarono il biglietto e presero posto; il bus era, pressoché, vuoto
«Kookie~» iniziò a cantilenare Taehyung.
Jungkook, che si era appoggiato al finestrino a pensare in attesa di giungere a casa, si risvegliò improvvisamente e rivolse il suo sguardo a colui che lo aveva chiamato
«Dimmi»
Il biondo si appoggiò tranquillamente alla spalla di Jungkook, guardandolo dal basso, facendo gli occhioni accompagnati da un broncio.
Okay, è veramente, veramente bello
«Ora che arriviamo che si fa?»
Kook si grattò il retro del collo, titubante
«Non saprei...»
«Hai qualche gioco?»
«T-taehyung, davvero, non lo so»
Il minore si sentiva tremendamente a disagio, non aveva la più pallida idea di come comportarsi. Al contrario di Taehyung che, se avesse voluto, avrebbe potuto fare amicizia anche con i muri, Jungkook era molto, molto timido. Gli piaceva stare in gruppo ed uscire con gli amici, ma in una conversazione dove bisognava essere in due, con uno sconosciuto per giunta, per lui era impossibile mantenere il sangue freddo ed essere sé stesso
«E dai, pensaci»
«Pensaci tu»
«Ma non so cos'hai a casa per passare tempo» lo guardò storto il maggiore.
E Jungkook, per l'ennesima volta, sospirò.°°°
in tutto ciò, povero namjoon
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𝕻𝖗𝖔𝖏𝖊𝖈𝖙 𝖎𝖎.𝖔 ⁿᵃᵐʲⁱⁿ-ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ-ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ
FanfictionDue scuole, un progetto. Una contrapposizione creata da due schieramenti, quello degli "scienziati" e quello dei "letterati". Un astio ingiustificato, provocato solo da qualche autorità. Apparentemente un gioco. Una presa in giro da una delle due pa...