26. Perfect couple

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21 Dicembre 8.40 a.m.

Louis

《Siete una coppia perfetta.》

No, non l'aveva detto.

Non poteva averlo detto!

《Ma tu come..?》Dissi guardandola con occhi sgranati e stupito del fatto che non fosse nemmeno un po' sorpresa. Come faceva a sapere già tutto?

《Lou, amore mio, sono tua madre. Ho sempre saputo, fin da quando ho visto Harry per la prima volta, all'ospedale, che tra voi due c'era qualcosa di più di una semplice amicizia. Lou, non dovevi nasconderti, sai che puoi dirmi tutto.》

Okay, adesso era definitivo: non ci capivo niente.

《Ma.. Tu quella sera.. Quella sera mi dicesti che i gay erano solo uno scherzo della natura.. E-e invece adesso..》

La donna abbassò la testa.

《I-io sono consapevole di averti ferito.. Mi dispiace Louis.. Io non pensavo che tu potessi essere gay.. Ho fatto un errore, ma non per questo significa che io non ti accetti o che non ti voglia bene, per l'amor del cielo! Sei mio figlio e-e io ti vorrò sempre bene.》Disse con voce tremante.

Gli occhi mi pizzicavano leggermente, ma cercai di non farci caso.

《O-okay, però adesso vattene.. Voglio stare da solo, anche tu Harry.. Uscite.》Dissi, senza sapere realmente quali parole stavano uscendo dalla mia bocca.

I due mi guardarono un po' stupiti, ma poi acconsentirono alla mia richiesta ed uscirono dalla stanza.

Mi ritrovai da solo e non so perché, ma sentivo come il bisogno di urlare. Mia madre non poteva venire qui, dopo due anni e dirmi che mi voleva bene e che aveva solo commesso un errore.

Era troppo per me.

Il nodo alla mia gola si ingrossò sempre di più, finché non fui costretto a lasciarmi andare a qualche singhiozzo, pur di non sentire più il dolore.

Non so spiegare bene il modo in cui mi sentivo, forse ero soltanto triste, deluso, arrabbiato e confuso.

Avrei voluto dire tante cose, ma non riuscivo a farne uscire nemmeno una dalla mia bocca.

Era come se mi fossi dimenticato tutto e in quel momento il mio unico desiderio era quello di piangere, solo piangere e nient'altro, in un profondo e eterno silenzio.

Mi addormentai con le guance bagnate e gli occhi gonfi.

Mi addormentai non perché avevo sonno, ma perché speravo che al mio risveglio le cose potessero essere diverse.

Mi addormentai perché volevo sognare.

21 Dicembre 11.30 a.m.

Niall

Le 11.30.

《Cazzo.》Dissi, con la voce ancora impastata dal sonno.

《È tardissimo.》

Saltai giù dal letto e cominciai a vestirmi in fretta e furia.

《Amore alzati, sono le 11.30, dobbiamo andare all'ospedale, ricordi?》Dissi, mentre saltellavo per la stanza cercando di mettermi un calzino.

《Tina, sbrigati che l'orario delle visite fini-》

Mi bloccai quando mi resi conto che stavo parlando da solo.

Ero talmente preso dal vestirmi che non mi ero nemmeno accorto che la ragazza non c'era.

《Ma dove..》

《Buongiorno.》Disse una voce alle mie spalle.

Saltai dallo spavento e mi voltai dalla parte opposta con una mano sul petto.

Tina ridacchiò.

《Non farlo mai più.》Dissi, continuando a tenermi una mano sul cuore martellante.

《Sbrigati, la colazione è pronta.》Disse, voltandosi e scendendo al piano inferiore.

《Prima o in poi mi farai venire un infarto.》Dissi piano e sorridendo.

Scesi, feci colazione il più veloce possibile ed uscimmo di casa.

Arrivati a destinazione ci precipitammo dentro l'edificio, ma appena entrammo nel corridoio e quindi in prossimità della bianca porta, dove giaceva Louis, vedemmo una figura scattare in piedi.

Era Harry.

Cosa ci faceva là fuori e perché sembrava come se avesse visto un fantasma?

The messenger || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora