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La sveglia suonò, suonò e suonò di nuovo, quindi, a malincuore, Yoongi dovette alzarsi. Il giorno dopo sarebbe ricominciata la scuola e lui avrebbe dovuto studiare ed anche tanto, oltre che finire un progetto sempre scolastico. Spense la sveglia, si stropicciò un occhio col palmo della mano, sbadigliò e tentò anche di aprire gli occhi, ma senza riuscirci, così semplicemente si tirò su a fatica, si stiracchiò e si alzò definitivamente. Non si curò di alzare la tapparella o spostare le lenzuola per fare arieggiare il letto, non si cambiò, non si sistemò neanche i capelli o la maglia a manica corta grigia messa metà nei pantaloni a quadri violacei larghi, i quali gli coprivano quasi del tutto i piedi. Già, quella mattina si sentiva particolarmente pigro, più del solito.
Uscì dalla stanza e sobbalzò non appena Lil Meow-Meow fece le fusa strofinandosi contro la sua caviglia.
Senza pensarci troppo, lo prese in braccio ed iniziò ad accarezzarlo - ricordiamo che era colui che voleva sbattere fuori di casa quella povera bestiolina.
Giunse in cucina ancora ad occhi semichiusi e percepì un profumo di bacon e uova mai sentito in quell'appartamento.
Strizzò gli occhi e li aprì, soffrendo allo scontro con la luce solare.
I suoi occhi rimasero increduli: Jimin era in piedi davanti ai fornelli che fischiettava e cucinava tranquillamente.
Sembra così rilassato.
Sinceramente, il grigio non avrebbe voluto interrompere la quiete di Jimin come al suo solito, ma il gatto lo fece per lui, miagolando. In un attimo, il ragazzo dai capelli castano-aranciati smise di fischiettare e si voltò, mentre il maggiore aveva appena lasciato cadere il micio per terra.
Jimin si lasciò scappare una piccola risata di fronte alla scena, ma poi il suo volto lasciò spazio ad un dolce sorriso, con tanto di occhi chiusi.
Yoongi pensò di star ancora sognando...forse, anzi, quasi sicuramente, era la prima volta che vedeva il minore sorridere. Ne rimase ammaliato
«Buongiorno hyung!»
Vedete, vorrei precisare che il modo gentile di fare che aveva Jimin era molto fraintendibile e sembrava quasi un flirt; inoltre, Jimin stesso si era auto-imposto di andare d'accordo con Yoongi una volta per tutte, non li avrebbe fatti altri sei mesi di tortura psicologica: per questo quella mattina aveva deciso di preparargli la colazione
«Buongiorno...(?)» rispose titubante il maggiore. Beh, era ancora convinto che fosse un sogno
«Sto preparando la colazione per entrambi» spiegò il castano prima di tornare ai fornelli.
Yoongi aggrottò le sopracciglia e sporse il labbro inferiore in un'espressione confusa. Decise di non fare domande e di andarsi semplicemente a sedere sul divano.
Pochi silenziosi attimi dopo, il minore arrivò davanti alla figura dell'altro con un grembiule rosa pastello addosso ed un vassoio colmo di cibo in mano. Aveva una faccia soddisfatta.
Si sedette accanto al grigio, il quale era sempre più stranito
«Mh...ho paura a chiedertelo, ma...perché hai fatto tutto ciò?» chiese il maggiore mentre Jimin stava sistemando i cibi sul piccolissimo tavolo posto davanti al divano
«Beh...so che non ti piaccio per niente e forse siamo partiti col piede sbagliato o...che ne so, semplicemente non siamo compatibili? Però, ecco...dovrò stare qui per molto altro tempo, non vedo quale sia il motivo per il quale non dovremmo neanche provarci» spiegò terminando di sistemare il tutto
«Un primo motivo potrebbe essere il fatto che sei del classico» fece in risposta l'altro con nonchalance, portando gli avambracci a sostenersi la nuca da dietro.
Il suo sguardo cadde su Jimin mentre il minore si girava a guardarlo. Il piccolo sorrise
«Uno del classico che, però, ti ha preparato un ottimo caffè americano»
Gli sorrise.
Yoongi rimase basito.
Ma...tutta questa dolcezza? Da dove viene?
L'espressione del grigio si fece sospettosa, ma si ricompose immediatamente
«Sarò io a giudicare» se ne uscì.
L'altro annuì
«Affare fatto»
Così, il minore gli porse la tazza col caffè e l'altro, dopo averla presa, assaggiò e fu sorpreso dal buon gusto che aveva
«Wow piccoletto, davvero niente male» si complimentò.

Il sorriso di Jimin si allargò
«Beh, quando vivi da solo»
«Vivi da solo?» chiese subito dopo il maggiore.
Jimin spostò lo sguardo al soffitto
«Si, vivo da solo» ripeté
«Credevo fossi un figlio di papà»
Il castano rivolse di nuovo lo sguardo all'altro
«L'apparenza inganna»
Parecchio pensò Yoongi
«E perché a 16 anni vivi da solo? Dovrebbe addirittura essere illegale»
Il minore sbuffò
«Non considerarmi un bisognoso o un barbone o drogato o quello che è, ma i miei sono entrambi alcol-dipendenti e nessuno dei due potrebbe mai farmi, appunto, da genitore. Quindi, ecco...vivo da solo per questo»
Yoongi spalancò di poco la bocca: era incredulo.
Un ragazzo apparentemente così viziato e antipatico in realtà...non aveva neanche i genitori?
«Ma scusami...avrai qualche parente, insomma...chi ti paga la casa?» chiese titubante il grigio non staccando gli occhi di dosso da Jimin, il quale ora aveva lo sguardo basso
«La mia non è una casa costosissima e pago il tutto con i miei scritti o i miei articoli (ci sarà un motivo se sono andato al classico)»
Calò il silenzio
«Jim-»
L'altro alzò il capo, focalizzando la sua attenzione sulla tv spenta di fronte a loro
«Sai, dovresti finirlo quel caffè, io vado a lavare i piatti» pronunciò il castano, per poi tentare di alzarsi, ma invano, dato che il grigio lo aveva trattenuto per un braccio e fatto ricadere sul divano, di fianco a lui.
I loro sguardi si puntarono a vicenda, mentre Jimin sentiva le guance arrossarsi e riscaldarsi.
Ricordiamo che lui era quello confuso sulla sua sessualità ed avere un ragazzo così carino vicino, in quella maniera, non avrebbe potuto fargli altro che male.
D'altro canto, Yoongi, per la prima volta, si sentì in colpa nei confronti del minore, sentiva di averlo giudicato fin troppo male...e poi il castano era stato così gentile con lui.
Rimasero immobili, passò solo qualche attimo, ognuno di una durata che sembrò mille volte superiore al reale trascorrere del tempo
«Scusami piccoletto»
Dopo quelle parole, Jimin deglutì e si sentì in un qualche modo sollevato
«Lo dici per pena?»
«Lo dico perché ho sbagliato a giudicarti»
Finalmente il maggiore lasciò il braccio dell'altro
«E poi...dovrò essere gentile con te se voglio preparato il tuo caffè la mattina» scherzò spostando lo sguardò sopra di sé.
Jimin sorrise ampiamente e, quasi di riflesso, abbracciò il grigio, il quale si pietrificò di scatto.
Non se lo aspettava minimamente
«Sono felice ti piaccia!» esclamò contento il castano stringendolo.
Si allontanò un paio di secondi dopo e, ancora col sorriso sulle labbra e le guance rosee, addentò uno dei biscotti che aveva messo sul vassoio.
In quanto a Yoongi...beh, ci era rimasto di sasso.



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yoonmin is coming

𝕻𝖗𝖔𝖏𝖊𝖈𝖙 𝖎𝖎.𝖔 ⁿᵃᵐʲⁱⁿ-ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ-ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora