31 (parte II) *Ora se la vedrà con Scary Scarlett*

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Sento la brezza autunnale che si scontra con la mia pelle, facendomi percorrere il corpo da brividi. Mi sono pentita di essere uscita a casa con solamente un giacchetto di pelle.

In questo momento mi trovo in sella alla moto di Aaron e mi sto aggrappando al suo corpo per evitare di cadere all'indietro. A quanto pare il ragazzo si sta divertendo da morire ad accelerare e a decelerare di colpo, inducendomi ad aumentare la stretta sulla sua vita. Sembro proprio un coala che abbraccia un albero.

Mi sento un po' a disagio attaccata al suo corpo in questo modo, ma non avevo altra scelta. Qualcuno doveva pur tenere sotto controllo questo sconosciuto proprio perché, non conoscendolo, non si può mai sapere. E, ovviamente, Aiden si è rifiutato di trovarsi al mio posto affermando "Io ho la patente, quindi posso guidare la mia auto, al contrario di te", sue testuali parole.

Non ha tutti i torti...

Lo so. Quindi, mi sono dovuta sacrificare per la famiglia.

«Quanto manca?» Alzo la voce cercando di farmi sentire, ma a quanto pare non serve a nulla: lui non risponde.

Non siamo in viaggio da molto, ma ci tengo alla mia vita, quindi, prima scendo, meglio è.

Per fortuna il mio desiderio si esaudisce. Dopo qualche minuto, ci ritroviamo davanti ad una casa azzurra. Colore bellissimo, ma un po' troppo appariscente.

Aaron parcheggia dietro ad una Jeep. In un battibaleno mi catapulto in strada, inciampando e quasi ritrovandomi con il sedere a terra.

«Come mai tutta questa fretta di scendere? Non ti è piaciuto il giretto in moto?» mi domanda il moro avvicinandosi a me.

«E lo chiedi anche? Guidi malissimo, ma chi ti ha dato la paten-» La mia voce si smorza quando Aaron si avvicina a tal punto che i nostri nasi potrebbero toccarsi.

«Ma che- che cosa stai facendo?» chiedo appoggiando le mani sul suo petto e facendo pressione per allontanarlo da me, senza riuscirci.

«Voglio solo toglierti il casco, non farti strane idee.» Commenta lui burlandosi di me.

Ed effettivamente è ciò che fa. Avvicina le dita al mio collo per sganciare la fibbia del cinturino, poi estrae l'elmo con una dolcezza che non pensavo potesse possedere.

Abbasso gli occhi per l'imbarazzo – cosa pensavo che avrebbe fatto se non questo? -, ma soprattutto perché non riesco a mantenere il contatto con i suoi occhi. Mi guarda troppo intensamente, quasi voglia studiarmi. E forse ci riuscirebbe. Non so perché, ma dai suoi occhi riesco a intendere il suo carattere tenace e forte.

Il momento viene spezzato dall'arrivo di mio cugino che mi acceca con i fari dell'auto. Aiden decide di parcheggiare l'auto in fila dietro alla moto di Aaron.

Oddio, troppe A.

Eppure, non ci hai messo molto a memorizzare il nome di Aaron...

Scaccio dalla mente questo commento insignificante.

Mio cugino scende dall'auto e si affianca a noi. «Sarebbe questa casa sua?» domanda indicando la casa azzurra.

«Ovvio che no. Mi sono fermato qualche casa prima. Immagino conosca la tua auto.» afferma ovvio stupendomi.

Non ci avevo pensato a questo rischio.

«Ah, giusto. Bella amico.» Aiden alza la mano per dare il cinque all'altro ragazzo, il quale però non ricambia il gesto.

A quanto pare, neanche Ai ci aveva pensato.

«In realtà è quella arancione lì infondo.» continua indifferente portandosi una mano sui capelli arruffati per ordinarli.

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