Quattordici

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Mi osservo nello specchio del camerino dove Ale, Sofi, Greta ed io siamo stati lasciati. Sistemo il trucco in modo nervoso, iniziando a pensare che forse la mia amica abbia esagerato a mettermi tutte queste cose in faccia.
«Dio smettila, stai benissimo, vieni che ti faccio una foto» mi interrompe Sofia, forse stanca di vedermi ferma davanti allo specchio a girare su me stessa per controllare il mio aspetto. Lascio che prenda il mio cellulare e mi faccia qualche scatto, visto che non aggiorno Instagram da secoli.

aricastelli

aricastelli ne è valsa la pena

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aricastelli ne è valsa la pena...  #pree

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@lollocianci ti stiamo aspettandoo 
  ➡@aricastelli ora arrivo giuro

@sofibianchi sì sei bella ora smettila di specchiarti
  ➡@aricastelli lov iuuu

@capoplaza 💓💓
  ➡@aricastelli 💘

Rimango parecchio sorpresa dal commento di Luca, essendo un personaggio pubblico non pensavo si esponesse subito. Forse ora vuole veramente che le cose diventino ufficiali.
«Dai che tra poco è ora. Esci altrimenti manco riesci a salutarlo» dice Ale, spingendomi fuori dalla stanza in cui eravamo. Mi tiene le spalle, per poi baciarmi i capelli e farmi l'occhiolino, chiudendomi la porta in faccia. Stronzo.
Seguo le frecce verdi che mi indicano l'entrata per il palco dell'Alcatraz, sperando di non perdermi in questi corridoi tutti uguali. Sento un pizzico di ansia nel dover rivedere Luca, non sapendo minimamente quale possa essere il motivo per cui sono qui: ho mille dubbi sulle sue intenzioni. Magari non ha trovato nessuna tipa che si faccia trattare come una cretina e quindi spera che io invece possa ricascare nella sua trappola. Non ho proprio idea di cosa mi aspetterà, e io odio non sapere cosa devo affrontare.
Sposto un altissimo telo scuro, facendomi spazio tra un numeroso gruppo di tecnici impegnati a montare attrezzature varie. In un attimo mi ritrovo su un enorme palco dove riconosco parecchi visi conosciuti durante i pomeriggi al parchetto sperduto di Milano Ovest. Sono tutti i vari amici di Plaza e noto con piacere che mi riconoscono, salutandomi tutti quanti calorosamente. Pensavo andasse peggio, dai.
Lorenzo mi abbraccia stritolandomi tutta, per poi trascinarmi fino al centro del palco, dove si trova la console. «Pensavo che non ti avrei più rivisto» mi sussurra il ragazzo al mio fianco, dandomi un bacio sulla guancia. Lo stringo di più a me, essendogli riconoscente per essersi sempre comportato correttamente nei miei confronti.
«Ti avrei comunque contattato, lo sai. Aspettavo solo di passare del tutto sopra la storia con Luca» confesso, appoggiandomi su una cassa per amplificare la musica. Prendo fiato sentendo il mio petto scuotersi come una batteria ad un concerto rock, mentre asciugo nell'aria le mani leggermente sudate.
«Oppure aspettavi di tornarci insieme» mi sfotte muovendo le sopracciglia su e giù, pizzicandomi il braccio. Gli rispondo con il dito medio, sentendomi punta nel vivo, visto che ha effettivamente ragione. Ci ho sempre sperato.
«Eccolo, sta arrivando. Dio, non litigate, vedrai che a fine serata non te ne pentirai» mi spinge Lollo, facendomi inciampare su dei fili. Incrocio lo sguardo di Luca, che mi guarda a sua volta, mentre ride con Ava della mia goffaggine. Brava Arianna, tu sì che sai conquistare i ragazzi.
«Ehii» improvviso imbarazzata, spostandomi i capelli dietro le orecchie e osservandomi le scarpe, che in questo momento mi sembrano particolarmente interessanti. Il ragazzo davanti a me mi sorride in modo dolce, prima di accogliermi in un abbraccio. Dio, quanto mi è mancato il suo profumo di vaniglia misto a tabacco.
Lo stringo più che posso, mentre lui mi massaggia la schiena delicatamente e lascia dolci baci sulla mia spalla. A mia volta gliene do uno sulla guancia, per poi salutare con la mano anche Ava.
«Vieni, ti va un drink?» mi chiede Luca, portandomi verso un tavolo nel backstage pieno di bibite e alcolici vari. Lo ringrazio mentalmente, perché è ciò che mi serve per calmarmi e riuscire a non balbettare come una stupida. E soprattutto, è un luogo appartato dove possiamo chiarire senza nessun ascoltatore indesiderato.
«Si dai, mi faccio una vodka lemon» rispondo, prendendo il necessario e versandomelo in un bicchierino di plastica. Ne bevo un paio di sorsi, o forse di più, a una velocità poco consigliata, per placare il nervosismo. Sono comunque tranquilla, è solo un bicchiere e solitamente me ne servono parecchi di più per essere brilla.
«Eii, calma, ti voglio sana per il mio concerto. Almeno ne vedi uno da sobria» mi sfotte, per poi sedersi su un tavolino e invitarmi a raggiungerlo. È proprio un bastardo, ma non posso fare a meno di ridere, ricordando il nostro primo incontro.
Mi metto davanti a lui mantenendo una certa distanza reggendo il suo sguardo, pronta ad ascoltarlo. Qualsiasi cosa mi dica, sono intenzionata a dargli una seconda possibilità, se questo é ciò che desidera.
«Te l'ho già detto ma preferisco ripeterlo: mi dispiace per tutto quanto. Questi ultimi mesi sono stati difficili, avevo mille cose in testa. Scusa per tutto quanto, hai sempre fatto ben più di quanto avresti dovuto». Mi accarezza la guancia con il pollice, non staccando gli occhi dai miei, svelandomi il suo lato più sincero.
È tutto un altro effetto sentirselo dire dal vivo. Scusa. Sorrido anche se vorrei trattenermi, onorata che lui abbia riconosciuto i miei sacrifici. Mi aspettavo tre paroline dolci per convincermi a tornare con lui, non di certo di sentirlo così puro e limpido, dicendomi la verità.
«È okay, davvero. Mi sei mancato troppo per farti dannare facendomi desiderare. Però ora voglio di più e devo essere sicura di non tornare come prima» rispondo stringendo la sua mano nelle mie. Cerco di fargli capire tutto con lo sguardo, trasmettendogli ciò che a parole non si può dire: che non ho mai guardato nessuno nello stesso modo in cui sto guardando lui ora.
Mi abbraccia ancora una volta, appoggiando la sua testa sulla mia spalla, per poi mettermi la mano sui suoi capelli per farmeli accarezzare. Rimango sorpresa che lui voglia farsi toccare: credo che abbia realmente bisogno di affetto, di calore, di qualcuno che gli voglia bene per quello che è.
«Giuro che farò di tutto per farti ricredere. Stasera ti divertirai, fidati» mi sussurra, per poi baciarmi più volte la guancia. Inizia a farmi anche le cornacchie, facendomi ridere e dandomi la possibilità di allontanarmi. Non me la sento di baciarlo, vorrei aspettare, a differenza di come ho fatto all'inizio. Ho bisogno di andare con calma.
«Ma tu ora sei sicuro di non avere nessuna in giro, vero? Ho letto alcune cose sulla tua ex...» domando dopo poco, volendo strappare tutti i cerotti che ho sul cuore. Voglio sapere ogni cosa, ora é il momento giusto.
Sbuffa mascherando un sorriso, commentando il mio comportamento sfottendomi «ma non ero io il geloso tra i due? Comunque la conosco da una vita, le devo molto, era il minimo supportarla. Giuro che non c'è stato nulla». Mi fa piacere che cerchi di giustificarsi anche se non è obbligato, ma non sono molto soddisfatta della sua risposta. Credo che anche il mio viso mostri disappunto, nonostante io non sappia il motivo di così tanta sfiducia verso di lui.
Anche Luca sembra accorgersi del mio cambio di umore, non capendo cosa mi stia passando per la testa. «Senti nei locali ho conosciuto delle tipe, ok? Ci sono stato, non ti dirò bugie. Ma con Lexie, o Laura fino a prima del suo arrivo nella trap, non c'è stato un cazzo, lo giuro. E anche le altre tipe non le ho mai più riviste dopo averci scopato, non oserei mai essere così tanto stronzo da raccontarti troiate».
Annuisco di rimando, sollevata che non sia stato con la sua ex ragazza, perchè sarei morta di gelosia per tutto il loro passato. Allo stesso tempo, mi fa male immaginarlo insieme ad altre ragazze, anche se comunque me lo aspettavo, anzi, pensavo anche peggio. Mi schiaffeggia dolcemente la guancia, probabilmente per cercare di ricreare quell'atmosfera che c'era prima di parlare di ex varie.
«Luca, ora aprono l'ingresso per far entrare i fan, devi prepararti. Se lei rimane nell'area vip mi deve seguire che la porto lì» ci interrompe il suo manager, che riconosco essere lo stesso che ci aveva fermato quando ci stavamo baciando in discoteca. Praticamente si diverte a rovinarmi i bei momenti. Però ha una faccia simpatica, quindi gli sorrido a mia volta, rassicurata dal suo modo di fare molto alla mano.
Saluto il ragazzo vicino a me con una carezza e un ennesimo abbraccio, sussurrandogli un «buona fortuna, sei in gamba, andrà tutto bene». Noto il suo viso leggermente sorpreso, forse credendo che mi sarei arrabbiata per ciò che ha appena raccontato: ma non stavamo insieme, ne aveva tutto il diritto. Anche se comunque rosico, e parecchio.
Mi stacco malvolentieri, per poi seguire il manager dietro le quinte e perdendo di vista il ragazzo che sta facendo nascere un intero Safari nella mia pancia. Raggiungo l'area vip sotto il palco, dove trovo già tutti i miei amici che stanno facendo amicizia con quelli di Plaza. Potremmo diventare una gran bella famiglia, penso, prima di unirmi a loro.

Baby tu non ci pensare💭 ||Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora