L’indomani mattina si alzarono entrambi all’alba, Ettore faceva tutto piano e con calma per non svegliare la moglie e il figlioletto, Achille lo stesso. Briseide si era addormentata tardi, avevano fatto di nuovo l’amore
però lei si iniziava a lamentare e a piangere perché diceva di sentire dei dolori atroci al basso ventre ogni volta che lui la penetrava. Achille si impose di ricordarsi di chiamare un guaritore per far visitare l’amata.
Una volta che il sole ancora freddo si alzò alto in cielo uscì guardandola dormire ed Ettore uscì guardando
dormire la sua famiglia.
Come richiesto si fece trovare di fronte l’entrata della città. Il pelide era furioso e lui non parlò molto. “ So che Briseide è fatta tua schiava. “ disse, il pelide sogghignò e disse: “ L’unico che sarà per così dire mio schiavo sarai tu. “
“ Vorrei sapere come sta! “
“ Bene. “ rispose freddo lui, il principe fece un lieve sorrisino e chiese: “ Ci tieni a lei? “
“ Cosa vuoi sapere? “ chiese impaziente lui
“ Lei per te è una schiava? “
“ No. Ora basta parlare. “ rispose lui mettendosi in posizione di combattimento, il principe chiese: “ La ami? “, Achille sbuffò spazientito e rispose: “ Io vorrei sapere cosa importa a te! “
“ Briseide è la mia cugina più piccola, e le ho sempre voluto un mondo di bene. Ho bisogno di sapere che sia
felice, che stia bene e che venga trattata come si merita. “
“ Sì, la amo. “ rispose il mirmidone rimettendosi in posizione
“ Promettimi una cosa. Promettimi che la farai sorridere sempre. Lei è bellissima quando lo fa. Promettimi che la renderai felice. “ disse Ettore tirando fuori la spada e tornò a dire: “ Io sono un padre e non potrò vedere mio figlio crescere, non potrò educarlo, insegnarli a combattere, o vederlo innamorato. Non lo vedrò
sposarsi o avere figli a sua volta. Spero che tu ci riesca, spero che tu riesca ad invecchiare con tua moglie, a vedere i tuoi figli sposarsi e vedere i tuoi nipotini crescere. Permetti a mio figlio di avere un’urna su cui piangere, a mia moglie un’urna su cui passare i suoi giorni ricordandomi. “, Achille era parecchio impaziente e così iniziarono a duellare.Qualche ora dopo...
La biga correva veloce sulla sabbia portando con sè un corpo inerme, straziato e irriconoscibile. All’accampamento tutti i soldati uscirono a guardare, Èudoro era davanti la sua tenda, si alzò capendo subito ciò che era successo e si avvicinò al suo comandante. “ Briseide dove è? “ chiese Achille, lui rispose che era in tenda e che non ne era uscita. Lui allora entrò subito e lei lo guardò con le lacrime agli occhi. Lo vide entrare di fretta tutto sporco e stravolto, il sudore che gli imperlava la fronte e tutto il resto, lo guardò capendo subito cosa era appena successo. Non gli disse una parola, lui la guardò con occhi dolci come a scusarsi e allora senza fare domande fece per uscire, Achille la prese per le braccia e disse: “ Non andare, non voglio che tu veda. “, ma lei uscì lo stesso. Si bloccò orripilata subito fuori la tenda. Suo cugino era irriconoscibile, i talloni erano forati
e in mezzo al foro vi passava una corda non molto spessa, la pelle era quasi del tutto sparita dal suo corpo,
era quasi totalmente ustionato e questo le fece capire che era stato trascinato per tutto il percorso, il sangue lo ricopriva totalmente e le ferite che lo avevano ucciso ormai erano totalmente nere, fece per avvicinarglisi ma Achille la bloccò dicendole di non farlo, lei gli si allontanò guardandolo con disprezzo. “ Non ti conosco più. Non ti ho mai conosciuto veramente. Chi sei? Chi sei tu? “ gli chiese a bassa voce, lui abbassò lo sguardo a terra vergognandosi parecchio, non per quello che aveva fatto, perché di quello non se ne vergognava era
fatto per combattere e per vincere e anche se ultimamente lo rinnegava era questo il motivo per il quale era
nato; si vergognava di come lo guardava ora la donna che amava, sollevando lo sguardo rispose, cercando di mantenere la calma e un tono freddo: “ Sono un guerriero, è questo quello che sono. “
“ Un guerriero? Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Ti rendi conto che più di un guerriero mi sembri più che
altro un assassino? “ urlò lei “ Ettore era un brav'uomo, un padre di famiglia che amava fortemente sua moglie, un uomo dai forti valori. Hai attuato la tua vendetta, ma c’era bisogno di ridurlo così? C’era bisogno di martoriare il suo corpo? C’era bisogno di sfiguralo, di oltragiarlo? Perché non hai tornato il suo corpo? Ci devi ridere sopra? Ti devi continuare a fare beffe di lui? “ lui non la guardava più negli occhi, si iniziava a sentire mortificato, Briseide gli aveva fatto una marea di domande a cui lui non sapeva più rispondere, la ragazza aveva fatto un ritratto così spaventoso di ciò che aveva fatto che non sapeva più come giustificare le sue azioni. Pure la morte di Patroclo iniziava a perdere significato. Sentiva che la ragazza si stava allontanando da lui ogni secondo di più, e sentiva che la poteva perdere. Ed era terrorizzato da questa cosa. Aveva appena capito che la perdita di Briseide poteva essere peggiore di quella di Patroclo.
Era vero che Patroclo lo aveva perso per sempre perché era morto, gli era stato portato via, ma sarebbe stato
sempre con lui, ma perdere Briseide significava molto di più. Lei era lì viva, che si allontanava da lui orripilata dalle sue azioni, gli aveva detto che non lo conosceva più, che non sapeva più chi fosse. Era peggio. Peggio perderla così, perché l’avrebbe persa per sempre. “ Io non posso credere che tu sia così. Io che persona ho mai conosciuto ah? “ chiese lei urlando e riportandolo alla realtà, la guardò in viso e la vide straziata dalle lacrime, lacrime enormi che le erano arrivate sul collo, “ Che persona sei? Sei quell’uomo così dolce, così gentile e... e... delicato che mi ha insegnato ad amare, che mi tocca ogni notte oppure l’essere spregevole che ha fattoquesto? “ urlò nuovamente prima di buttarsi a terra straziata dal dolore, l’uomo le si inginocchiò affianco e fece per stringerle le spalle, ma lei lo scansò sollevandosi e colpendolo più forte che poteva urlò: “ Sei un mostro, senza scrupoli, senza cuore. Sei orribile. “ e corse via continuando a piangere.
Nessuno osava fiatare, erano tutti abbastanza sconvolti, lui si voltò verso Èudoro, ma lui saltò in aria per la paura che lo tornasse a colpire, il pelide si trovò così a guardare i volti di tutti i suoi uomini, e si rese conto
che forse era meglio se non lo avesse fatto. “ Mio signore. “ lo chiamò titubante Èudoro, lui con la testa bassa si voltò lievemente verso l’ufficiale in segno di assenso e Èudoro continuò: “ Signore, cosa dobbiamo fare con il corpo del principe Ettore? “
“ Nulla. “ rispose lui
“ Ma signore “ s’intromise Aiace che si era unito all’esercito di mirmidoni qualche tempo prima “ Come sarebbe a dire nulla? “
“ Ci penso io. “ rispose Achille. Lo prese quindi per la corda e lo portò dove mettevano i deceduti in battaglia e senza aggiungere altro si andò a rintanare nella sua tenda.
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" Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra"
RomanceRivisitazione del film colossal Troy e della storia narrata da Omero nell'Iliade. Se siete curiosi leggete! ❤✌👍😘