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Fu un attimo.
Anzi, un nanosecondo.
Il signor Kim riuscì ad afferrare la pistola che teneva in tasca; nessuno riuscì a fermare le sue azioni talmente veloce fu.
Con uno scatto sul grilletto, puntò il suo obiettivo e sparò.
Di fronte a lui, la sua preda, Kim Namjoon.
Durò pochissimo, si ebbe appena il tempo di udire quello sparo.
Poi tante urla, solo urla di terrore e visi sconvolti.
Paura.
Il proiettile perforò l'aria a velocità impercettibile e giunse a sfiorare una ciocca di capelli del grigio
«Namjoon!» urlarono i suoi compagni.
Il grigio, sconvolto, si lasciò cadere sulle ginocchia, sentendo le gambe cedergli. Si abbandonò finalmente alla paura, non riuscendo più quasi neanche a fiatare, ed ebbe la sensazione di star morendo dentro.
Finché due braccia non lo accolsero
«N-nam...» sussurrò una voce rotta dal pianto, fragile e delicata, tanto familiare alle orecchie del grigio.
Non proferì parola, ancora troppo sconvolto, ma si lasciò proteggere dal ragazzo più forte che avesse mai avuto modo di conoscere.
Il momento fu intimo, tanto che i ragazzi attorno a loro aspettarono qualche secondo prima di controllare come stesse il ragazzo.
Si avvicinarono piano, timorosi di ciò che avrebbero visto, mentre anche gli insegnanti del Darwin si recavano sul palco più sconvolti che mai da ciò che stava accadendo.
Chi piangeva, chi aveva il fiato mozzato, chi ancora sentiva del panico.
Uno tra i poliziotti scese a vedere la situazione, mentre altri portavano gli insegnanti dello Schmitt e il signor Kim fuori, dove ad attenderli c'era la giusta punizione, anticipata solo da un interrogatorio.
Il poliziotto si fece largo tra i ragazzi, volendo vedere le condizioni di Namjoon.
Tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che non riportava ferite.
Si apprestò comunque a portarlo fuori e ad aiutarlo.
Se il ragazzo non si fosse spostato di quel minimo, a quell'ora non sarebbe stato ancora lì.
Seokjin, in lacrime, insistette per seguire il grigio e il permesso gli fu accordato, mentre tutti gli altri ragazzi, specialmente i nostri protagonisti, potevano solo attendere che lo shock passasse e che la tranquillità tornasse dentro di loro.

«I-io...come cazzo sta? Perché diamine Jin non risponde?!» si lagnò Hoseok tirandosi delle ciocche di capelli per la frustrazione.
In quel momento si sentiva la persona più fragile al mondo e non poteva fare affidamento su nessuno che non fosse uno dei suoi migliori amici. Per necessità, Samantha e Seokjin erano stati immediatamente convocati alla centrale per spiegazioni più accurate; loro in primis, essendo coinvolti in maniera più incisiva, ma prima o poi anche gli altri avrebbero dovuto andare a parlare con la polizia.
Per ora, si limitavano a bere da Sheldon.
Venuto a sapere di tutta la situazione, anche Jae era accorso e si sentiva sconvolto quanto loro.
Il corvino abbracciò l'arancio, stringendolo affettuosamente

«Shh Hobie, va tutto bene...è andata bene» tentò di confortarlo e accarezzandogli teneramente i capelli
«L-lui stava...sarebbe p-potuto-»
«Cazzo Hoseok, sta' zitto» ringhiò Yoongi non volendoci neanche pensare.
Jungkook era in lacrime, così come Jimin, e stava tra le braccia di un Taehyung che si stava trattenendo anch'egli dal dare sfogo alle proprie emozioni.
Jimin, invece, teneva un braccio attorno alle spalle del grigio, col viso appoggiato a quella destra, singhiozzante.
Erano sollevati che fosse andata bene, ma nella loro testa non potevano fare a meno che continuare a pensare a cosa sarebbe successo se ci fosse stato un centimetro di differenza.
Uno solo.
E sarebbe morto.
Il pensiero li affliggeva, non riuscivano a darsi pace, così come Seokjin, il quale aspettava di essere interrogato per poi correre dal suo ragazzo.
Se ne stava con il viso fra le mani, chinato sulle proprie ginocchia, a maledirsi, in una deprimente sala d'attesa alla centrale.
Era stato Namjoon a voler fare il discorso addossandosi tutto (e ce l'aveva fatta alla grande), ma Jin non riusciva a smettere di pensare che sarebbe dovuto essere lui a svolgere quel compito.
Riguardava lui, non Namjoon.
Lo aveva sempre trascinato nella parte  brutta della sua vita senza neanche farlo apposta, permettendogli di arrivare addirittura a fare una cosa così rischiosa. Bastava poco ed avrebbe pagato con la vita.
E questo Seokjin non riusciva proprio a non rimproverarselo.
Chi era lui per meritare Namjoon?
Nessuno.
Un stupido che non aveva tenuto conto dei rischi.
Riflettendoci, però, come diamine si sarebbe mai potuto aspettare che Kim si portasse una pistola dietro?
Non poteva, ma in quel momento, in quella stupida sala d'aspetto, dopo tutto quello che era successo e le emozioni ancora vive dentro di lui, Jin non riusciva a non insultarsi o dispregiarsi per ciò che sarebbe potuto accadere.
Mentre rimaneva rintanato nei suoi pensieri, un uomo si avvicinò alla sua figura
«Kim Seokjin? Tocca a lei»
E così, ancora sconvolto, il castano si alzò e seguì l'uomo all'interno di uno stanzino.

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[qualche giorno dopo]
Mentre la polizia si occupava di terminare gli interrogatori, stilare documenti e approfondire il caso, io dovrei un po' aggiornarvi sulla situazione.
Né Jin né Samantha erano stati accusati, ma dalla registrazione fatta dalla rossa, purtroppo, era trasparso il fatto che il signor Thompson avesse fatto parte del giro e la questione non poteva restare impunita agli occhi della legge. Ahimè, da quel momento avrebbe dovuto scontare una pena di qualche anno, alleggerita dal ruolo che aveva svolto nella risoluzione del caso "linea Los Angeles - New York", che si rivelerò essere "covo di Denver".
Nessuno rimase impunito (neanche colui che noi tutti adoravamo in quanto professore e persona), la preside dello Schmitt si apprestò a scegliere ed assumere nuovi insegnanti, il Darwin passò sotto la sua dirigenza e il vecchio preside (ricordiamo aka testa di cazzo) fu mandato via. Sarebbero stati anni migliori.
Sarebbe susseguito un periodo migliore, sì, ma i nostri protagonisti per ora erano distrutti mentalmente.
E il progetto era finito.
Namjoon di nuovo con la sua coinquilina fastidiosa, Seokjin con l'aiuto dei servizi sociali dopo il sequestro dei beni, Jimin sarebbe dovuto tornare in quel camper che tanto detestava, lasciando Yoongi ricadere nel suo vortice di negatività; Taehyung e Jungkook si sarebbero separati, il primo nuovamente sotto il controllo di un padre reprimente, il secondo con sua madre...la quale aveva parlato con il rispettivo marito, che le aveva detto di non amarla più...Jungkook e i suoi fratelli ne erano distrutti.
Non era il momento più bello che stessero attraversando.





°°°
si lo so, è una depressione continua :(
buongiorno comunque °-°"

𝕻𝖗𝖔𝖏𝖊𝖈𝖙 𝖎𝖎.𝖔 ⁿᵃᵐʲⁱⁿ-ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ-ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora