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Vi vorrei aggiornare sugli Yoonmin abbandonati nell'appartamento del grigio.
Dopo la discussione, Yoongi si era chiuso di nuovo in camera sua e Jimin si era imposto di studiare qualcosa. Si annoiava a morte.
Erano ormai le 9 di sera, non aveva mangiato e il coinquilino di Yoongi non era ancora rincasato.
Jimin era talmente annoiato che si era messo a guardare la televisione; quando era a..."casa" sua, era costantemente ispirato a scrivere uno dei suoi romanzi iniziato qualche tempo prima, ma l'atmosfera di quell'appartamento lo opprimeva, senza contare la presenza assente del suo compagno di progetto. Entrambi erano a conoscenza del fatto che il progetto avrebbe influito molto sulla media, ma, mentre a Yoongi non fregava nulla, a Jimin importava eccome: aveva bisogno di crediti. Se il grigio avesse continuato così, allora Jimin lo avrebbe convinto ad aderire a quella stupida iniziativa delle due scuole con la forza.
Il ragazzo davanti alla tv da almeno due ore, aveva ceduto e si era addormentato in posizione fetale col gatto vicino al suo grembo, raggomitolato su sé stesso.
Alle 10 circa, Jaebum tornò dal lavoro e si ritrovò il castano a dormire sul suo amatissimo divano.
Sbuffò.
Già doveva sopportare Yoongi, non ci voleva anche il suo amichetto a rompere e, soprattutto, a rubargli il divano.
Posò il suo zaino per terra, vicino alla porta, per poi levarsi il cappello da lavoro, gettandolo sul tavolo. Si avvicinò a Jimin, sbadigliò pensando al fatto che tra poco anche lui avrebbe toccato il morbido letto, e si abbassò al livello di altezza del viso del minore. Mosse la sua spalla con la mano destra
«Coso...? Svegliati su, sei sul mio divano»
Jimin aprì pian piano gli occhi, rivolgendo il suo sguardo al ragazzo di fronte a lui.
Jaebum sciolse la sua espressione incattivita, addolcendola alla vista di quel ragazzo risultante così piccolo e carino.
Jimin si sedette ed osservó il ragazzo dai lineamenti asiatici, capelli scuri e dietro fino al collo, gli occhi grandi e corvini allungati, il naso piccolo e un po' a punta dalle narici larghe e la bocca a cuore, visibilmente più grande ed alto di lui.
Ci mise un po' per collegare
«Scusa, tu sei per caso Jaebum?» chiese il castano strofinandosi l'occhio destro.
Il gatto sbadigliò e si stiracchiò, allungando il suo corpicino esile e peloso.
Il viso di Jae si addolcì ancora di più
«Sì, sono il coinquilino di quello stronzo di Yoongi» disse facendo una faccia buffa.
Jimin sorrise leggermente
«Allora anche con te si comporta di merda?» chiese il minore
«Ovviamente; quel ragazzo ha un vero caratteraccio»
«Beh, io lo tratto male»
«Siamo in due. Dimmi, tu come ti chiami?» chiese il corvino
«Jimin»
«Bene Jimin, suppongo che il nostro caro Yoongi non abbia mosso un dito per prepararti qualcosa»
Il minore scosse la testa in senso negativo
«Ti va del ramen? È un bel po' che vorrei mangiarne, ma sai com'è...è più buono mangiato in compagnia» disse Jae incurvando le labbra in un sorriso largo e bello.
A Jimin venne quasi da piangere dalla gioia. Non era abituato ad avere persone così gentili intorno a lui, esclusi Tae, Jin e qualche ragazza della scuola.
Esultò battendo le sue piccole mani
«Sì, ti prego! È una vita che non mangio ramen»
Jaebum gli sorrise nuovamente, per poi porgergli la mano.
Si alzarono e andarono in cucina (che era praticamente davanti)
«Siediti. Stasera ramen, bruschette e verdure piccanti» disse il maggiore iniziando a frugare nei vari sportelli della cucina, quelli messi in alto.
A Jimin si illuminarono gli occhi; era entusiasta per il menù della serata.
Si mise ben composto ad aspettare e sentì la piccola palla di pelo strofinarsi contro la sua caviglia, facendogli venire i brividi.
Abbassò gli occhi su Lil Meow-Meow e si ricordò della messa ai voti sull'argomento 'gatto'
«Ehm... - si grattò il viso, un po' nervoso - Jaebum hyung, potrei chiederti un enorme favore?»
L'altro divenne molto soft dopo 'Jaebum hyung'.
Si girò, interrompendo il tagliare le verdure, per poi rivolgere tutta la sua attenzione a Jimin
«Dimmi Jimin»
«Vedi...io vivo con Lil Meow-Meow - sottrasse il gatto dalla sua caviglia per mostrarlo a Jae - penso tu l'abbia notato. Ecco, volevo chiederti il permesso di tenerlo. Yoongi è per il no»
«Ovviamente» sospirò Jaebum.
«Capisco che tenere improvvisamente un gatto semi-indisciplinato in casa non sia esattamente piacevole, ma prometto di tenerlo d'occhio. Mi accompagna da circa due anni»
Il minore fece gli occhioni.
Jae iniziò a scacciare l'aria davanti a sé, chiudendo gli occhi
«Basta, basta! Gli occhioni non li reggo!» drammatizzò scherzosamente il corvino, facendo ridacchiare Jimin.
Jaebum smise di "recitare"
«Certo che puoi tenerlo, basta che non faccia danni irreparabili»

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Nel frattempo, alla stessa ora, ma dall'altra parte della città, Namjoon e Seokjin stavano richiudendo tutti i libri; alla fine avevano studiato silenziosamente. Dopo il fatidico scontro imbarazzante tra i loro sguardi e, soprattutto, i loro corpi, avevano deciso semplicemente di dedicarsi allo studio ed avevano continuato per ore, anche se ogni tanto, si scambiavano sorridenti sguardi fugaci. Seokjin si era addirittura preoccupato di portare il resto dei libri di Namjoon per far sì che studiasse tutto per le verifiche dell'indomani.
Ed ora, che erano le 10 di sera passate, stavano raccogliendo le loro cose per poter tornare a casa
«Bill ci metterà un po' per venire, sta accompagnando mio padre ad una riunione» disse il maggiore in tono annoiato mentre si metteva lo zaino su una spalla
«Mh okay» pronunciò Nam richiudendo il suo di zaino e alzandosi dall'erba.
Ormai era sera, al parco non c'era più nessuno, solo qualche anziano che passeggiava col cane al guinzaglio; la distesa di verde era illuminata solamente dalla felbile e fredda luce dei lampioni. Faceva anche un po' freddo
«Ehi Seokjin hyung, ti va di fare un giro sull'altalena mentre aspettiamo?» chiese il minore.
Seokjin rivolse un mezzo sorriso al suo compagno.
Nam non lo aveva mai visto sorridere, non lo aveva mai visto sereno. Gli piaceva vederlo così.
La sua espressione non più corrucciata, i suoi lineamenti non più rigidi, la sue labbra piene e rosse incurvate all'insù, i suoi occhi luccicanti e allegri.
Inutile dire che Nam rimase a bocca semiaperta, imbambolato.
Il castano cambiò la sua espressione rendendola stranita, ma comunque serena.
Il minore scosse leggermente la testa per risvegliarsi dal suo stato di trance
«S-si, andiamo»



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softaggine

𝕻𝖗𝖔𝖏𝖊𝖈𝖙 𝖎𝖎.𝖔 ⁿᵃᵐʲⁱⁿ-ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ-ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora