Capitolo Diciannovesimo

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Patroclo aveva deciso di prendere parte personalmente alla battaglia e di fregarsene di ciò che diceva il cugino, così quella mattina si diresse a passo deciso verso la tenda del cugino deciso a parlargli anche se sapeva che Achille non glielo avrebbe mai permesso.
Si avvicinò a passo di marcia verso la tenda del cugino ed entrò di botto. Il pelide era seduto con Briseide in braccio che scherzavano e ridevano e si baciavano, lui fece una smorfia quasi disgustato, loro nemmeno l’avevano sentito da principio, Achille aveva una mano poggiata sulla gamba della ragazza e lei gli circondava le spalle accarezzandogli la testa, lui sospirò e sbottò: “ Ti devo parlare! “, Achille si bloccò aprendo gli occhi
e lasciò le labbra della ragazza, lei invece vedendo Patroclo si sentì in imbarazzo, mentre lui si mise le braccia conserte. “ Che cosa vuoi? “ chiese Achille infastidito, lui sospirò e disse: “ Quello che volevo la scorsa volta. “, il condottiero guardò la sua donna e sorridendole le disse: “ Briseide perché non vai dalle altre ragazze e assieme andate a raccogliere erbe? Chiedi ad Èudoro di accompagnarvi. “, lei gli sorrise lo baciò capendo ed uscì.
Quando sentì la ragazza chiamare Èudoro per nome e la vide attraverso le fessure della tendina allontanarsi
con lui in direzione della tenda in cui alloggiavano le altre si alzò prese un calice di vino e si sedette. Guardò
il cugino e disse: “ La mia risposta è sempre no. “
“ Perché? “ chiese infuriato lui
“ Perché io non sarei tranquillo. “ rispose lui, il ragazzo storse le labbra e disse: “ Sono grande. Non sono più
un bambino. “
“ Patroclo, questa è la guerra non è un gioco. Non è il giardino del palazzo a Ftia. E quello... beh, non sono io. “ disse lui
“ Io sono un soldato. “
“ Tu non sei un soldato, su questo punto penso siamo d’accordo. “
“ No, invece lo sono. E i soldati combattono. “ disse il ragazzo, lui sorrise e disse: “ Ah, combattono. E tu ti senti pronto a farlo? “
“ Sì. “
“ Sei preparato a quello che c’è li fuori? “
“ Sì. “
“ Tu credi? “
“ Sì. “
“ Beh, io no.” rispose Achille bevendo un po’ di vino. Patroclo guardò in basso e disse: “ Tu mi sottovaluti. “
“ Io non ti sottovaluto, io ti conosco. “
“ Tu mi hai addestrato. “
“ E so che non sei preparato. “
“ Tu non mi lasci la possibilità di dimostrarti il contrario. “
“ Patroclo, una volta per tutte no. “ disse Achille categorico.
Il ragazzo non uscì stette lì e il cugino sbuffando gli chiese: “ Sei pronto secondo te ad uscire lì fuori e combattere un nemico? “, Patroclo gli rispose di sì, “ Sei pronto ad andare lì e di non avere pietà di nessuno? “, gli venne nuovamente risposto di sì, “ Sei pronto, quindi ad uccidere? A stroncare vite? “
“ Sì. “ gli rispose Patroclo
“ Perché? “ chiese lui
“ Perché sono un soldato. E i soldati ubbidiscono. “ disse lui, il cugino negò con la testa. Aveva detto esattamente ciò che lui non voleva sentirsi dire. “ Vedi... - sospirò - ... ascoltami, è deleterio, e tu ancora non centri
minimamente con tutto questo. Lascialo ad altri, Patroclo. Goditela. Torna a casa, trovati una giovane da
sposare e facci dei figli. Salvati da tutto questo. Non sprecare la tua vita per seguire gli ordini di alcuni idioti.
Ora va, per piacere. “ disse Achille congedandolo definitivamente con un gesto della mano.
Verso il mezzo dì Briseide si ritirò portando con sè un cestino con delle erbe e i fiori e il piatto con il loro
pranzo. Immaginava che il compagno non volesse uscire e lo stato in cui lo ritrovò glielo confermava. Gli sorrise timidamente e lui ricambiò allungando le mani verso di lei, lei gli si avvicinò e abbassandosi lo baciò. Poi si allontanò poggiò il cestino in un angolo e riprese il piatto poggiato sulla bacinella di argilla e lo portò al pelide, gli si sedette di fianco e gli porse un po’ di pollo, lui lo addentò e guardò lei mentre ne tirava con le dita un pezzettino infilandoselo in bocca, lei gli sorrise e gli accarezzò la spalla con la guancia, lui abbassò la sua e chiuse gli occhi.

Patroclo nella sua tenda rimuginava. Non gli andava di star ad ascoltare a suo cugino lui poteva dire quello che voleva. Voleva agire di testa sua per l’amore della sua patria. Ma non aveva un’armatura.
Si alzò a notte fonda e si diresse verso la tenda del cugino, si vedeva ancora la luce del fuoco accesa. Si avvicinò sicuro che Achille fosse fuori. Spesso lo aveva visto passeggiare di sera tardi con Briseide sulla spiaggia mano nella mano. Si avvicinò quindi furtivamente e si accorse invece che quella sera non era una di quelle
sere. Per fortuna non entrò di botto e sbirciò attraverso le fessure della tendina per assicurarsi che non ci fosse nessuno perché la tenda era assolutamente occupata.
Vide una cosa che forse non avrebbe dovuto vedere. E stette pure lì a guardare. E si scoprì anche un po’ geloso. Briseide era totalmente nuda ed era seduta a cavallo sul cugino, che era anche lui a sua volta nudo, e gli
stringeva la testa sul suo petto mentre lui le toccava avidamente i fianchi e le gambe. Achille spostò la testa e la baciò sulle labbra accarezzandole la schiena e di tanto in tanto il seno che si vedeva perfettamente poiché lei teneva sempre le braccia intorno al collo del compagno. Abbassò gli occhi a disagio e poi li rialzò. Sperò che avessero smesso invece il cugino aveva appena steso la ragazza e lui ci stava di sopra... beh, aveva visto fin troppo per la verità, e sentito anche fin troppo. Non era il momento. Ma quando? Decise di dare un’altra sbirciatina. Era passato solo qualche minuto, non sapeva bene quando durava. Lui era così negato che gli era capitato solo qualche volta e non era mai stato nulla di particolare. Comunque sia si riaffacciò e i due erano ancora avvinghiati l’uno all’altra e i suoni prodotti dai due quasi si amplificavano. La ragazza aveva le gambe letteralmente legate intorno alla vita del cugino e le mani sulla schiena a stringerlo forte proprio sul fondo schiena, mentre lui le baciava tutto il collo e le accarezzava un gluteo con una mano mentre con l’altra le circondava le spalle muovendosi avanti ed indietro. Patroclo allora si rivoltò bruscamente guardandosi intorno e stette lì ad aspettare.

" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora