28. Hunger

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21 Dicembre 11.15 a.m.

Louis

Mi svegliai, incapace di tenere gli occhi chiusi un secondo di più.

"Ho fame."

Fu il mio primo pensiero.

Il mio stomaco brontolò e capii che anche lui era d'accordo con me.

Mi stiracchiai per quanto mi era possibile e poi mi guardai attorno in cerca di qualcosa da fare.

Silenzio.

Sbuffai; cosa potevo inventarmi?

Sinceramente non avevo molte possibilità, ma cercai comunque di arrangiarmi.

La fortuna volle che il Dottor Cuper avesse lasciato aperta la sedia a rotelle che avrei dovuto usare di lì a pochi giorni e che quindi avrei potuto benissimo utilizzare per cazzeggiare un po' e per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

Mi sporsi fino ad afferrare un bracciolo del mezzo e dopo esserci miracolosamente salito sopra, cominciai a spingere le ruote fino ad arrivare sulla soglia della porta.

Afferrai la maniglia, ma esitai nell'aprire la porta, poiché sentii dei rumori provenire dal corridoio dietro ad essa.

《Harry, ti presento il mio compagno, William. William, Harry.》Disse quella che doveva essere la voce di mia madre.

Si susseguirono lunghi secondi di silenzio.

《Hey, tutto bene? Sei un po' pallido..》

《Ehm.. Sì sì, è tutto apposto.》Disse la voce calda e roca di Harry.

Pallido?

《Va bene, noi dobbiamo andare, torneremo nel pomeriggio, fammi sapere se ci sono novità.》

《Sì sì, certo.》Disse il riccio.

La sua voce era un po' tremolante.

Sembrava che stesse parlando con un fantasma.

《Allora ciao.》Dissero i due in coro.

《Ciao.》Rispose il riccio.

A quel punto, desideroso di scoprire cosa turbava Harry, continuai a spingere la maniglia e la sedia a rotelle, quando mi accorsi che le ruote del mezzo erano rimaste impigliate in chissà quale pezzo di stoffa, proveniente dalla mia borsa dei panni sporchi.

《Ma che diavolo..》Dissi, cercando di liberarmi.

Inutile, ero incastrato.

Sbuffai frustrato, ma mi dovetti arrendere all'idea che fino a che qualcuno non fosse entrato nella stanza per aiutarmi, sarei rimasto lì.

Il mio stomaco brontolò di nuovo.

Ad un tratto sentii dei passi frettolosi avvicinarsi alla porta.

《Hey, Harry, scusa il ritardo, la sveglia non è suonata, perché sai qua fuori? Ti vedo un po' pallido, sicuro di stare bene?》Disse una voce familiare.

Non mi ricordavo molto bene il nome del proprietario, ma il riccio mi rinfrescò la memoria.

《Ciao Nì, si si, sto bene e beh, sono qua fuori perché Lou mi ha chiesto di uscire.》

《Oh, avete già litigato? Non siete durati molto.》Disse quello che ormai avevo intuito fosse l'amico biondo di Harry, ridacchiando.

《Non sono così pessimo come partner, Nì. Penso che volesse solamente mettere apposto le idee, sai sua madre è appena stata qui e non è andata proprio come previsto. Ora sta dormendo.》

《Oh, mi spiace, volevamo salutarlo. Ma Liam e Zayn?》Chiese il biondo, riferendosi probabilmente a se stesso e alla propria ragazza.

In effetti era un bel po' che non vedevo quei due e il moro in particolare mi mancava molto.

《Zayn ha avuto un contrattempo con sua madre e verrà nel pomeriggio, mentre Liam verrà in serata, penso.》

Silenzio.

Nel frattempo cercai nuovamente di liberarmi, poiché quella era una situazione decisamente imbarazzante, ma naturalmente tutti i miei sforzi furono vani.

Ancor più imbarazzante fu il fatto che dovetti chiamare i due a voce, per fargli capire che ero sveglio e che avevo bisogno di aiuto.

Harry fu il primo ad aprire la porta e quindi a vedermi in quello stato.

In effetti si, era più pallido del solito.

La sua espressione, dapprima preoccupata, si trasformò presto in una visibilmente divertita, facendo così apparire ai lati della sua bocca quelle sue adorabili fossette.

《Vieni che ti aiuto.》Disse ridacchiando.

L'ingresso di Niall, invece, fu accompagnato dalla sua inconfondibile e fragorosa risata, la quale fu presto seguita dalla più tenue e composta risatina di..

"Gina?

No no, Pina.

No.

Mina.

Nina!

No..

Tina! Sì, Tina!

Maledetta memoria di burro..

Burro? Sul serio?

Bene, adesso parlo anche da solo."

Il riccio mi liberò e mi depositò nuovamente sul letto.

《Harry.》Dissi, ma venni bloccato.

《Sì, lo so, sono pallido, allora, che ci posso fare? Sono sempre stato chiaro di carnagione, eppure nessuno me ne ha mai fatta una colpa, perché invece oggi tutti sembrano avercela con la mia pelle?》

《Harry.》

《Eh? Perché con la mia pelle? Non sono un vampiro, non c'è quindi ragione che vi permetta di guardarmi come se fossi un albino, ok?》

《Harry.》

《Che poi non ci assomiglio nemmeno ad un albino: ho i capelli scuri, gli occhi verdi, insomma, sono solo un po' chiaro, tutto qua-》

《HARRY.》Dissi più forte.

《Che c'è?》Rispose lui.

《Ho fame.》

The messenger || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora