10. Pizza

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16 Dicembre 6.30 p.m.

Louis

Ero seduto sul divano.

Nonostante le parole di Harry mi avessero fatto tornare il buon umore, avevo ancora paura di affrontare la mia famiglia.

Presi un respirone e mi incamminai verso il bagno per farmi una doccia.

Forse Harry aveva ragione, mia madre mi avrebbe accettato, in fondo ero pur sempre suo figlio.

Cominciai ad essere ottimista e dopo essere uscito dalla doccia, essermi asciugato i capelli ed essermi vestito con una t-shirt nera e dei jeans grigi stretti, salii in macchina e senza pensarci due volte accesi il motore e mi diressi verso casa di mia madre.

Quando arrivai mi accorsi di essere in discreto anticipo e così decisi di aspettare qualche minuto in macchina.

Spensi il motore, accesi la radio e mi voltai verso quella che era stata la mia casa per molto tempo.

Vidi le luci accese e qualche decorazione natalizia già esposta all'esterno.

Ricordai quel pomeriggio di 14 anni fa, quando dopo una nevicata io, la mamma, le mie sorelle e Robert, il patrigno che avevo all'epoca (e forse il più importante che io abbia mai avuto), andammo in giardino a giocare a palle di neve. Mi beccai anche una pallata in pieno volto e con lei un grosso raffreddore. Mi ricordai anche la sera della vigilia che, dopo aver scartato i regali del mio compleanno, mi appostavo davanti alla finestra di camera mia, in attesa dell'arrivo di Babbo Natale, ma sfortunatamente mi addormentavo sempre prima di poter riuscire a vederlo.

Sorrisi e alzai il polso per controllare l'ora. Le sette. Era l'ora di andare.

Aprii lentamente lo sportellone della macchina e arrivato davanti alla porta suonai il campanello.

Era il momento. Finalmente avrei detto la verità a mia madre.

16 Dicembre 7.00 p.m.

Harry

Erano le sette in punto.

Louis a quest'ora doveva essere già da sua madre.

Chissà se era ancora nervoso, cosa, secondo me, molto probabile.

Mi stesi sul divano a pancia all'insù e con le mani dietro alla testa. Fissai per un po' il soffitto e poi mi decisi ad accendere il televisore.

Avevo appena trovato un programma interessante, quando sentii girare una chiave nella serratura della porta.

Solo una persona aveva la copia delle mie chiavi di casa e quella era Niall. Ma che ci faceva qui a quest'ora?

Fui preso dal panico che si potesse trattare di un ladro, ma rimasi ancora più scioccato, quando vidi entrare il biondino barcollando, con un braccio ingessato, un occhio nero e la maglietta sporca di sangue.

《NIALL, MA CHE DIAVOLO.. LEI CHI È? E COSA TI È SUCCESSO?! SEI RIDOTTO UNO STRACCIO!》

Dissi dopo aver visto comparire dietro di lui la sagoma di una ragazza mora, identica a.. Il nome mi sfuggiva.

《Tranquillo Harry, ora ti spiego, lei è Tina, Tina Calder.》

《Piacere.》Dissi lei porgendomi la mani.

Non risposi.

《Mi vuoi spiegare cosa ti è successo?!》Dissi.

《Niente, è solo che..》Tentò di dire, ma subito la ragazza lo interruppe.

《È che mi ha salvato la borsa, ecco tutto. Purtroppo però per fare l'eroe le ha rimediate. Ci sono sempre più delinquenti a questo mondo, eh Niall?》

Lui la guardò con aria tra l'interrogativo e lo stupito. Niall non era capace di dire bugie, figuriamoci se riusciva a reggere il gioco, in mia presenza per giunta.

《G-già.》Disse.

Lei lo fulminò con un'occhiata, per le sue scarse abilità di bugiardo.

Ma chi volevano prendere in giro!

Nonostante avessi capito che quella che mi stavano dicendo non era la verità, decisi di non approfondire l'argomento.

《Fa vedere.》Dissi avvicinandomi a lui alzandogli la maglietta sporca.

Mi portai una mano alla bocca quando lo vidi.

Il suo busto era per la maggior parte ricoperto da lividi violacei, verdi, rossi e gialli. Sembrava un fottuto albero di Natale. Per di più aveva anche un enorme cerotto sopra il torace, il che significava che si era rotto una o più costole.

Lui si riabbassò la maglia e puntò lo sguardo sulla punta delle sue scarpe.

Sospirai, visibilmente preoccupato e in parte incazzato con lui.

Era stato imprudente e per di più non voleva nemmeno dirmi quello che realmente era successo.

Guardai entrambi e poi dissi:

《Vi va bene la pizza per stasera?》

The messenger || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora