7. Secret things

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11 Dicembre 1.30 p.m.

Harry

Non potevo crederci, l'avevo fatto sul serio.

Dei pensieri tormentarano la mia mente un attimo dopo aver compiuto l'atto:

"E se avessi affrettato tutto? E se io non gli piacessi? E se fosse innamorato di un altro, o peggio di un'altra? E adesso? Adesso si alzerà e se ne andrà, dandomi del pazzo, perché si, io sono pazzo."

Ma tutte le mie ansie vennero spazzate via, rase al suolo, quando dopo interminabili secondi Louis si avvicinò a sua volta premendo le sue labbra soffici e sottili, contro le mie carnose e rosee.

Il suo sapore era qualcosa di unico: menta, misto a tabacco e gelato al pistacchio, il quale aveva mangiato poco fa.

Quello fu il bacio delle "certezze", il bacio che mi fece capire e che cominciò a legare me e Louis ad un legame che sapevo sarebbe durato a lungo.

Quando aprii gli occhi vidi i suoi, azzurri come il mare, fissarmi intensamente e io feci altrettanto.

Ci ricomponemmo entrambi e non parlammo per un po'.

《È stato bello.》Disse infine Louis.

《Anche per me.》Arrossii leggermente.

《.. È solo che..》Provai a dire.

《.. Ho paura di aver affrettato le cose, insomma, io ti conosco da poco e poi-》Louis mi interruppe poggiando il suo indice contro le mie labbra.

《È okay Harry, è stato perfetto.》Disse, mentre sul mio volto cercava di farsi spazio un grosso sorriso, ostacolato però dal dito di Louis; poi si alzò, prese la sua tracolla e porse la sua piccola mano verso di me, in segno di invito ad alzarmi.

Ci incamminammo verso la strada di casa mia, senza dire una parola. Il silenzio che circondava l'atmosfera però non era sinonimo di imbarazzo, ma di meditazione, di riordinamento di idee e pensieri.

Entrambi sorridevamo, guardando dritti davanti a noi.

Arrivati davanti il porticato di casa mia mi voltai verso di Louis per salutarlo, ma rimasi stupito quando lo vidi a terra in ginocchio, nella classica posa usata per chiedere la mano ad una persona.

E così fece con la mia, avvolgendola nelle sue calde e piccole dita; poi con un fil di voce disse:

《Harry Styles, ti rivedrò ancora?》

I suoi occhi brillavano di una luce sincera e penso anche i miei, poiché furono costretti a lasciare il posto ad un sorriso a trentadue denti, che si fece spazio sul mio volto.

Le sue guance erano un po' arrossate. Era sia buffo che dolce in quella posizione.

《Ogni volta che lo desideri.》

Il suo viso sprizzava gioia da tutti i pori; poi si voltò e se ne andò via saltellando allegramente e salutandomi ripetutamente con la mano.

Adoravo quel ragazzo.

11 Dicembre 1.40 p.m.

Niall

Corsi più che potevo ,ma nonostante il mio sforzo non riuscii a raggiungere la fermata del bus in tempo.

Vidi il mezzo sfrecciare davanti ai miei occhi e se solo avesse avuto le orecchie mi avrebbe sentito imprecare più volte.

Mi girai, udendo una risata provenire dalle mie spalle e la vidi.

《Cos'hai da ridere Tina?》

《Come sai il mio nome?》Disse lei, senza smettere di ridere.

《Beh.. Conosco tua sorella.》Dissi.

Si fece improvvisamente seria e mi voltò le spalle.

La presi per un braccio, fermandola.

《Dove stai andando?》

Lei guardò il suo polso stretto nella mia mano.

《Lasciami.》

《No, prima voglio sapere il perché della tua reazione.》

《Non sono affari tuoi, lasciami ho detto!》Si divincolò e io allentai la presa, lasciandola andare.

《Come fanno a non essere affari miei se ti incazzi così da un momento all'altro? Sei per caso bipolare?》

Lei si girò, mi guardò minacciosa negli occhi e poi si avvicinò bruscamente, camminando verso di me a grandi passi.

《Io non sono bipolare, ma tutti qui mi conoscono soltanto perché quella troietta di mia sorella se la tira come una dannata! Sei come tutti gli altri! Pensi che sia bello essere conosciuta come "la sorella di Eleanor"? Pensi che sia bello essere sempre la pecora nera della famiglia? Quella che va male a scuola, che frequenta brutta gente e non riesce a smettere di fumare, eh biondino, pensi che sia bello?!》

I suoi occhi ribollivano di rabbia e io rimasi basito davanti ad un tale sfogo.

Poi vidi che quelle grandi iridi marroni si stavano colmando di lacrime.

Avrei voluto correrle dietro, fermarla, dicendole che era tutto okay, che non doveva preoccuparsi, che non ero come gli altri, che preferivo lei a sua sorella, che mi piaceva.

Purtroppo tutto ciò rimase solo nella mia mente, perché mi mancò il coraggio e così rimasi lì, imbambolato, a guardarla correre via.

11 Dicembre 2.00 p.m.

Louis

Il sapore delle labbra di Harry mi accompagnò durante tutto il viaggio di ritorno a casa.

Ero al settimo cielo, quando sentii il mio telefono squillare nella mia tasca.

Lo presi in mano e guardai chi era che mi desiderava.

Lessi ad alta voce il nome del contatto che mi apparve sullo schermo:

《Mamma.》

Attesi qualche secondo e poi risposi.

《Ciao tesoro! Come stai?》Disse gioiosa.

《Bene, te? La famiglia?》

《Bene, bene! Senti, ci tenevo ad averti a cena da me questo fine settimana, che ne dici? Così conoscerai anche William!》

《Va bene》Dissi incerto.

《Perfetto, allora ci vediamo sabato sera alle sette, ciao tesoro, stammi bene!》Disse riattaccando.

Rimasi con il telefono all'orecchio per alcuni secondi. Non volevo conoscere un nuovo patrigno, non di nuovo.

Sarebbe stata l'ennesima volta in cui sarei stato costretto a voler bene ad una persona e come al solito, quando mi sarei effettivamente affezionato ad essa avrei dovuto dimenticarla perché mia madre non voleva più frequentarla. Ero stufo.

Mi abbandonai sul divano a peso morto, sbuffando. Una marea di pensieri mi affollarono la mente, ma effettivamente solo uno mi preoccupava realmente.

Erano passati mesi ormai da quando mi ero ripromesso di dire a mia madre del mio orientamento sessuale, ma ancora non avevo avuto il coraggio.

Forse questa cena poteva essere il momento più opportuno per parlarne..

.. O forse no.

The messenger || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora