49 *Non hai dovuto. Hai voluto.*

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E la favola perfetta me l'hai raccontata

Ma è sempre stata una stronzata

(Easy, Federica Carta)

P.s. adoro questa canzone, lei meriterebbe i miliardi *-*

Nei capitoli precedenti: Jackson, il fratello di Scarlett è tornato, ma con cattive notizie. La ragione del suo allontanamento è un problema grave al cuore che ha cercato di risolvere da solo nascondendolo a tutta la sua famiglia. Ciò che ha omesso ma che poi Aaron ha svelato a Scarlett è che per procurarsi i soldi per la cura è entrato in affari loschi e per uscirne si è rivolto all'FBI di cui fa parte Joy, il fratello di Josh. Dunque, in tutto ciò Scarlett scopre che anche Josh sapeva tutta la verità, in più aveva il compito di tenerla sott'occhio, dettaglio che ha fatto dubitare Scarlett del suo amore.

Il sole sta già iniziando a tramontare, lasciando dietro di sé un miscuglio di sfumature blu e rosse che insieme si sposano così bene da formare un panorama celestiale. Al contrario, il vento sta salendo facendo ondeggiare intorno alla mia figura le ciocche dei miei capelli sfuggiti dalla sciarpa. Almeno metà viso è coperto grazie alla schiena di Aaron alla quale sono ancora attaccata.

Il fischio tagliente del vento infastidisce l'orecchio che non ho appoggiato contro la sua giacca, ma lo sento appena perché da quando sono uscita da quella casa ho iniziato a percepire tutto ovattato, come se mi trovassi immersa in una dimensione parallela a mille miglia da qui.

Il ragazzo davanti a me prende un dosso in velocità facendomi sobbalzare sul posto e di riflesso stringere più forte le mie mani sul suo ventre per non perdere l'equilibrio. Spingo di più la guancia sulle sue scapole mentre continuo a guardare le macchine in corsa che superiamo con il tramonto come sfondo.

Ormai non riconosco più gli edifici che superiamo con estrema velocità: non so dove Aaron mi stia portando e sembrerò pazza ma in questo momento non mi interessa nemmeno, anche se scoprissi che lui è il nemico non mi interesserebbe perché nonostante percepisca tutto come se fosse lontano, il senso di libertà e di mente completamente vuota, priva di pensieri mi sta inebriando la mente prepotentemente. Il vento che mi graffia la pelle del viso, che mi solletica le gambe fasciate da dei jeans, i capelli che ballano liberi attorno a me, il cielo che si è trasformato in un mare colorato da onde viola e fucsia - tutto questo mi infonde un senso di libertà appagante.

Chiudo gli occhi cercando di imprimere le immagini nella mia mente.

Mi sembra essere passata un'eternità quando la moto si arresta.

Sciolgo lentamente le mani che cingevano la vita del moro per poi allontanarmi da lui il giusto per vedere dove mi ha portata.

Ciò che mi ritrovo è un diner americano stile anni cinquanta.

Sono talmente incantata che quasi cado mentre cerco di scendere dalla moto.

Osservo rapita l'edificio color avorio tendente al grigio che lo fa sembrare una lattina, ma una bella lattina in cui spiccano una moltitudine di finestre enormi e la scritta in neon a caratteri cubitali della parola "diner".

L'esterno modesto non lo rende chissà quale meraviglia eppure è la prima volta che ne vedo uno e sinceramente mi è sempre piaciuto entrarci dentro.

Però presto mi ricompongo ricordandomi perché mi trovo qui. Devo sapere tutta la storia.

Mi volto verso Aaron trovando il suo sguardo già sul mio.

Mi guarda senza nascondere la soddisfazione nell'avermi sorpresa.

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