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«Cosa diamine ci fai sopra il carrello?»
«Aspetto te, Jungkookie. Salta dentro»
«Non lo farò» disse fermo Jungkook incrociando le braccia
«Non farti pregare, Kookie...»
Taehyung fece gli occhioni.
Il moro non sapeva perché, ma lo sguardo di Taehyung, i suoi occhi scuri e dalla forma allungata, così ben definiti, avevano un effetto strano su di lui.
Ma non poteva saltare dentro al carrello!
«No, Tae» disse incrociando le braccia, chiudendo gli occhi
«Aw, mi hai di nuovo chiamato in quel modo!»
Jungkook strinse le palpebre, cercò di impedirsi di arrossire, ma la sue emozioni, purtroppo per lui, non poteva nasconderle o controllarle
«A-andiamo e facciamo la spesa. E scendi da lì» impose il minore riaprendo gli occhi e sciogliendo le sue braccia fermamente incrociate.
Taehyung sbuffò sonoramente e scese dal carrello
«Come sei noioso» commentò.
Il moro sospirò di sollievo.
Si diressero così alla corsia dei biscotti.

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[un'oretta prima]

Namjoon salì sull'auto Kim bianca e laccata, nonché lucidata perfettamente.
Entrò e si sedette sui sedili posteriori
«Buongiorno» salutò timidamente dalla chiusura nelle sue spalle
«Buongiorno signor Kim» salutò l'autista.
Seokjin non proferì parola, si limitò ad appoggiare la guancia sulla mano, puntando la sua attenzione al di fuori del finestrino.
Il grigio lo stava osservando, si era fatto addirittura un po' in avanti per poterlo fare.
Non sapeva nemmeno lui perché, ma provava una forte attrazione psicologica verso quel bel ragazzo dai modi sgarbati e dal comportamento distaccato
«Quindi dove andiamo, signorino?» chiese l'autista interrompendo il silenzio
«In quel posto; sai a cosa mi riferisco»
Il guidatore annuì, accese il motore e premette sull'acceleratore.
Namjoon avrebbe voluto sapere, anche perché il fatto che il posto non venisse detto esplicitamente e che considerassero superfluo dirlo a lui, lo metteva in ansia.
Lo volevano uccidere? Gli volevano offrire il pranzo? Volevano torturarlo?
Lo avrebbe scoperto solo raggiungendo il fatidico posto.
"Quel posto", come aveva detto Seokjin.
In attesa della risposta al suo dubbio si adagiò sullo schienale del mezzo e chiuse un po' gli occhi. Non dubitava del fatto che sarebbe stato un viaggio parecchio silenzioso.
Tra silenzi, sospiri e rumore di macchine, alla fine l'auto accostò davanti ad un immenso parco.
Namjoon si era quasi addormentato durante il viaggio
«Signor Namjoon» richiamò l'autista.
Il ragazzo, stravaccato sullo schienale, con le braccia abbandonate sul grembo e le gambe aperte, la testa all'indietro sullo schienale, le labbra socchiuse e gli occhi chiusi, al richiamo dell'uomo sobbalzò e si rimise con un balzo improvviso in posizione seduta con la schiena dritta
«Eh...! Sì, dica!» disse imbarazzato
«Siete giunti a destinazione» informò l'uomo
«Scendi» ordinò Seokjin a Namjoon senza neanche guardarlo.
Il minore non capì il motivo di quella sosta e notò che fossero davanti ad un parco.
Che diamine dobbiamo farci qui?
Decise di non farsi domande e di scendere portandosi dietro lo zaino.
A sua volta, scese anche Seokjin
«Ci vediamo tra due ore» pronunciò il castano.
Subito dopo aver udito le sue parole, l'autista partì.

«Due ore!? Ed io quand'è che dovrei studiare?» chiese Namjoon preoccupato al pensiero della verifica di scienze del giorno dopo
«Tranquillo, studieremo qui» gli disse il maggiore con tono calmo
«Qui? Non ho nessuna delle materie per domani, qui»
«Fa nulla, ti aiuto io se vuoi»
Il grigio lo guardò con un'espressione a metà tra l'occhiataccia e lo sguardo confuso
«Perché mi guardi così?» chiese il castano aggrottando le sopracciglia
«Perché siamo qui?»
«Non rispondere alle mie domande con altre domande» rispose l'altro con fare altezzoso, degno della sua persona
«Mi spieghi perché ti comporti così?» chiese Namjoon iniziando ad alterarsi.
D'altronde non aveva tutti i torti: prima il maggiore lo scherniva, poi lo trattava male, si comportava in maniera gentile, dopo ancora lo ignorava ed infine, lo portava in un parco senza nessun preavviso.
Seokjin cominciò a camminare in direzione dell'entrata del parco, ignorando le domande dell'altro
«Aspetto te, non farti attendere troppo, non ho pazienza»
Per qualche motivo ancora a lui stesso sconosciuto, il grigio lo seguì, raggiungendolo con passo svelto.
Entrarono nel parco, trovandosi davanti un'enorme distesa verde caratterizzata da piccoli sentieri e alberi simili a pini, molto alti e dall'aria imponente.
Si addentrarono in questa vasta distesa, il grigio che pian piano aumentava il passo per stare dietro al castano che andava via via più veloce
«Sbrigati lumaca!» esclamò scherzosamente Seokjin.
Improvvisamente era diventato più sereno ed euforico e a Namjoon faceva piacere che Jin gli mostrasse una parte di sé tanto estranea rispetto a come si era presentato fino ad allora.
E i suoi modi improvvisamente gentili fecero tornare in lui la calma più totale
«Lumaca a chi? Vedi ora come ti raggiungo!» esclamò Namjoon facendosi prendere anch'egli dall'euforia.
Accelerò il suo andamento veloce, trasformandolo in corsa. Arrivò al pari del maggiore, gli diede un leggero schiaffo sul retro del capo e corse via ridendo
«Questa me la pagherai caro Kim Namjoon!»
«Prova a prendermi se ci riesci!»
Situazione assurda? A dir poco.
Dopo poche ore passate insieme avevano già litigato, fatto conoscenza e corso come dei bambini.

Nessuno dei due comprendeva il perché di questo strano feeling, ma se c'era una cosa che avevano capito l'uno dell'altro era che entrambi volevano sentirsi liberi, scacciare via ogni pressione. Lo percepivano, provavano le stesse emozioni, pur essendo così diversi. Erano due anime in cerca di sfogo, pressate in continuazione chi da una cosa, chi da un'altra. E avevano trovato questo in comune.
Seokjin, per quanto stronzo, insensibile o indifferente potesse apparire, aveva percepito dal modo che aveva Namjoon di comportarsi, che aveva bisogno di svago; perché era vero che il grigio si mostrava sempre gentile, paziente e volentieroso, ma la sua stanchezza qualche volta traspariva.
Seokjin mise tutta l'energia che aveva in corpo per raggiungere il minore; si avvicinò fino a toccargli la spalla per poterlo fermare. Lo afferrò e l'altro si girò ancora corrente, per poi inciampare e cadere sul morbido prato, portandosi dietro, però, anche il suo compagno di progetto.
Se la schiena di Namjoon aveva fatto collisione con l'erba, il petto di Jin aveva seguito lo stesso percorso con il busto del grigio.
Si trovavano uno sopra l'altro e, per la prima volta, Namjoon vide arrossire il suo hyung.

°°°
l'ultima volta ero fuori, non ho potuto aggiungere nulla in fondo al capitolo :(
però volevo dirvi che sono felice che stiate seguendo questa storia.
so che non si capisce quasi nulla di ciò che sta accadendo o perché i personaggi abbiano tutti questi problemi, ma si capirà presto.
siate pazienti ^^"

𝕻𝖗𝖔𝖏𝖊𝖈𝖙 𝖎𝖎.𝖔 ⁿᵃᵐʲⁱⁿ-ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ-ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora