Capitolo 13

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Vi consiglio di ascoltare verso la fine del capitolo 'Pianto Noisy' di Carl Brave

nic's pov

Svizzera

Questa sera la piazza è il mio palco. E' una serata speciale, diversa. Non che le altre città fossero meno belle ma cantare qui in una piazza è mille volte più magico che in un posto coperto.

E' una serata speciale anche perchè riesco per la prima volta a dimenticarmi di lei... o almeno a non pensarci senza poi sentire una stretta forte al cuore. Sta sera lei è il vento leggero che mi incoraggia e io apro le braccia per accoglierlo. Sta sera è diverso, la pace regna dentro me.

Non so mai se riuscirò a ritrovarla ma sono sicuro che qualcosa ci tiene legati per un filo invisibile. Perchè lei è una donna instabile, e per quanto forte possa sembrare ha bisogno di qualcuno che la prenda per mano con delicatezza, che ammiri le sue debolezze...

Cosa mi ha colpito in lei? Le sue mani per prima cosa, sì le sue mani al pianoforte sono flessibili, leggere, sono piume che si posano sui tasti. Poi il suo sguardo a volte perso, a volte concentrato. Una volta all'Honiro l'ho beccata cantare un ritornello di una mia canzone, ricordo quel giorno come fosse ieri...

Era un pomeriggio tranquillo, quelli dove hai finito  la lista delle cose da fare e ti siedi con le cuffie su un divanetto. Lei si era presa un caffè, tiepido e senza zucchero come lo beveva sempre. Aveva le cuffie alle orecchie e si stava appisolando. Sicura di non essere vista e ascoltata da nessuno iniziò a canticchiare 'rondini al guizaglio'. Io restai per un po' ad osservarla dietro uno stipite.

Quanto era bella...

*all'Honiro*

<meno male che le mie canzoni non ti piacciono>-dico sedendomi sul divano e incrociando le braccia. Lei si alza di scatto e mi guarda come se avessi scoperto dei ladri che stanno entrando in casa.

<nessuno ti ha insegnato a non disturbare chi cerca di dormire?>-sbuffa.

<no, è più bello infastidirti un po'>-rido di gusto.

Sbuffa di nuovo e mi tira un pugno sulla spalla. Gesto che mi fa venire altri mille brividi alla schiena, ma non se ne accorge, come tutto del resto...

<ammetto che questa canzone è molto bella>-poi inizia a parlare guardando il soffitto. Sembra rilassata.

<grazie>-

<perchè vuoi fare la cantante?>- le chiedo.

<immagina un cieco>-risponde. Io perplesso aggrotto la fronte. Non so mai cosa aspettarmi

<non credi che la musica sia il modo migliore per descrivere il mondo che non vede?>-ci penso su e non posso che essere d'accordo.

<canti per i ciechi?>-

<canto per me stessa in primis, canto perchè è l'unico modo per illuminarmi e in mondo dove tutti sono illuminati io cerco di brillare di luce propria>-potrei sentirla parlare per ore...

<ma un sordo invece?>-le domando

<il sordo c'ha la musica dentro>-risponde semplicemente.

<la musica è una lingua universale ma allo stesso tempo la più intima e personale>-dice sorridendo. Gli occhi le brillano quando dice queste cose. Poi fa l'orecchio alla pagina del libro che sta leggendo. Do un'occhiata veloce al titolo 'Qualcuno con cui correre'.

<lei c'è sempre stata Niccolò, sempre. C'era quando è morta la nonna, quando mi è morto il cane, quando mio fratello...>-abbassa lo sguardo. Sembra che le parole le siano uscite di bocca senza volerlo.

Honiro// ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora