45 *Al mio pezzo di cuore*

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Non ti fidare
Sai quando ti dico che va tutto bene così
E perdonami, sono forte sì
Ma poi sono anche fragile
(Anche fragile~Elisa)

Stringo il pomello della porta più forte con gli occhi chiusi e la fronte ancora appoggiata alla superficie di legno.

Nonostante abbia le palpebre abbassate, mi passa attraverso gli occhi la sua immagine quando mi ha guardata. I suoi occhi di una castano dolce sgranati mostrando senza barriere la sua meraviglia, per poi inumidirsi e  contrasi dalla gioia di vedermi lì, sana e vegeta a pochi metri da lui. I suoi capelli dorati, ma di un oro grezzo leggermente scuro, cadergli sul viso, accarezzandogli la fronte a causa del leggero movimento verso di me. 

Strizzo gli occhi, sentendo le lacrime accarezzarmi le guance e le labbra, lasciando dietro al loro passaggio un sapore salato.

Poi però mi ricordo anche delle occhiaie scure incorniciargli gli occhi e il viso emaciato, spigoloso, così diverso da come l'ho lasciato. E nella mente mi passa l'idea che io non sia stata l'unica a soffrire, che lui non se la sia passata meglio. E poi lui è tornato...

Jay è proprio qui, non me lo sono sognata, è venuto a cercarmi.

Sì, mi ha mentito, ma è comunque qui. Per me.

Non mi ha abbandonata.

«Scarlett...» mi sussurra Josh accarezzandomi la spalla pronto a consolarmi, ma con un movimento brusco lascio la mia presa sul pomello della porta e indietreggio di un passo.

«Devo andare da Jay.» annuncio con voce tremante e fievole, ancora reduce dal groppo formatosi in gola.

Poi con mani tremolanti apro la porta talmente forte da essere investita da un freddo pungente e dall'odore forte del cemento bagnato.

Ma questo non mi ferma.
Non mi ferma neanche la figura che si staglia davanti a me con il braccio a mezz'aria, pronta a suonare il campanello.

Non mi ferma la sorpresa di trovarmi questa ragazza dai capelli biondi, tagliati a caschetto a destra e lunghi fino sotto al seno a sinistra.

Non mi ferma neanche il suo sguardo che nel giro di secondi passa dal sorpreso all'irato.

Non mi bloccano neppure le sue parole: «Non hai il diritto di trattarlo in questo modo, non hai il diritto di chiudergli la porta in faccia. Tu non hai la benché minima idea di ciò che ha passato, di ciò che ha cercato di risparmiarti...» 

Ma a me non interessano le sue parole, ed è senza degnarla di uno sguardo che la supero, dandole per sbaglio una spallata, per poi avviarmi con gambe gelatinose verso la figura di un ragazzo a testa china, con il gomito intento a nascondergli il volto, appoggiato su una vecchia auto ancora umida dalla pioggia.

Sento gli occhi inumidirsi di nuovo davanti a quella scena e non riuscendo più a sopportare la distanza che ci divide aumento il passo, quasi inciampando sui miei piedi a causa della scarica energica che ha investito i miei arti.

E poi succede. 

Con l'ultima falcata riesco ad eliminare lo spazio che ci divide, allungo le braccia e le avvolgo attorno al suo busto. A causa dello slancio impetuoso la mia testa entra in collisione con la sua provocandomi una fitta al cranio e facendo gemere dal dolore lui. Ma non ci faccio caso, anzi lo stringo così forte da sentirlo irrigidire dal dolore. Nascondo la testa sul suo petto mentre le mie lacrime di tristezza mischiate a quelle di gioia gli bagnano il piumino.

«Lele...» un miscuglio di meraviglia, dolore, felicità e amore, tanto amore, trapela dalla sua voce riversandosi su di me. «Scusa Lele, scusa... scusa per essermene andato, scusa per non esserci stato» la sua voce si incrina «Io non volevo farlo... posso spiegarti» continua a sussurarmi con voce tremante, ma io lo blocco.

FIDATI DI ME ✯Completa✯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora