Capitolo Quindicesimo

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L’indomani mattina Agamennone mandò dei soldati da Briseide. Questi la svegliarono, la sollevarono di peso
e prendendo uno un sacco contenente oro e l’altro un sacco di monete, la riportarono nell’accampamento
dell’esercito di Ftia sempre con attenzione e senza farsi vedere. La fecero entrare nella tenda, posarono i sacchi e a lei la legarono vicino al palo andandosene successivamente sempre di soppiatto. Per la giovane Briseide era bello ritrovarsi lì, era come essere a casa, le era mancato parecchio quel posto.
Dato che non poteva far altro che aspettare iniziò a guardarsi intorno constatando che nonostante era passato tanto tempo nulla era cambiato. Tutto in ordine come al solito.
La perlustrazione però non riuscì a distrarla da un certo fastidio: era legata male al palo e le facevano male i polsi, anche se sicuramente era sempre meglio di quando si trovava nella tenda di Agamennone, senza sapere perché rise pensando a quanto fosse bella la tenda di Achille, a quanto tutto fosse bello, compreso il palo. Le venne in mente il giorno in cui fu portata lì la prima volta, Odoro che la strattonava, le braccia legate in alto, Achille che arrivava all’improvviso e che le chiedeva come si chiamava, che le faceva notare che aveva la veste totalmente strappata davanti. Era impressionante come era passato il tempo.
Continuò a sorridere anche se non c’era un vero e proprio motivo. Era certa che gli spartani avessero aspettato che Achille fosse andato via e che nei dintorni non c’era nessuno, ma si chiedeva cosa stesse facendo il
ragazzo. Ad un tratto fu distratta dai suoi pensieri da un bagliore di luce che la colpì in pieno viso, lei si girò e
si trovò di fronte Patroclo che guardandosi in giro disse:”Achille, mi chiedevo... “ ma si bloccò appena la vide, gli si allargò un sorriso enorme in faccia e iniziò a saltare, guardò il contenuto dei sacchi e lanciò esclamazioni di felicità, la ragazza scoppiò a ridere e lui le si avvicinò slegandola scusandosi per non averlo fatto prima. “ Per Zeus, come sarà contento... - prese fiato - ...mio cugino. Atena potentissima. Aspetta, vado...
vado a cercarlo, io pensavo si fosse ritirato, perciò... come sono... contento che tu sia qui. Sai, gliel’ho mandata
quella... sai, e avevi ragione tu. Grazie per avermi aiutato. Sei una sorella. “ disse il ragazzo euforico, la abbracciò e disse: “ Oddio, vado... vado a cercarlo, dovessi... dovessi girarmi a piedi tutta la costa, lo troverò... sarà
felicissimo. “ e fece per uscire ma Briseide lo bloccò e disse: “ Potresti evitare di dirglielo? “
“ Cosa? “ chiese Patroclo stupito
“ Non dirgli che sono qui. Voglio fargli una sorpresa. “ rispose lei, il ragazzo le fece l’occhiolino ed uscì.

Patroclo corse per tutto l’accampamento a perdi fiato chiunque gli chiedeva cosa fosse successo, ma lui non dava risposte a nessuno. Scese in spiaggia e la girò minuziosamente, ma del cugino non c’era nemmeno l’ombra.
Iniziò a chiedere a chiunque, nessuno lo aveva visto, si diresse nella tenda dove stavano le altre ragazze, non che Achille per quanto ne sapeva lui ci fosse mai entrato, ma non si sapeva mai, chiese e loro gli risposero in malo modo. Era evidente che non lo avevano mai visto. Così tornò indietro alla tenda ed entrò piano piano, “ Che fai qui? “ chiese Briseide “ L’hai trovato? “, il ragazzo sollevò gli occhi al cielo deluso e disse: “ No, pensavo che mi avesse preceduto. Nessuno lo ha visto. Ma lo troverò. “ e se ne andò di nuovo.
Il ragazzo rifece di nuovo tutto il percorso, tornò anche dalle ragazze dicendole che se era con loro a lui non c’era bisogno di nasconderlo e loro tornarono a ribadire ancora più volgarmente di prima che non lo avevano mai visto e che lui non aveva mai richiesto la loro compagnia. Tornò in spiaggia e stanco si fermò a
ragionare... Itaca.
Corse a per di fiato verso l’accampamento di Ulisse, si avvicinò alla sua tenda e chiese al suo ufficiale di annunciarlo, Patroclo quindi entrò e disse: “ Scusatemi veramente tanto per l’interruzione, ma... Achille è successa una cosa... su da noi... devi venire... devi venire subito a vedere. “, il cugino arrabbiato chiese: “ Credo che tu sia capace di separare due che litigano, visto che ultimamente non si fa altro, Patroclo. “
“ No, non è questo, è... Ti prego servi tu. “
“ Io sono in una riunione importantissima per me, per quel che riguarda ciò che mi sta più a cuore ultimamente, semmai Èudoro verrà con te. “
“ No. “ ripete Patroclo “ Ti prego, cugino, è importantissimo. Non sarei mai venuto a cercarti e a disturbarti se non fosse... ma ti prego... se non è importante mi potrai anche prendere a frustrate se vuoi. “, il ragazzo lo guardò e scusandosi con Èudoro uscirono.
Il cugino lo guidò quasi correndo, “ Patroclo, si può sapere che cosa è successo? “ gli chiese lui quasi senza
affanno, il cugino gli disse che doveva aspettare e che avrebbe visto.

Briseide era lì in piedi che lo aspettava, faceva avanti ed indietro, avanti ed indietro, di tanto in tanto si affacciava. Era davvero impaziente, Patroclo ci stava mettendo troppo tempo, si avvicinò alla tendina per uscire a cercarlo da sè quando sentì la sua voce, era lui che si lamentava, sorrise e non ce la fece comunque ad aspettarlo dentro così si precipitò fuori; lui guardava il cugino che si era fermato con uno sguardo di fuoco, così Èudoro gli toccò la spalla e lo chiamò, lui lo guardò e il suo capo ufficiale gli fece semplicemente segno di guardare verso la sua tenda, lui lo fece e si bloccò. C’era lei in piedi che gli sorrideva si teneva le braccia strette al petto e lui allora fece per muovere i primi passi, ma Briseide non curante di ciò che le era stato insegnato riguardo al comportamento femminile si mise a correre e gli si buttò addosso.
Gli saltò direttamente al collo, lo strinse abbracciandolo forte e sentendo il suo profumo che le piaceva moltissimo, lui la strinse felice e iniziò a dondolare teneramente sul posto accarezzandole la testa e odorandola.
Lei si allontanò lievemente e accarezzandogli il viso gli sorrise, le era mancato tanto, soprattutto dopo la sua visita. Visita a cui pensava sempre per farsi coraggio. Lui ricambiò il sorriso, le strinse il viso e la baciò. Lei lo abbracciò nuovamente subito e si mise a ridere sonoramente, “ Sono felice! “esclamò, lui le sorrise e le chiese: “ Ti ha restituita? “
“ Sì, sta mattina. Hanno aspettato che tu uscissi. “ rispose lei accarezzandogli i capelli e sorridendo lo baciò di nuovo. Se ne fregava che tutti li stavano guardando. Se ne fregava se era sconveniente e se non poteva farlo, ne avrebbe semmai pianto le conseguenze dopo, ma al momento non le importava come non importava a lui.
Achille allora la mise in braccio e la portò dentro. Lei lo abbracciò a lungo senza lasciarlo e lui la strinse per le
spalle piangendo. Lei sorrise debolmente e lo allontanò, gli asciugò le lacrime e lo baciò. “ Ero così spaventato! “ affermò
“ Anche io. “ disse lei, lui la baciò di nuovo e lei disse: “ Ti amo tanto. “
“ Anche io ti amo tanto. “ disse lui e la baciò di nuovo. La ragazza stette tra le sue braccia per un po’ poi lui si separò e guardò dentro i sacchi che non aveva nemmeno considerato. Sospirò e disse:” Immagino che debba andare da lui. “
“ Io... io... ehm... tieni. “ disse la ragazza porgendogli una tavoletta di argilla, l’uomo la prese, la lesse e sospirando l’abbracciò di nuovo. “ Devo andare da lui comunque. “
“ Achille io... posso andare a fare un bagno? “ gli chiese, lui le si avvicinò sorridendo, le diede un pizzicotto teneramente su una guancia e rispose: “ Certo. Non c’è bisogno che tu mi chieda il permesso. “
“ E poi vorrei delle rose, ho bisogno... di farmi la mia acqua profumata. “
“ Sì, signora. “ rispose lui baciandola nuovamente. “ Consumami le labbra di baci, ti prego non me ne lamenterò. “ disse lei
“ Ti consumerò tutta di baci, un giorno o l’altro. Hai bisogno anche di un vestito pulito. “ disse lui, che guardandosi intorno prese una sua veste da riposo e gliela passò “ Per ora metti questa, poi vedremo di procurarti qualcosa di più consono. “, lei sorrise e lo abbracciò “ Per le rose puoi andare con Patroclo in quel posto, no? “
“ Ehm, si penso che effettivamente posso farlo. “ rispose lei, lui l’abbracciò e disse: “ Vado da Patroclo, gli dico di chiamare due ragazze che ti faranno compagnia e ti aiuteranno per il bagno. Anzi gli dico anche di raccoglierti due rose, okay? “, la ragazza annui e lo osservò dolcemente mentre con Èudoro si allontanava.

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora