Capitolo Secondo

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Il ritorno a Troia era previsto quella stessa mattina, la maggior parte dei soldati erano ancora mezzi addormentati. La sbronza del giorno prima era stata brutta, ma non si poteva più rimandare. Si doveva fare immediatamente ritorno in città.
Ettore stava aiutando a salire le scorte di vivande quando Paride gli si avvicinò. “Buongiorno fratello! Devo
informarti di una cosa. “ disse in tono grave e lo accompagnò dentro la pancia della trireme. Una volta dentro e al sicuro Paride disse: “Fratello, promettimi che non ti arrabbierai. “
“Cosa mi dovrebbe far arrabbiare? “ chiese curioso il fratello maggiore, Paride abbassò lo sguardo e con la
mano fece un gesto di avvicinamento.
Dalla penombra uscì la figura di una donna che delicatamente si scoprì il capo. Era Elena. Ettore fece un passo indietro e chiese: “Cosa significa tutto questo, fratello? “, Paride prese la donna per mano e rispose: “ Significa che Elena verrà a vivere con me a Troia. “, Ettore si passò la mano fra i capelli e disse: “No, non se ne parla. Lei ora scende e torna a casa sua da suo marito e con le tue debite scuse. “
“No, non lo farà. E a te non ti permetterò di riportarla a casa o di cacciarla via. “ disse a quel punto Paride aggressivo
“Tu non ti permetti di rivolgerti a me a questo tono! “ urlò Ettore “Io mi permetto di fare quello che voglio.
Qui comando io, tu non hai voce in capitolo. “
“Bene. Allora io andrò con lei. “disse Paride con tono di sfida
“Ti rendi conto o no cosa succederà appena lo scopriranno? Tu stai buttando all’aria anni di duro lavoro di nostro padre! Scoppierà una guerra e questo a causa di un tuo capriccio. “disse Ettore che già prevedeva un
disastro.
Il condottiero troiano si mise le mani fra i capelli e iniziò a girare per tutto il loco. Era la catastrofe, sarebbe
successa la catastrofe. Suo fratello rubando la moglie al re di Micene fratello del re di Sparta aveva recato una grave mancanza di rispetto soprattutto perché sotto la loro ospitalità e tutti sapevano che per i greci l’ospitalità era sacra. Ancora una volta il classico di Paride: causare danni. Aveva insistito con suo padre affinché lo lasciasse a casa, ma il re era convinto che questa esperienza avrebbe fatto crescere il fratello. Ah, se solo Priamo avesse potuto immaginare! “Io non la lascerò andare indietro da sola. Andrò con lei. E ucciderò Menelao se dovesse azzardarsi a interporsi tra noi. “disse Paride. Ettore era silenzioso stava pensando sul da farsi, conosceva perfettamente Paride. L’avrebbe seguita. E si sarebbe fatto uccidere. Figuriamoci se fosse stato in grado
di battersi con Menelao. Il re di Micene era un’abile spadaccino e Paride sapeva solo scoccare frecce. Doveva pensare a proteggerlo.
Il principe troiano così uscì e osservando il mare pensò che la cosa migliore da fare era tornare a casa, parlare con suo padre, farlo ragionare e cercare di riparare al danno e all’offesa recata al fratello del re di Sparta... sperando che i Greci non partissero subito con una guerra.

Menelao arrivò al palazzo del fratello Agamennone come una furia, spalancò porte, spintonò untori e servitori, prese a brutte parole la cognata Clitemnestra, e quasi prendeva a pugni il primo ministro Spartano. “Agamennone! “ urlò il vecchio burbero che si fiondò come un matto nella sala udienze del fratello.
Agamennone era impegnato con un contadino che gli stava spiegando i suoi problemi a coltivare a causa di
un cavillo in un contratto con il vicino. “Agamennone, mi servi urgentemente. “
“Non vedi che sono impegnato? “rispose il fratello maggiore
“Io ti devo parlare. “disse il fratello
“Dopo che avrò ascoltato il problema del gentil signore che ho di fronte. “ ribatte Agamennone
“Ma io ho da dirti una cosa... “ fece per dire Menelao quando il re di Sparta alzò la mano e disse: “Dopo che avrò ascoltato i problemi dei miei sudditi. “ e fece segno ad un inserviente di accompagnarlo fuori.
Dopo circa mezz’ora Agamennone fece richiamare il fratello che entrò iracondo e furioso. “Allora che hai di
tanto urgente da dirmi? “
“I troiani mi hanno arrecato una gravissima offesa, fratello. “
“E cosa mai ti hanno fatto? “
“Hanno rubato mia moglie. Sono sicuro che se ne è andata via con quel Paride. “
“Elena? Sei proprio sicuro che te l’abbiano rubata? “
“Sì. “rispose Menelao, Agamennone rise e disse: “Secondo me è andata lei di sua spontanea volontà. “.
Il re di Sparta guardò oltre le finestre. C’era una giornata meravigliosa. La stanchezza la sentiva poco. D’altronde uno non si poteva sentire molto stanco per aver festeggiato tutta la notte. “Odio il tuo modo di minimizzare le cose. Soprattutto le cose che riguardano me. “urlò il fratello, Agamennone anche lui pel di carota e grosso si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte e si voltò verso il messo facendogli segno di andare a chiamare l’altro cittadino per l’udienza privata. “Non ti permetterò di non darmi retta. Quella donnicciola di Paride mi ha recato una gravissima offesa. “disse Menelao, Agamennone rispose: “Fratello, lo sapevi. Conoscevamo tutti Elena. È una ragazzina. Appena diciassettenne. È una bellissima donna. Andiamo... guardati... non è Troia ad averti offeso è stata tua moglie stessa. “
“Tu... “fece Menelao puntando il grosso dito verso il fratello
“Rispondimi, a quanti uomini ha fatto girare la testa? E quanti ne ha sedotti? Tu sei il primo ad esempio. “
“Non è questo il punto. “
“Il punto è che... diamine Menelao sei un re... ma lei è una seduttrice, si sarà fatta portare via. Ci ha tentato
diverse volte. Lo sai, che ci ha provato anche con Achille? “
“Non mi interessa se ci ha provato con Achille. Non mi interessa nulla di quel mirmidone. “
“Ci era quasi riuscita. Poi, sai com’è Achille. Lo conosci. “
“Che centra quel dannato semidio di Achille? Cosa centra Achille in tutto questo? “
“È un esempio. Quando tua moglie se ne andava fra le sue braccia a te non interessava. Ora ti da fastidio che
se ne sia andata via con un troiano. Fratello non è poi una grande perdita. “
“Mi hanno offeso e io la rivoglio indietro e voglio la testa di Paride su un piatto di argento. “ disse Menelao
sbattendo i piedi per terra, il fratello gli fece avvicinare due guardie e gli chiese: “Che vuoi da me? “
“Voglio che mi aiuti. “gli rispose “Voglio che torni a dichiarare guerra a Troia, e che gli dei ignorino i patti
stabiliti da quel vecchio pazzo sognatore di Priamo. “
“Io dovrei tornare a dichiarare guerra a Troia? Per tua moglie? Vattela a riprendere, fai l’uomo. Io non voglio
immischiarmi in certe cose. Sparta non dichiarerà di nuovo guerra per una donna. “
“Agamennone, ti prego. Micene non ce la farebbe, lo sai. Siamo troppo in debito. “
“A me non interessa. Ho già consumato parecchio denaro appresso la passata guerra. Vai ad Atene, vedi se ti aiutano. “
“Atene? Tu mi stai dicendo di andare ad elemosinare aiuto ad Atene? Per Zeus, fratello, Atene è messa peggio
di noi Micenei. E poi non voglio che quegli insulsi finocchietti filosofi mi aiutino in una battaglia che sicuramente con loro non vincerò. “
“Credo invece che Atene vada benissimo per una cosa di così poco conto. Li conosci agli Ateniesi loro non vorranno fare la guerra, sono dei pacifisti e quei filosofi finocchietti potrebbero farti tornare tua moglie senza nemmeno mozzare una gola. Hanno dialettica, loro. “
“Non voglio essere aiutato dagli Ateniesi. Io voglio Paride morto. E mi servi tu. “
“È una guerra che non voglio combattere. Soprattutto perché non mi riguarda. “
“Pensaci Agamennone. Ti prego. Se la dovessimo vincere... tu ci guadagneresti il triplo di quello che avrò io indietro. Riflettici, fratello. Mia moglie non ti interessa. Ma il controllo di Troia, sì. Lo sai anche tu che aspetti la morte di Priamo per tornare ad attaccare. Che Zeus ci fulmini se non è vero! Priamo come tutti noi marcirà nell’Ade e Caronte stesso lo traghetterà sull’altra sponda del fiume Stige. Niente cambierà questa sua condizione. Perciò o prima o dopo...? Avresti Troia fratello. Controlleresti tutto il mediterraneo. Atene ci invidierà si. Creta ci temerà altrettanto, accresceresti il tuo dominio. Agamennone, non fare lo stupido. “disse
Menelao, il fratello non rispose ma guardandolo dritto negli occhi capì che aveva toccato l’argomento giusto.

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora